IL FOCUS TATTICO: BRESCIA, RIECCO VIALI SULLA TUA STRADA. MA STAVOLTA C’E’ MARAN

Sono passati dieci mesi dall’ultima partita tra Cosenza e Brescia quando il tecnico dei rossoblù, ora richiamato per riportare i calabresi alla salvezza, dopo aver iniziato la stagione all’Ascoli, mise nel sacco Gastaldello con la mossa a sorpresa del 4-1-4-1. Le due squadre sono cambiate: i lupi hanno più qualità mentre il Brescia più peso offensivo e una difesa finalmente affidabile. Entrambe le squadre impostano a tre dietro e difendono a quattro. Il predominio sulle fasce potrebbe dunque far saltare il banco

Brescia. Dall’ultimo Cosenza Brescia, andata dei playout dello scorso campionato vinta per una rete a zero dai calabri con gol di Nasti, sono trascorsi 310 giorni. Un’era geologica, quando si parla di sport. Molto è cambiato da quel 25 maggio. Ciò nonostante, rimangono delle costanti. Dunque si può cercare, partendo proprio da quest’ultime, di immaginare la partita di Pasquetta, oltre che dall’ultimo precedente giocato al San Vito Marulla. In fin dei conti guardare al passato può essere molto utile, per imparare dagli errori commessi affinché non si ripetano più. 

Rivoluzione. Premessa: una gara dei playout è profondamente diversa da una di campionato. Questo è chiaro. È altrettanto evidente che Cosenza e Brescia arriveranno alla gara di Pasquetta in una condizione mentale profondamente diversa, quasi opposta rispetto al 25 maggio 2023: i lupi di Calabria sono infatti a due punti dalla zona playout, mentre il Brescia è in piena lotta per i playoff. Tanto è cambiato anche nelle due rose: se il Cosenza l’anno scorso era principalmente una squadra di lotta, ora è anche di governo, grazie agli innesti di giocatori ricchi di qualità come Antonucci, Tutino e Frabotta, che si sono andati ad aggiungere ai due elementi più talentuosi della rosa già presenti lo scorso campionato, ovvero Marras e Florenzi. Anche il Brescia però ha rivoluzionato parecchio: ora infatti ha molto più peso offensivo grazie a Borrelli, ma ha anche un regista abile sia nel rilanciare l’azione sia nel chiudere gli spazi come Paghera, due terzini che si disimpegnano bene nelle due fasi – in questo meglio Dickmann che Jallow, ma il terzino svedese si sta comunque disimpegnando bene in un ruolo non suo – e infine due centrali particolarmente affidabili soprattutto nel gioco aereo, ma anche nel rilanciare l’azione. Resta il dubbio portiere, ma tutto sommato, pur essendo Avella in questo momento un portiere affidabilissimo, anche se dovesse tornare Lezzerini tra i pali sarebbe comunque un giocatore trasformato in positivo rispetto alla scorsa stagione. 

Tra certezze e dubbi. Dunque, che cosa aspettarsi? Viali (tornato da poco sulla panchina del Cosenza in seguito all’esonero di Caserta e dopo aver iniziato la stagione all’Ascoli) preparerà un altro “trappolone“ come il 4-1-4-1 dello scorso 25 maggio, a cui Daniele Gastaldello non seppe trovare una contromossa adeguata? Lascerà fare la partita al Brescia, provando poi a ripartire oppure proverà a giocare, cercando di approfittare del fattore campo? E come risponderà Rolando Maran, allenatore che difficilmente sbaglia il piano partita? Viali, nell’ultima gara del Cosenza a Terni ha schierato la squadra con un 3-4-2-1 in fase di possesso, che diventava un 4-4-1-1 in fase difensiva. Un piano tattico che avrà certamente approfondito durante la sosta. Anche il Brescia varia nella transizione tra le due fasi, difendendo a quattro, ma impostando a tre visto che uno dei due terzini a rotazione è sempre più alto rispetto ai compagni di reparto. Stando così le cose, la chiave di volta della gara potrebbe essere il predominio territoriale sulle fasce, sia con i terzini sia soprattutto con i trequartisti per creare la superiorità. Potrebbe essere dunque la partita dei vari Galazzi, Bianchi, Bjarnason, Olzer? Chi più di loro avrebbe infatti bisogno di un gol per tornare protagonisti?