Brescia. La partita di Como si può riassumere così: mercato 1 Brescia 0, oltre anche ad una buona dose di fortuna, con i due pali a portiere battuto, soprattutto quello di Borrelli, addirittura beffardo.
Analizzando l’azione del goal del Como, è stata una specie di sagra degli errori (e degli orrori!), col solo Adorni a fare la cosa giusta, quella di marcare Gabrielloni, il suo uomo.
Prima Bertagnoli respinge di testa centralmente, anziché lateralmente, e non era pressato, poi Mangraviti fa marcatura omeopatica su Strefezza, nemmeno avvicinandolo, Jallow si disinteressa del fatto, Andrenacci si piazza sul primo palo, ma proprio davanti ad esso, lasciando sette metri di porta liberi, poi arriva Paghera, l’unico che non dorme, però arriva una frazione di secondo tardi e devia il tiro, facendolo impennare e perdere di forza, rendendolo parabile, a patto di essere in zona utile.
Inutile dire che, se fossero arrivati un paio di giocatori titolari, al posto di riserve da impiegare in caso di calamità, staremmo forse parlando di un’altra partita. Il mercato di gennaio, si sa, può essere fatto in due modi: tirando fuori i soldi per prendere gente in grado di rinforzare la squadra oppure scambiarsi gli scartini con altre società, sperando di pescare il jolly. A noi, nemmeno questo.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: avrebbe avuto senso mettere due buoni elementi per quest’anno? Ammettiamo di arrivare ai playoff, cosa assolutamente possibile, e di arrivarci senza infortuni e in splendida forma: visto l’equilibrio dietro le prime due, potremmo dire la nostra, negli spareggi. Mettendoci anche una buona dose di fattore C e arrivare terzi, quanti di questi giocatori potrebbero fare i titolari in A? Non più di tre o quattro, altrettanti in panchina. Quindi servirebbero ben 10 giocatori di categoria, cosa abbastanza improbabile, con lo spendaccione di via Solferino, più propenso ad andare a prendere qualche pescatore di merluzzi visto nei filmati del web.
Ve lo dico spassionatamente: di campionati avvilenti in serie A ne ho già visti abbastanza anni addietro, pure l’ultimo di pochi anni fa, nemmeno l’ho goduto, e ricordo più le scoppole che le vittorie.
Per cui, se non si parte con un gruppo forte e con un’ossatura tosta, meglio aspettare che cambi il vento o che, chi di dovere, cominci a fare sul serio e non a vivere alla giornata…
Ezio Frigerio