GASTALDELLO, TRE PARTITE PER TENERSI STRETTO IL BRESCIA. A CITTADELLA E PALERMO SENZA BISOLI

Senza sfuriate o toni forti, ma Cellino ha fatto capire al tecnico che alla sosta verranno tirate le prime somme. Il 4-3-1-2 torna ad essere un modulo di riferimento. Si prova a recuperare il capitano per il derby con la Cremonese

Brescia. Nel day after non c’è stato bisogno di alzare la voce. Daniele Gastaldello sa bene che Massimo Cellino è infastidito (eufemismo) per le due sconfitte subite con Modena e Bari, nel giro di soli cinque giorni al Rigamonti. Nessuna sfuriata presidenziale, ma il clima non è certo dei migliori anzi diciamo che è in linea con quello meteorologico. Piove, piove a dirotto sulla Leonessa. Per il tecnico biancoazzurro ci sono ora tre partite dopo le quali il suo datore di lavoro tirerà le somme e deciderà se è ancora l’uomo giusto per guidare una squadra che non è stata costruita per soffrire. Altrimenti tanto valeva tenere il roster dell’anno scorso…

Last dance? Cittadella e Palermo in trasferta, Cremonese in casa: nella settimana dal 4 al 12 novembre c’è scritto il destino di Gastaldello. Si giocherà senza un attimo di respiro, che poi c’è la sosta e tempo per rallentare non mancherà. Ma sarà anche la sosta dei primi bilanci e del bivio, se continuare con l’attuale tecnico o dare una virata. Il “Gasta” resta la prima scelta e verso di lui Cellino sente di avere anche un senso di riconoscenza, come ha ricordato più volte nelle interviste, “per avere tenuto compatto un gruppo ancora senza rinforzi, che non sapeva in quale campionato avrebbe giocato” durante la lunga, incerta e caldissima estate. Anche il senso di riconoscenza però ha un limite. A Gastaldello sono state concesse già nove partite per dimostrare di meritarsi la panchina biancoazzurra dopo non essere riuscito a salvare il Brescia sul campo nella scorsa stagione. Dopo il tris della prossima settimana le partite saranno 12, quasi un terzo della stagione. E di materiale per giudicare l’operato del conducator biancoazzurra ce ne sarà a sufficienza.

Il Gasta in altalena. Il tecnico alle prime armi, dopo un non breve apprendistato negli staff di Del Neri, Lopez, Dionigi, Clotet e con una parentesi anche nell’Italia Under 21 di Nicolato, sta oscillando tra buoni segnali e incertezze anche clamorose. E’ lui che ha ridato al Brescia una solidità difensiva pur senza avere dal mercato estivo un nuovo difensore, è lui che ha ridato autostima a un gruppo che perdeva spesso, portandolo ad ottenere 13 punti nelle prime 7 partite. Ma è sempre lui che è tornato a palesare mancanza d’esperienza tattica e gestionale nelle ultime due gare perse con Modena e Bari, sotto molti aspetti simili alle due partite di playout con il Cosenza. Se Viali l’aveva mandato in tilt con la mossa del 4-1-4-1, alla quale Gastaldello non aveva saputo rispondere andando oltre il solito 4-3-1-2, Bianco e Marino gli hanno iniettato un virus fatto di palleggio, tiri in porta, intensità e capacità di adattamento al 3-5-2 (il tecnico dei canarini) e all’improvviso ritorno al 4-3-1-2 dopo l’infortunio in riscaldamento di Adorni (il tecnico dei galletti, seppure dichiaratosi inizialmente preso di sorpresa). Dei quattro tempi visti a Mompiano la scorsa settimana, solo il primo con il Bari ottiene la certificazione di qualità. Ma uno su quattro è poco. E anche se è comodo ripetere lo stucchevole refrein “meritavamo di più”, i numeri dicono che contro il Modena il Brescia ha tirato zero (si, zero) volte nello specchio della porta e con il Bari in tre occasioni contro le sei degli ospiti. I conti non tornano. E siccome anche il computo degli angoli è ancora un’interessante cartina al tornasole, il 7-2 per gli emiliani e il 5-2 per i pugliesi evidenzia ancora una mancanza di coraggio e personalità. O semplicemente una sindrome da “vorrei, ma non riesco” che non è giustificabile per un roster ben più competitivo di quello del campionato scorso. Non essere padroni in casa propria sta togliendo alla squadra quell’autostima che proprio Gastaldello aveva provato a ricostruire. Anche le incertezze nei cambi e una mancanza di gerarchie nell’undici titolare stanno minando alla base il progetto tecnico.

(Qui sopra la sequenza del rigore segnato da Moncini)

Lo scenario. Ora ci sono due viaggi, uno dopo l’altro. Cittadella è il secondo più corto dell’annata dopo quello di Cremona, Palermo sarà il più lungo. Due squadre reduci da un week-end da incubo: veneti sconfitti al “Tombolato” dalla Cremonese, Palermo al “Barbera” dal piccolo Lecco. Cellino si aspetta che Gastaldello vada avanti con il 4-3-1-2, tenendo il 3-5-2 solo per certe occasioni e quindi come piano B. Tra l’altro non è detto che Adorni recuperi per il prossimo match, ma dall’allenamento di questo martedi mattina alle 10:30 a Torbole Casaglia s’inizierà ad avere qualche certezza in più. Cistana è ancora alle prese con un guaio al ginocchio e viene valutato giorno per giorno. Confermato invece ciò che vi avevamo anticipato ieri relativamente a Bisoli: l’infortunio al ginocchio non è grave (in questi casi si teme sempre per il crociato) e si proverà a recuperare il capitano per la gara con la Cremonese, ma se tra Cittadella e Palermo non saranno arrivate due sconfitte, e quindi non ci sarà assoluta urgenza di riavere in campo il leader, verranno lasciate altre due settimane al capitano dato che dopo il derby dell’Oglio ci sarà la sosta. Un mese per riavere il miglior Dimitri Bisoli. Una settimana per avere risposte da Gastaldello. La stagione del Brescia è già al primo, significativo bivio.