PASINI: “SE A SALÒ NON CI SARANNO LE CONDIZIONI PER RESTARE, FAREMO I BAGAGLI. GUARDIAMO AL RIGAMONTI CON INTERESSE, IL DERBY CON 12000 SPETTATORI E’ STATO UN ORGOGLIO”

Il presidente della Feralpisalò ha incontrato i giornalisti dopo la retrocessione: “Per l’acquisto dell’impianto di Mompiano credo si accederà alla legge stadi, la perizia di 16 milioni è improponibile. Ci avremmo giocato volentieri, ma non è stato possibile. Un po’ di condizionamento psicologico verso di noi c’è stato da parte degli arbitri, ma se siamo rimasti sempre in zona retrocessione vuol dire che abbiamo fatto errori. Ferretti resta, con Zaffaroni ci siamo dati due settimane di tempo”

Salò. Conferenza stampa di fine stagione a Salò per il presidente della Feralpisalò Giuseppe Pasini, che ha toccato diversi temi. Dopo aver messo in stand by Marco Zaffaroni (“l’ho ringraziato per quanto fatto, per l’uomo che è, poche parole e tanti fatti, come siamo noi bresciani, ha avuto qualche chiamata dalla B e ci siamo dati tempo per fare delle valutazioni, entro due settimane decideremo e se non rimarrà lui potremmo pensare a un allenatore emergente”), ha parlato anche degli episodi arbitrali (“sulla bilancia ci sono più torti che situazioni a favore”), degli errori commessi (“inesperienza iniziale, l’impatto con la B che è tutto un altro mondo rispetto alla C”), ha affrontato l’argomento stadio. 

“Aver giocato a Piacenza non ci ha aiutato, anche se ringraziamo per l’ospitalità ricevuta. Non l’ho mai detto per non creare alibi alla squadra, ma l’assenza di tifosi si è sentita. Quantificare quanti punti sono stati persi per questo motivo non so, ma qualcosa si è perso. Qui a Salò qualcuno si fa la bocca larga dicendo che ci concedono gratuitamente lo stadio, ma si dimenticano i lavori che abbiamo fatto negli anni a nostre spese”. 

La squadra è rimasta però sempre senza in zona retrocessione: “Ci è mancato il fiato per fare l’ultimo miglio. Dopo la vittoria di Cremona poteva esserci la svolta e invece non c’è stata nonostante in tanti mi dicessero che giocavamo bene”. 

Che squadra costruirete per il prossimo anno?

“Felici è richiesto da società di B e di A, ma nessuno è in svendita e il suo procuratore deve saperlo bene, cercheremo di costruire una squadra che non punterà a vincere il campionato, con almeno 3-4 giovani da far crescere”. 

Guardate al possibile acquisto del Rigamonti?

“Per il futuro, il Rigamonti può essere una questione da riaprire visto che il Comune ha aperto ad un possibile acquisto. Sappiamo che il Brescia calcio non è intenzionato a concedercelo, ma se torneremo in B vogliamo stare su Brescia”. 

Pentito di non aver esonerato prima Vecchi?

“Ci ha fatto fare una promozione che nessuno si aspettava. Sarebbe ingiusto dire che bisognava esonerarlo prima. Il diesse Ferretti ha pagato un po’ di inesperienza, ma non ho nulla da recriminare verso di lui, tant’è che me lo tengo stretto anche per la prossima stagione. Anche per lui è stato difficile portare giocatori a Salò perchè la piazza non è grandissima e non ha tradizione. Oggi magari in C sarà diverso, essendo tra società top potremmo avere dei giocatori giovani importanti attratti dalla nostra piazza”. 

Si è parlato anche del vostro budget, c’è chi l’ha ritenuto basso…

“Erano 6 milioni e mezzo. Chi ha speso di più è stata la Sampdoria con 25 milioni, il Como 24, il Parma 22.5, ma se guardo il Brescia con 7.5 milioni ha comunque raggiunto il playoff. Il nostro budget non era così basso, era da ultime 5-6 ed era quello di una società che punta a salvarsi. Non possiamo certo paragonarci a una piazza come Brescia, che fa la serie B da tantissimi anni”. 

Cosa tiene di positivo di questa annata?

“Tra le cose che più mi sono goduto c’è stata la vittoria a Marassi con la Sampdoria. E’ stata una giornata di grande calcio, che mi mancava. Un conto è andare a vedere una partita in uno stadio così e un altro è farlo da presidente che vince la partita”. 

Quindi ci spieghi meglio, cosa ha intenzione di fare con il Rigamonti?

“C’è una perizia e nel momento in cui il Comune apre a un discorso lo guardiamo anche noi. Se fossimo stati ancora in B l’avremmo guardata in un modo diverso cioè da subito adesso abbiamo più tempo. La perizia fatta è improponibile, troppi quei 16 milioni di euro. C’è però la legge degli stadi e potrebbe essere una via alla quale accedere. Ci avremmo giocato volentieri, ma non ci è stato concesso”. 

Vi aspettate che nel bando oltre alla possibilità di fare o rifare il Rigamonti ci sia anche quella di costruire altro (ristoranti, bar, cinema o quant’altro) per far vivere l’impianto più giorni durante la settimana?

“Mi sembra che a Brescia si sia fermato tutto e si andrà verso la possibilità di accedere alla legge stadi. Cellino, ad esempio, mi sembra che pensi a uno stadio che sia solo per il calcio. In Italia sugli stadi siamo fermi da oltre 20 anni. Siccome non spenderemo tutto il Pnrr si potrebbe pensare di metterne un pizzico anche sugli stadi oltre che sulla riorganizzazione scolastica. Quando lo dissi a un ministro mi rispose: non toglieremo certo i soldi agli ospedali per darli al calcio. Lo sport è cultura e futuro dei nostri giovani”. 

