ARIA PULITA IN ALTA QUOTA

Battuta la bestia nera Cittadella con le reti, nel secondo tempo, dei gemelli del gol Borrelli e Moncini. Maran rivoluziona la formazione: scelta vincente. Paghera e Bisoli i leader. Rondinelle di nuovo in zona playoff e a +10 sui playout

Brescia. Meglio un rimorso che un rimpianto. Un Brescia nuovo di zecca (Maran ne cambia cinque rispetto a Cremona), visionario, idealista, voce laica, libera, indipendente dai consolidati condizionamenti di chi sappiamo bene, mette il suo nome in bella evidenza sui bagagli che la quarta giornata del campionato di serie B imbarca nell’aeroporto degli archivi.

(Papetti e Borrelli esultano dopo il gol dell’attaccante molisano)

Invertito il trend. Dopo 2535 giorni e dodici partite tra casa e trasferta, la Leonessa torna a battere il Cittadella e fa un bel balzo in classifica, rientrando in zona play off e guadagnando nuovo terreno sui play out (ora è a +10). All’apparenza come tante altre, è invece una vittoria potenzialmente chiave nella stagione biancoazzurra. Serve a mettersi tranquilli per tornare anche a fare qualche pensierino un po’ più ambizioso della semplice salvezza. E’ una vittoria targata Maran, sempre più alchimista e taumaturgo di un Brescia che Cellino gli aveva dato in mano agonizzante (cinque sconfitte di fila), che non gli ha voluto rinforzare nel modestissimo mercato invernale. Un presidente che non crede si possa andare oltre la metà classifica, al quale non interessa un overperformance, concentrato com’è solo sulla vicenda stadio da acquistare. Ma oggi Maran e i giocatori gli hanno lanciato un messaggio tacito, che nessuno espliciterà mai, ma che è fin troppo evidente: caro presidente, non ha voluto aiutarci inserendo un paio di giocatori che ci avrebbero fatto fare un salto di qualità? Nessun problema ora le facciamo vedere che troveremo anche dentro di noi quelle risorse per andare oltre quello che è il suo obiettivo stagionale al ribasso. Tutti uniti e compatti contro la mediocrità istituzionalizzata (citazione del nostro collega Vincenzo Corbetta, al quale chiediamo per un attimo il copyright) e già venerdì a Como contro la terza forza del campionato ci sarà un interessantissimo controllo qualità.

Lo scenario. Un Brescia che è tornato a tratti ad avere il dominio del gioco, già nei primi minuti, dopo aver analizzato e preso coscienza nei giorni scorsi nel laboratorio di Torbole, che impiegare un tempo per entrare in partita, come già successo con Parma, Sudtirol e Cremonese, è quanto di più deleterio possa esserci nella dinamica di un match. L’occasione di Bianchi (diagonale in corsa finito a lato di poco), la palla scappata via a Borrelli a tu per tu con il portiere dei veneti, la chance di Bertagnoli (ma che parata ha fatto Kastrati?) ed erano passati solo 7′. Questi sono gli approcci giusti, determinanti. Questo vuol dire mettere le cose in chiaro da subito per apparecchiare la tavola della vittoria e comunque non dover coltivare rimpianti. Ne aveva parlato Maran proprio alla vigilia: c’era voglia di riscatto. Non era la solita frase fatta. Ha presentato la squadra in campo come aveva promesso. Poi ha ragione pure Gorini: è stata una partita equilibrata, anche i suoi hanno disputato un match di qualità. Bravo è stato Andrenacci a conservare lo 0-0 sui tiri di Pandolfi e Cassano, ma stavolta il Brescia ha protetto bene l’area, facendovi entrare il Cittadella solo raramente. Può essere un paradosso che si sia difeso meglio a 4, disposizione che obbliga i due centrali a coprire più spazi del solito, soprattutto se hai due terzini come Dickmann e Jallow amanti della spinta, ma a volte è proprio necessario cambiare dato che lo slot a 3 là dietro non dava più totali garanzie.

Le chiavi del match. Il Brescia l’ha vinta con un ottimo secondo tempo. Il vantaggio di Borrelli con la zampata in mischia (regolare o no, si può discutere a lungo su quella gamba più o meno tesa del molisano), il raddoppio di Mancini sull’assist di uno strepitoso Bisoli. Borrelli e Moncini i gemelli del gol: sei reti a testa. In mezzo un paio di occasioni vere del Cittadella, procurate da Pittarello che ha mandato per un attimo in tilt Papetti. Stare dentro la sofferenza, resilienti e mentalizzati, sono anche queste qualità che fanno la differenza tra una vittoria e un pareggio o una sconfitta. Nelle ultime partite il Brescia era venuto un po’ meno anche con la proposta di gioco. Oggi è tornato coraggioso, ricco di idee e nonostante un possesso palla inferiore del 14% (43-57), i motivi della vittoria sono dai ricercare nel numero dei tiri all’interno dello specchio: 9 a 3. Niente male anche i 24 contrasti vinti contro i soli 6 degli ospiti, i 12 passaggi chiave (a 11) e le 135 palle perse (152 per gli uomini di Gorini). Focalizzati sull’andare a far gol, cattivi al punto giusto, attenti nel creare connessioni i compagni: Bisoli e i suoi fratelli di biancoazzurri vestiti sono stati questo e tanto altro.

(La zampata di Borrelli per il vantaggio delle Rondinelle)

(Moncini raddoppia di testa su cross di Bisoli)