MARAN: “VIVIAMO PER DARE QUESTE EMOZIONI ALLA GENTE. E ADESSO CONTINUIAMO A SOGNARE, A BARI PER PROVARE A CHIUDERE SESTI. CELLINO MI HA MESSO NELLE MIGLIORI CONDIZIONI PER LAVORARE”

L’allenatore del Brescia dopo la vittoria sul Lecco e la conquista dei playoff: “Quando arrivai trovai un ambiente che andava ricompattato. Mi chiesero la salvezza ed ero sicuro l’avremmo ottenuta poi ho provato a fare il visionario e vedere fin dove potevamo spingerci. Adesso non ci fermiamo. Mi spiace per i cori contro Cellino, sono felice che oggi anche lui sia felice. Su infortuni e acciacchi vediamo di giorno in giorno, oggi ha preso una botta anche Bianchi e zoppicava…”

Brescia. Rolando Maran ha poca voce, ma tanta voglia di raccontare cosa significa la qualificazione ai play off dopo essere partiti dalla zona retrocessione. 

E adesso?

“Adesso continuiamo a divertirci, per dare forma ai nostri sogni. Con lo spirito che per prima cosa ci ha portato alla salvezza. Siamo partiti da un momento difficile. Vincendo a Cosenza avevamo raggiunto virtualmente il primo obiettivo, non abbiamo festeggiato perchè avevamo già in testa il nuovo obiettivo. Vogliamo continuare a far sognare chi ci ha seguiti sempre. Viviamo per questo, per dare emozioni alla gente”. 

Oggi avete iniziato forte, ma mantenendo sempre la lucidità senza forzare troppo le giocate…

“Ho ragazzi che mi stupiscono ogni giorno di più. Dopo Piacenza mi ero un po’ arrabbiato, ma sono cose nostre… In quello che ho visto nei due giorni successivi ho capito che volevano fare con il Lecco una bella partita, senza rischiare. Abbiamo avuto solo un paio di passaggi a vuoto oggi, ma ce la siamo andati a prendere. Non c’era nulla di scontato, non era facile da leggere come si può pensare. Ne abbiamo viste tutti troppe per non saperlo”. 

Se ripensi a quel giorno di novembre quando superasti per la prima volta il cancello di Torbole Casaglia trovando macerie più psicologiche che tecniche, oggi cosa ti viene da dire?

“Quando arrivai c’era da assettare tutto un ambiente. Ero convinto delle qualità che c’erano sul piano tecnico poi ho trovato anche delle qualità morali sulle quali poter costruire qualcosa. Sapevo che potevamo salvarci perchè questo mi era stato chiesto poi man mano che passavano le settimane ho cercato di essere un visionario per guardare sempre più in là per vedere cosa potevamo ottenere di più. Ora ci proveremo con le difficoltà che sappiamo ci saranno, ma anche salvarsi non era facile”. 

Com’è stato il rapporto con Cellino?

“Sono stato messo nelle condizioni migliori per lavorare. C’è stato un rapporto di collaborazione. Mi spiace ci siano cori contro di lui. Oggi sono felice che sia felice anche lui”. 

Vincendo a Bari si potrebbe anche chiudere sesti e avere il fattore campo nel primo turno playoff…

“Dobbiamo puntare al massimo, al di là degli obiettivi degli altri. Il nostro è arrivare ai playoff nella migliore posizione possibile. Siamo ancora incerottati, con tante cose da valutare”. 

Questa squadra è una metafora di vita? Si può toccare il fondo e risalire, quanti margini di miglioramento ci sono ancora?

“Sì, ci sono. Che siano tanti o pochi, nella vita di tutti i giorni bisogna avere sempre lo stimolo per non essere mai appagati e volere di più. Stiamo scrivendo una pagina, ma potrebbe essere un libro, magari con un lieto fine eccezionale”. 

Quando hai pensato davvero che si poteva arrivare ai playoff? I pareggi di Genova e Reggio Emilia ti hanno fatto capire che, non perdendo partite che si potevano perdere, poteva essere alzata l’asticella?

“Penso anche alla trasferta di Ascoli, con il Sudtirol in casa. Abbiamo trovato avversarie con giornate particolari, ma siamo stati bravi a raccogliere sempre qualcosa. Anche con la Feralpisalò abbiamo trovato una squadra che stava bene e si giocava le ultime chance”. 

Come stanno gli infortunati? A cominciare da Moncini…

“Moncini non si è mai allenato completamente, dopo oggi dovrò essere bravo a capire fin dove può arrivare. Oggi tra l’altro ha preso una brutta botta anche Bianchi, che è uscito zoppicando. Piove sul bagnato. Vediamo…”. 

Abbiamo visto Adorni con il braccio ingessato…

“Se tutto va come deve, nel giro di un paio di giorni dovrebbe togliere i punti e cominciare a correre. Tra tutori della spalla, gessi a mano e caviglie ne abbiamo viste di tutti i colori. Olzer l’ho visto senza tutore ed è già qualcosa. Vediamo anche lui come procede”.