Non avete preso in considerazione lo stadio di Lumezzane o quello del rugby di Calvisano dove si potrebbe ottenere la capienza necessaria?

“A Lumezzane non abbiamo mai pensato, Calvisano mai valutato anche perchè è uno stadio per il rugby e non so se potrebbe essere adattato”. 

Vi siete sentiti messi all’angolo dal Comune di Salò?

“Non sono uno che si fa mettere all’angolo, ma basti dire che in un anno non ho mai visto un amministratore salodiano a Piacenza, in compenso ho visto il sindaco di Lonato e la sindaca di Piacenza. Alla serata dei premi a Salò non ho voluto partecipare, qualche amministratore ha detto che qui non si può fare uno stadio da 30 mila spettatori, ma io non sono così pazzo da pretenderlo. Il dato di fatto è che non c’è mai stata attenzione anche nel momento della promozione da parte del Comune. Avete letto cosa vuol dire per Como, città già turistica come Salò, la serie A? A Salò non c’è interesse per il calcio. Non faccio la vittima, so che è una cittadina piccola con problematiche per il traffico, ma qualche amministratore prima di parlare dovrebbe far andare meglio le rotelline del cervello. Qui a volte ci sentiamo scomodi e quindi guardiamo altrove. A breve ci sarà un cambio dell’amministrazione, chiunque salirà al governo ci confronteremo, ma se se sarà nella continuazione è un invito ad andarsene da Salò. Qui abbiamo una convenzione in essere, ma se dovessimo tornare in B dovremo farci trovare preparati”.

Come mai c’è questa difficoltà con l’amministrazione ?

“Non credo siano questione personali. So che c’erano problemi una volta promossi, ma se tu sei un amministratore devi far diventare un’opportunità la serie B, non deve essere una scocciatura. Non abbiamo chiesto soldi al Comune, ma solo uno spazio per allargare lo stadio. L’amministrazione si è proprio tirata indietro. Più che andare in serie B… so’ mia che fa’ (testuale, ndr). Certo con uno stadio da 5.500 a Salò ne avremmo fatti sempre almeno 4000”. 

Sta pensando di cambiare il nome della squadra?

“No, quello no. Abbiamo comunque una buona parte di cittadini di Salò che ci vuole bene. Se proverò ancora a salire, e non sarà l’obiettivo della prossima stagione, per adesso sarà ancora con una squadra che si chiama Feralpisalò poi se non ci saranno più le condizioni vedremo cosa fare ed eventualmente dove andare. Il calcio è cambiato tantissimo negli ultimi anni. Quando vedo che ci sono squadre con budget altissimi e dietro ci sono fondi, americani, arabi vuol dire che sei proiettato nella globalizzazione. I capitali esteri nel calcio non possiamo fermarli perchè è successo cosi anche nelle banche, nelle assicurazioni, nel cinema. Il calcio è un volano impressionante, checche se ne dica. A Parma il proprietario americano è pronto a buttare giù tutto e rifare lo stadio con 100 milioni di euro, ma ad esempio a Mantova e Frosinone il Comune ha aiutato i club nel rimodernare o costruire lo stadio”.

Ci sono giocatori che l’hanno delusa più di altri? 

“Qualcuno pensavamo rendesse di più, ma oggi è difficile nell’economia di una stagione dire chi ha dato più e chi meno. Carraro ha avuto un infortunio, Sau poteva fare di più, La Mantia e Ceppitelli hanno fatto fatica all’inizio, ma c’è anche chi ha fatto bene e tra questi dico Bergonzi, Pietrelli, Pilati”.  

Quanto vi rende orgogliosi aver contribuito a scrivere una pagina di storia per il calcio bresciano con un derby di serie B mai visto e con 12000 spettatori al Rigamonti, una cifra che non è certo usuale vedere a Mompiano?

“Siamo molto orgogliosi. Abbiamo scritto una bella pagina di sport. Siamo stati seguiti in tutta Italia, siamo sereni nonostante questa retrocessione, abbiamo fatto una bella stagione onorando il calcio di provincia con dei valori anche morali. E’ stato bello vedere 12000 persone al Rigamonti e al di là di tutte le polemiche che possono esserci, è stato bello il comportamento delle due tifoserie ed è stato bello anche per chi diceva che il derby non è tra Brescia e Feralpisalò (frecciata ad Andrea Caracciolo, ndr)”. 

Avete fatto giocare tanti giovani…

“Sul minutaggio dei giovani nel girone di andata siamo stati quelli che ne hanno fatto di più, giocando con i 2000 e i 2001. Ci tengo comunque a ringraziare tutti i tifosi, che hanno fatto uscire i giocatori tra gli applausi, gli sponsor, i soci e chi ci è stato vicino con amicizia. Sono sicuro che ci saranno anche in serie C”. 

Ha qualcosa da recriminare sugli arbitraggi?

“Dopo il gol annullato con l’Ascoli, e che era regolarissimo, mi sono arrabbiato molto e ringrazio Tuttosport che mi ha dato spazio. C’è chi mi ha criticato e chi invece mi ha detto che finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire certe cose. Sono per il Var, ma vorrei più chiarezza con questo strumento. Quel gol poteva cambiarci la stagione. Anche contro la Ternana c’era un rigore su Felici e non sono andati a vederlo, poteva cambiare anche la corsa salvezza. Un po’ di condizionamento psicologico contro di noi c’è stato”.