LA CREMONESE SI ALLENA AL RIGAMONTI

Derby dell’Oglio senza storia: i grigiorossi s’impongono con i gol di Ravanelli, Coda e Okereke. Rondinelle mai davvero pericolose e ora con un solo punto di vantaggio sui play out. A fine gara confronto ultrà-squadra

Brescia. Ravanelli, Coda, Okereke: 3-0 Cremonese ed è game, set and match al Rigamonti. È notte fonda per il Brescia che perde la quinta partita consecutiva subendo una lezione di calcio dalla Cremonese nel derby lombardo e vede la propria posizione in classifica farsi sempre più pericolosa (solo + 1 sui play out). Non basta l’esonero di Gastaldello e la promozione ad interim di Belingheri alla guida della prima squadra per dare la scossa alle rondinelle, che vengono travolte dai ragazzi di Stroppa, superiori in ogni dettaglio del gioco, dalla qualità alla brillantezza fisica, passando per la cattiveria agonistica sulla quale l’allenatore dei grigiorossi aveva posto l’attenzione nella conferenza di vigilia.

Luca Belingheri non è riuscito a dare la scossa al Brescia

Nettissima la superiorità grigiorossa. Al Rigamonti la partita si trasforma ben presto in un tiro al bersaglio alla porta del Brescia, con gli ospiti che si rendono pericolosi fin dalle prime battute e passano in vantaggio dopo soli 17 minuti grazie al tap-in di testa di Ravanelli, che in mezzo a tre maglie biancoazzurre ribadisce in rete il pallone rimbalzato dalla traversa centrata da Vasquez, che dagli sviluppi di un corner battuto da Buonaiuto si era trovato magicamente tutto solo, libero di battere a rete. Le lacune difensive delle rondinelle e la maggiore qualità della Cremonese si fanno sempre più evidenti minuto dopo minuto e alla mezz’ora arriva il raddoppio di Coda, che insacca di testa un cross al bacio di Antov arrivato dalla destra, con l’intero reparto difensivo dei padroni di casa già pronto per comporre il presepe natalizio. La reazione della squadra di Belingheri stenta ad arrivare e all’intervallo lo 0-2 ha il sapore di imbarcata evitata considerato il 70% di possesso palla grigiorosso e i 14 tiri a 2 totali. Nella ripresa Cistana e compagni provano a suonare la carica, ma la reazione di nervi dura ben poco e l’unica mezza occasione creata dal Brescia è griffata da Olzer (ammonito per una simulazione dubbia in area di rigore cremonese nel primo tempo sullo 0-0) che invece di calciare in porta da posizione favorevole cerca una improbabile sponda al limite dell’area piccola da una punizione sulla trequarti battuta da Dickman. Gli ospiti prendono nuovamente il controllo della gara e in almeno tre occasioni sfiorano il gol del 3-0. Rete che arriva puntuale come le tasse da pagare al 78′ grazie al subentrato Ghiglione. A salvare le rondinelle ci pensa il Var, che richiama Marinelli al monitor per il più classico degli attuali ‘step on foot’ ai danni di Galazzi. Gol annullato che non cambia l’inerzia della sfida e che è solo il preambolo di quello siglato all’89esimo da Okereke che “mette l’ombrellino nel long drink” in un Rigamonti ormai deserto, con la Curva Nord uscita prima del triplice fischio in segno di protesta e che nel dopo partita ha chiesto e ottenuto un confronto con la squadra alla quale è stato chiesto di metterci più grinta e di pretendere da Cellino un allenatore “vero”.

Nel tunnel. Arriva così la quinta sconfitta consecutiva in casa Brescia, una vera e propria disfatta targata Massimo Cellino, il presidente che in estate ha confermato Daniele Gastaldello e che dopo averlo esonerato in settimana non è stato in grado di sostituirlo a dovere, ricevendo solo no da diversi tecnici, trovandosi costretto a mandare al macello l’esordiente Belingheri, alla prima presenza assoluta da capo-allenatore di una prima squadra. A salvare il ‘lider maximo’ arriva la sosta che gli permetterà di riordinare le idee e di cercare un tecnico con la ‘T’ maiuscola che possa risollevare un gruppo in caduta libera e che possa riportare entusiasmo in un ambiente che inizia a rivedere gli spettri del campionato scorso.