Brescia. Al Pirellone, il Presidente degli Uffici di Regione Federico Romani ha premiato le squadre lombarde che si sono contraddistinte nella precedente stagione calcistica.
Inter, Atalanta, Como, Mantova e Alcione Milano hanno ricevuto il riconoscimento di un percorso fatto di sacrificio impegno e programmazione. È stata anche valorizzata la presenza delle cinque squadre di regione ai nastri di partenza nel prossimo campionato di serie A. Un premio tutt’altro che pro-forma vista la presenza alla consegna anche del presidente nerazzurro Giuseppe Marotta e del D.S dei bergamaschi Umberto Marino.
Dall’avvento della “fine della mediocrità” siamo passati dall’essere storicamente la quarta forza lombarda con netto divario di blasone sulle inseguitrici a settima forza regionale preceduti anche da Monza e Cremonese e ci accingiamo disputare l’ennesimo campionato fatto di passione (quella della Settimana Santa) e interrogativi senza vere risposte con l’ormai solito mercato di acquisti al minimo sindacale e di sconosciuti aspiranti meteore.
In Regione siamo stati oscurati dall’Alcione, non esistiamo più. Nella piazza ci siamo ormai assuefatti alla politica aziendale del “c’ho i conti a posto” come se facesse classifica, come se le altre barassero tutte e ci ritroviamo a esultare per un ottavo posto in serie B come se fosse un trionfo da raccontare ai nipoti.
Tifare il Brescia è diventata una pratica triste. Non c’è più ambizione, non c’è più un vero progetto. Non c’è più l’orgoglio di raccontare le gesta, tantomeno le imprese. È passata anche la curiosità di seguire la squadra Primavera cercando di individuare fin dalle origini i nuovi Pirlo, Diana o Baronio. Nessun rapporto del Brescia Calcio con la città, preclusi al tifoso pure ritiro e amichevoli.
Se si vuole continuare a vedere lo stadio semideserto, se si mira a non voler fare appassionare al Brescia le nuove generazioni, direi che la strada perseguita è quella ottimale. Gli attestati della Regione continueremo a leggerli sui social.
Guido Franchi