AQUILANI: “ABBIAMO LAVORATO MOLTO BENE NELLA SOSTA E ANCHE CHI E’ TORNATO DALLE NAZIONALI HA IL MORALE ALTO. CON IL BRESCIA E’ UNA SFIDA VITALE”

L’allenatore del Pisa analizza il momento dei suoi e la gara di domani: “Tutto chiarite sulle dichiarazioni di Nagy, non voleva fare polemica poi chi non è contento a gennaio può andare altrove. Una partita dopo la sosta è un’incognita, una partita dopo la sosta contro una squadra che ha cambiato allenatore è una doppia incognita”

Pisa. Alberto Aquilani smorza da portavoce esperto il caso Nagy emerso in settimana (il giocatore si era lamentato per lo scarso impiego) e si prepara alla gara contro il Brescia, definita “vitale“ per dare continuità e significato alla vittoria ottenuta sul campo del Sudtirol. 

Su cosa ha lavorato principalmente durante questa sosta? Come ha ritrovato i giocatori rientrati dagli impegni con le Nazionali?

“Sono state due settimane importanti, in cui chi è rimasto con me ha lavorato molto bene. Ho recuperato D’Alessandro e De Vitis, stiamo portando alla condizione migliore anche chi partiva più indietro. Caracciolo sta meglio, non è ancora pronto, però ci fa piacere che stiano più o meno tornando tutti. I giocatori impegnati con le nazionali sono tornati con grande entusiasmo, perché in tre hanno raggiunto un obiettivo importante per la loro nazione ovvero gli Europei. Speriamo che possano portare in campo questa soddisfazione sportiva che hanno raggiunto, perché devono essere consapevoli che la loro priorità in questo momento è il Pisa e devono dare tutto per fare il bene del club per cui sono pagati“.

Nagy si è lamentato alla tv ungherese, chiedendo più spazio mentre Veloso ha detto che questo Pisa è da playoff. Un suo commento?

“Ne abbiamo parlato, perché quando succedono queste cose il rischio è che si possa creare confusione e dei discorsi che nell’ambiente esterno non sono positivi. Nagy con me si è sempre comportato bene, mi ha parlato e mi ha spiegato che la sua intervista è stata tradotta in maniera sbagliata e noi ci crediamo. La cosa importante è che capisca che le sue parole possono creare dei malumori all’interno del gruppo. Poi se non sarà contento a gennaio ne riparleremo, ora però sono tutti dentro la causa. Veloso invece porta entusiasmo ed esperienza, comportandosi al meglio fuori e dentro al campo. Ha dato una sua idea, poi concretizzarla sul campo è un’altra cosa“.

Come si prepara una partita contro una squadra che ha appena cambiato allenatore?

“Quando si gioca dopo la sosta è sempre un’incognita, con un nuovo allenatore è una doppia incognita. Il focus principale è sempre su di noi, per migliorarci e diventare più forti. Devi poi fare un mix sugli avversari, in base alle tue idee e allo storico dei giocatori; Maran inoltre è stato qua, il suo modo di fare calcio un po’ lo conosciamo. La sfida al Brescia sarà per noi vitale, poi giocare contro una squadra che ha appena cambiato allenatore è sempre difficilissimo“.

Come pensa di ovviare alla squalifica di Marin?

“Ho una rosa talmente ampia ed importante da non avere problemi per sostituire il centrocampista. Ho due tre possibilità, ho dato indicazioni durante la sosta. Voglio che i miei giocatori abbiano una crescita a livello mentale, capendo l’importanza di fare una partita di un certo valore. Sono certo che chi giocherà al posto di Marin farà una gran partita“.

In che senso sarà una gara “vitale“?

“Vitale nel senso che ci siamo già passati, perché in altre gare che avrebbero potuto essere uno spartiacque siamo scivolati in qualche episodio sfavorevole. Per fare ora in modo che ciò non succeda, bisogna capire il modo in cui dobbiamo giocare. Abbiamo vinto una gara difficile a Bolzano, la partita di Brescia ci dirà se ciò che abbiamo fatto prima della sosta avrà avuto un senso: se vinceremo avremo dato continuità, se invece non faremo risultato la gara contro il Sudtirol avrà meno valore“.

In attacco avrà a disposizione tante possibilità. È d’accordo? E Arena come sta?

“Davanti stiamo cominciando ad essere un buon numero. Stanno tutti bene e dunque diventa una scelta da fare solo in base alla condizione migliore e all’avversario che andremo ad affrontare. Ho un gruppo di giocatori che si allena in maniera molto intensa per mettermi in difficoltà. Arena sta bene, è un giocatore molto forte che deve fare un salto di qualità prima a livello mentale e poi tecnico, è a disposizione“.

In questo girone d’andata che si sta completando, qual è l’aspetto tecnico che ti sta stupendo maggiormente sia in positivo che in negativo di questo campionato?

“È un campionato difficile, in cui è un dato di fatto la regola secondo cui puoi vincere o perdere contro tutti e lo vedi dai risultati. Noi ad esempio abbiamo perso contro il Lecco, che sembrava una sconfitta contro una squadra di categoria inferiore, poi lo stesso Lecco è andato a vincere a Palermo e contro il Parma in casa. Ciò ti fa capire la necessità di dare tutto contro qualsiasi tipo di avversario, perché è una categoria che bada al sodo e il risultato ha la massima importanza. Le partite non finiscono mai, ci sono squadre che si abituano ad essere passive e sono a loro agio, ma poi possono farti male perchè il risultato delinea tutte le considerazioni. Ci sono squadre che fanno di tutto per ottenere il risultato, tralasciando magari alcuni aspetti che per noi sono fondamentali, ma ci stiamo abituando anche a questo, qualche schiaffo lo abbiamo preso e dobbiamo trarne insegnamento“

Qualche settimana fa ha dichiarato che si sente in discussione dal primo giorno che è arrivato. Vedendo cosa è successo a Como con Longo, il suo mestiere diventa una missione…

“Anche se non avessero mandato via Longo, avresti comunque potuto paragonarlo ad una missione perché sei sempre sotto la lente di ingrandimento delle cose negative più che positive. Mi viene in mente la partita dell’Italia: ora si dice un gran bene di Spalletti, ma se avessero dato quel rigore all’Ucraina cosa gli avrebbero detto? Un singolo episodio di una singola partita avrebbe potuto cambiare radicalmente tutta la visione. Questo ti fa capire che è un mestiere difficile, in cui devi essere preparato anche mentalmente a sopportare determinati fattori ma poi alla fine il concetto è che noi possiamo fare poco o niente: ci affidiamo infatti a dei calciatori, che rendono l’allenatore più o meno bravo. Siamo in seconda linea, noi possiamo migliorare i calciatori dandogli qualche consiglio e prepararci tatticamente, ma è il calciatore a rendere l’allenatore bravo“.