BRUTTI E SENZ’ANIMA

Il Brescia perde il derby a Cremona anche più meritatamente di quanto dica il punteggio finale di 1-0: decide un gol di Abrego al 30’, per le Rondinelle un solo tiro in porta a inizio ripresa con Bianchi. E’ mancato anche lo spirito oltre al gioco nonostante il gran tifo dei duemila cuori biancoazzurri. Per Bisoli e compagni, ora fuori dalla zona playoff, servono rinforzi negli ultimi giorni di mercato. Soprattutto in difesa

Cremona. Perdere un derby senza giocarlo. Perdere un derby senza nemmeno provarci. Perdere un derby senza un ammonito. Contro una Cremonese che parte senza Ravanelli e Castagnetti e dopo 11’ deve rinunciare anche a Collocolo. Una Cremonese senza tre titolari, che pure nel primo tempo prende subito in mano la partita mentre il Brescia aspetta e nemmeno dopo il gol di Abrego (il sostituto di Collocolo) si desta, consegnandosi all’avversario in un primo tempo senz’anima.

Troppo molli. E che rabbia per quel gol che decide la partita: Abrego chiede e ottiene l’uno due con Coda dentro l’area dove il Brescia è a difesa schierata con cinque uomini cinque. Tutto troppo semplice, di fronte alle… brutte statuine biancoazzurre. Ancora una volta non resta che rimarcare quanto pesi l’assenza di Cistana e quella di un altro difensore da inserire nelle rotazione. Ma un difensore vero, formato, non il Cartano di turno, che per altro è già infortunato. Altrimenti poi bisogna dare il premio sarcasmo ben riuscito a chi suoi social scrive “Si legge Cartano, si legge Coeff”. Se Cellino ha ancora un po’ a cuore la sua creatura, si travesta in Condor da ultimi giorni di mercato e stupisca con acquisti che evitino altre umiliazioni come il primo tempo di oggi allo Zini quando la Cremonese è andata al riposo con il 74% di possesso palla e 297 passaggi riusciti contro gli 85 della banda dalla V bianca. Il Brescia esce così dalla zona play off (ora è nono), anche se la classifica in fondo si sta accorciando, non deve farsi prendere da ansie da prestazione essendo comunque ancora a +7 dai play out. Torni a giocare il suo calcio, con più convinzione. Che soddisfazioni e ambizioni per qualcosa in più di una semplice salvezza non sono finite. Non devono e non possono finire già alla terza giornata di ritorno. Altrimenti si è mediocrità, ma alla quale ci si deve adeguare per abitudine e tradizione celliniana.

Il gol con cui Abrego al 30’ ha deciso la partita, dopo un uno-due con Coda in area

Lo scenario. Per Stroppa è la sesta vittoria consecutiva in casa senza prendere gol e undicesimo clean sheet. Maran, molto nervoso negli ultimi minuti con il quarto uomo perchè voleva più recupero (…), può recriminare sulle assenze di Cistana e Borrelli con i quali forse sarebbe stato un altro derby. Ma con un solo tiro in porta (Bianchi all’alba del secondo tempo) non puoi nemmeno pretendere chissà cosa. Nella ripresa, quando i biancoazzurri hanno comunque alzato il baricentro e proposto qualcosina di più e meglio, è andata decisamente più vicina la Cremonese (almeno tre volte) al 2-0 che il Brescia all’1-1. Non si gioca un derby così. Senz’anima e con pochissimo mordente. Meritavano di più i duemila al seguito, migliori in campo per le Rondinelle con un tifo continuo, ossessivo e che a fine partita sono stati commoventi nel alzare alto il coro “Brescia, Brescia” sul cielo dello Zini. Poi però è stata la volta degli oltre 8000 sostenitori grigiorossi: “Chi non salta è un bresciano”. Sul campo hanno vinto loro. Ancora una volta. Meritamente. 

Il minuto di silenzio in ricordo di Gigi Riva
Non è bastato il gran tifo dei duemila tifosi bresciani