MARAN: “VOLEVAMO DARE UN SEGNALE E CI SIAMO RIUSCITI. CON CHE MODULO GIOCHIAMO? SIAMO INDEFINITI ED E’ BELLO COSI’ “

Voleva però anche un clean sheet l’allenatore del Brescia: “Vorrà dire che sarà un obiettivo per la prossima volta. Bisogna saper essere camaleontici, ho trovato ragazzi che vogliono migliorare e mi fanno sentire una guida seguita”

Brescia. Visto il clima disteso, dato che il Brescia non vinceva da tempo immemore una partita così ben giocata, con Rolando Maran a fine gara ci si può concedere anche una battuta.

Hai chiesto ai tuoi giocatori di prendere gol nel finale per non ripetere il 3-0 con cui avevi dovuto chiudere la tua esperienza al Brescia il 4 marzo 2006?

“No, no (sorride, ndr) anzi sono molto arrabbiato. Volevo il 3-0. Tra l’altro secondo c’era anche fuorigioco e quindi mi aspettavo che il gol venisse annullato. Occasioni clamorose comunque per la Sampdoria non ce ne sono state. Vincere senza subire gol sarebbe stato bello per il momento, aveva ancora più significato. Vorrà dire che è un ulteriore obiettivo che adesso ci poniamo. Dopo due settimane particolari, con febbri e acciacchi, dei quali non ho mai parlato, i ragazzi hanno risposto alla grande, con sacrificio, hanno fatto una prestazione di una squadra che sa cosa vuole. Avevo chiesto di darci un segnale e ce lo siamo dati”. 

Ti puoi sbizzarrire con questi giocatori, provando diversi moduli?

“Sto dando diversi suggerimenti sia in fase di possesso che di non possesso. Più che nascondere i difetti dobbiamo esaltare le qualità. Abbiamo tenuto fino a 5-6’ dalla fine lo stesso cannovaccio, ma bisogna anche saper essere camaleontici. L’identità che ho dato alla squadra in queste tre partite è sempre stata la stessa, con alcune correzioni. Di partita in partita si può anche cambiare, ci sono i giocatori che devono interpretare al meglio il canovaccio”. 

Dopo Van de Looi anche Galazzi è rinato, come hai fatto? Borrelli quanto ancora può migliorare?

“Non posso fare un raffronto con i giocatori quando io non c’ero. Non sarebbe onesto e non sarei obiettivo. Galazzi ha determinate caratteristiche, che ben si confanno con le cose che chiedo io: è duttile, ha una discreta tecnica, deve trovare continuità. Borrelli ha fatto vedere le sue qualità, deve migliorare in certe cose, ma ha la testa per farlo. Ho trovato ragazzi che hanno voglia di migliorare e mi fanno sentire una guida seguita”. 

La vittoria poteva essere anche più rotonda?

“Nel secondo tempo c’è stata l’occasione di Bianchi, la traversa di Van de Looi, la palla gol per Mangraviti, potevamo segnare ancora di più. Eravamo sempre in 5-6 nella metà campo offensiva e questa è la mentalità giusta”.

Qual è il modulo esatto con cui giocate: 3-4-2-1, 4-4-1-1 o cos’altro?

“Siamo indefiniti, è bello essere così. A sinistra scaliamo, difendiamo a due linee. Nel primo tempo avevamo un problemino, risolto con gli attaccanti per ridurre le imbucate che potevamo subire. Le cose non nascono da sole, c’è un lavoro dietro”. 

Jallow a sinistra come nasce?

“Ci avevo già pensato. Oggi poi è venuto a mancare Bertagnoli all’ultimo… Ci serviva uno con la corsa lunga, che sapesse essere quarto o anche quinto di centrocampo e Jallow sa far bene questo”.