Brescia. Parlare di obiettivo Serie A o restare con i piedi ben saldi a terra? Questo è il dilemma. Due fazioni ben delineate hanno dato vita a una distonia comunicativa sempre più preponderante all’interno del Brescia Calcio. Da una parte Cellino, il presidente, che parla apertamente, ripetutamente e senza paura, del salto di categoria da ottenere in questa stagione. Dall’altra il duo composto da Maran e Castagnini, che invita invece alla calma e al realismo (soprattutto nella figura del mister trentino). Un quadretto non particolarmente rassicurante a un mese dall’inizio della stagione.
Tra campo e parole. “Un sogno”. Così è stata definita la promozione nella massima serie da Maran durante la conferenza stampa di inizio stagione al Centro Sportivo di Torbole Casaglia. Un invito, più che condivisibile, alla calma e al buon senso da parte di chi già la scorsa stagione è riuscito a spingere la squadra oltre i propri limiti oggettivi. Da mediatore le parole del direttore sportivo Renzo Castagnini. “Tutte le squadre vogliono andare in A, noi pensiamo di essere competitivi e lavoriamo. Abbiamo un buon ambiente, un gruppo di lavoro importante sia per i giocatori che per lo staff: questa deve essere la nostra forza, dobbiamo mantenere l’umiltà per avere le giuste ambizioni”. Questo il virgolettato del dirigente toscano che si pone a metà strada tra presidente e allenatore, pur strizzando maggiormente l’occhio a quest’ultimo e smorzando di fatto i toni trionfali con i quali il Lider Maximo aveva annunciato l’obiettivo promozione durante un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” lo scorso 20 giugno (“Siamo forti. Non vendiamo nessuno. Borrelli l’ho riscattato e ci deve portare in Serie A”). Concetti che Cellino ha ribadito ai microfoni di ilovepalermocalcio.com solo poche ore dopo la conferenza stampa di Maran e Castagnini a Torbole: “Credo alla promozione perché ho lavorato bene in questo club. Spero di poter competere per la Serie A, poi per raggiungerla ci vuole anche un po’ di fortuna. Se nel calcio si guardasse solo ai soldi, vincerebbe sempre il Palermo considerata la potenza dei nuovi proprietari. Per fortuna invece contano anche capacità, impegno e dedizione”. Una chiara dichiarazione d’intenti per la prossima annata condita da tre ingredienti principali: quella dose di autocelebrazione che non manca mai quando parla Cellino, le ormai classiche frecciatine alle rivali (accusate di investire tanti soldi senza avere però le competenze necessarie per vincere, a differenza sua) e un revisionismo storico preoccupante in vista della stagione. Se si analizza l’ultima annata di Serie B si nota infatti come ad aver ottenuto la promozione siano state tre delle società più ricche campionato (nonché gestite da dirigenti che di calcio se ne intendono) e con un tetto salariale nettamente più alto rispetto a quello delle rondinelle. Se invece ci si vuole limitare a guardare il giardino di casa propria, il Brescia si è guadagnato la Serie A solo quando Cellino ha messo pesantemente mano al portafogli, acquistando giocatori di categoria come Donnarumma, Alfonso, Sabelli, Martella, Romagnoli e Dessena.
Capitolo tifosi. Nel corso di quest’ultima intervista non potevano mancare – come sempre ormai – le classiche frecciatine rivolte ai tifosi bresciani, rei di essere scettici, restii e non calorosi come i sostenitori delle squadra isolane. Dichiarazioni che non aiutano a distendere la tensione tra la piazza e la proprietà e che dimostrano come il numero uno del Brescia Calcio si sia dimenticato dei cori che gli stessi supporters biancoblù gli dedicavano nell’estate 2019 da sotto il palco della festa per i 40 anni della Curva Nord e di come, in generale, tutta la città l’aveva ben accolto. Se ha trasformato quell’hype in contestazioni dovrebbe chiedersi il perchè e magari ripensare ai risultati sul campo. E, se possibile ancor più grave, queste dichiarazioni vanno in contrasto con quelle pronunciate solo poche ore prima da Maran e Castagnini (“Vogliamo fare calcio con la nostra gente”) evidenziando ancora una volta la totale mancanza di una linea comunicativa in quel di Via Solferino dove continua a essere vacante il ruolo di addetto stampa (per ora ne sta facendo funzioni il team manager Edoardo Piovani). L’annuncio è dunque presto fatto: “AAA sintonia comunicativa cercasi urgentemente” perché l’inizio della stagione è alle porte e per ottenere grandi risultati serve unità d’intenti.