NEL SECONDO TEMPO DI BRESCIA-CITTADELLA BEN 13’ DI GIOCO FERMO. E’ ACCETTABILE TUTTO QUESTO?

Brescia. Premessa: nessun alibi, nessun tentativo di giustificare una sconfitta che, probabilmente, sarebbe maturata anche con venti minuti di recupero. No, non è questo il punto. La questione è che i sei minuti di recupero dati nel secondo tempo gridano vendetta e devono far riflettere. Se avete tempo e voglia, provate a riguardare il secondo tempo e attivate il timer ad ogni significativa interruzione di gioco. Non consideriamo le perdite di tempo di lieve entità, ma solo quelle degne di nota.

Se sommiamo le interruzioni di gioco più importanti (cartellini, cooling break, esultanza dopo il gol, sostituzioni e infortuni veri o presunti) sapete a quanto arriviamo? Circa tredici minuti. TREDICI. E forse mi sono perso qualcosa, quindi potremmo tranquillamente ipotizzarne quattordici o quindici. Penso che sia giusto farsi almeno qualche domanda. Nell’era della tecnologia, del VAR, di un calcio che cerca di ridurre al minimo gli errori, è davvero possibile che nessuno faccia qualcosa per evitare la fastidiosissima abitudine di perdere tempo? Basterebbe davvero poco. Prendiamo ad esempio le rimesse dal fondo: basta prevedere un tempo limite di X secondi. Se il portiere lo supera una volta, scatta l’ammonizione, la seconda volta scatta l’espulsione. Sugli infortuni, o presunti tali, e sulle sostituzioni si introduce il tempo effettivo. Se un arbitro assegna 6 minuti di recupero a fronte di 13-14 minuti di gioco fermo, qualcosa bisognerà pur fare, no?