Gli uomini di Maran hanno affrontato il match con il Palermo avendo meno pressione dei rivali, sabato sera i ruoli si invertono
Brescia. Nella strada da percorrere per diventare grandi, si deve passare necessariamente da partite trappola come quella che attende il Brescia sabato sera al Rigamonti: la serie B, infatti, è un campionato stranissimo, nel quale anche le squadre meno blasonate possono battere le cosiddette “big” con estrema facilità. É successo alla prima giornata, con il Cosenza che ha sconfitto la Cremonese, e la Juve Stabia che ha sorpreso il Bari al San Nicola.
Ambizione. Per questo motivo, la sfida contro il Cittadella ha una valore intrinseco molto più alto di quello che si pensi, soprattutto per misurare le reali ambizioni del Brescia. Può sembrare un paradosso, ma affrontare squadre più forti come Palermo e Venezia presenta molti più vantaggi che svantaggi; prima di tutto sotto l’aspetto mentale, poiché partendo da sfavoriti, si entra in campo con la testa più libera, senza la pressione di dover far risultato a tutti i costi. Questo fattore ha sicuramente inciso nelle prestazioni delle Rondinelle nelle prime due partite ufficiali. Contro il Cittadella sarà tutta un’altra storia: Per la prima volta quest’anno, la squadra di Maran partirà con i favori del pronostico, e sarà lei dunque ad
avre addosso la pressione del risultato. In questo senso è fondamentale l’esperienza di Mister Maran, il quale dovrà essere in grado di mantenere alta la concentrazione dei sui ragazzi, e infondere i giusti stimoli per affrontare una partita così insidiosa. Sono questi i test più probanti se si vuole fare uno step in più, quel salto di qualità che concederebbe al Brescia il lusso di sognare in grande
Gioco. Contro Venezia e Palermo, abbiamo visto un Brescia tatticamente molto preparato; soprattutto nel secondo tempo contro i rosanero, la squadra di Maran ha mostrato un gioco propositivo, grazie al quale sono state create diverse occasioni da rete già prima del gol decisivo di Adorni. Non per togliere i meriti al Brescia, ma le squadre di mister di Francesco e mister Dionisi puntano a mantenere il predominio del gioco attraverso tanto possesso palla e una persistente costruzione dal basso, talvolta mantenendo il baricentro altro per cercare di recuperare immediatamente il possesso del pallone. Per certi aspetti, il gioco delle rondinelle, fatto di verticalizzazioni immediate, è stato facilitato, dal momento che superata la prima linea di pressing con il lancio verso la punta, si sono create situazione di uno contro uno, le quali, nella maggior parte dei casi, sono andate a favore del Brescia. Al contrario, squadre considerate “minori” come il Cittadella, soprattutto in trasferta, tendono a chiudersi dietro la linea del pallone, aplicando una sorta di catenaccio simil Italia ai mondiali 2006; ne è una dimostrazione il solo 29% di possesso palla nella sfida della prima giornata contro la salernitana. Anche da questo punto di vista, il tecnico ex Cagliari dovrà cercare di trovare soluzioni diverse per far crollare il muro che, con molta probabilità, verrà eretto dal Cittadella.
Certo, non bisogna mai scordarsi della propria identità, ma in questo sport non si vince mai solo in un modo: è l’occasione prefetta per dimostrare che il Brescia sa essere anche cameleontico, adattandosi ad ogni tipo di avversario che si trova davanti.