CELLINO: “CON ALTRI BRESCIANI COME LA FAMIGLIA SCUOLA FAREMMO UN GRANDISSIMO BRESCIA. SE NON CEDO E’ PERCHE’ NON C’E’ NESSUNO CHE DA’ GARANZIE. LA SERIE A? STIAMO COSTRUENDO PER TORNARCI, MA CON PROGRAMMAZIONE E PICCOLI PASSI, ANCHE VALORIZZANDO GIOCATORI DEL SETTORE GIOVANILE. SARÒ MENO INVASIVO, MI PROPONGO COME UN PRESIDENTE DIVERSO”

Alla presentazione dello sponsor Dac, Massimo Cellino è tornato a parlare in toni molto distesi con la stampa: “Sento addosso ancora di più la responsabilità di far bene. Potevamo avere uno sponsor di Bergamo, ma mi avrebbe mortificato. Se non do il Rigamonti a Pasini è per il bene della mia squadra, non lo darei nemmeno a mio fratello. A Brescia ognuno dovrebbe fare la sua parte, da chi compra il biglietto in poi. Ho preso tanti schiaffi in questi anni e sofferto molto, ora mi sento più cauto. Chiedo scusa a tutti se ho mandato messaggi sbagliati. Gastaldello va seguito affinchè non vada nel burrone, ma intervengo meno con lui che con altri. Gioca sempre con due punte, ma bisogna capire se è giusto questo modulo: non l’ ho preso per fargli fare quello che voglio, di sicuro non voglio la difesa a 5. Con il pubblico che abbiamo avuto nel match con la Feralpisalò andremmo in serie A”. Siparietto (pacato) anche con il nostro direttore…

Torbole Casaglia. Presente ufficialmente solo per presentare il nuovo title-sponsor Dac, Massimo Cellino ha toccato in realtà numerosi argomenti: dalla questione societaria ad aspetti tecnici.

“Di solito – ha iniziato a parlare Cellino – preferisco non legare l’amicizia al lavoro, per troppo rispetto verso la famiglia Scuola non ho mai parlato di un possibile legame con loro. Ora che c’è, mi sento ancora più responsabile, la scelta di Daniele va oltre il commerciale. Potevo avere un altro sponsor, di Bergamo, ma mi avrebbe mortificato. Io non faccio pubbliche relazioni, forse allontano anche le persone, ma se i risultati non mi aiutano divento introverso. Le amicizie vere, le conto sulle dita di una mano, dover far subentrare un rapporto di stima e amicizia con la sponsorizzazione non è giusto. La famiglia Scuola ha esternato la sua amicizia con i fatti. A Brescia ognuno dovrebbe fare la sua parte, da chi compra il biglietto in poi. Tutti dovrebbero fare qualcosa per il Brescia. Con il Salò lo stadio era tutto esaurito e poi invece non vengono in un’altra partita… E’ una mentalità che sta cambiando, la vicinanza di Daniele e altri è importante. Senza ci sia bisogno dell’acquisizione societaria, tanti imprenditori con un piccolo obolo potrebbero aiutare. Brescia ha grandi potenzialità. Il segnale di Scuola è forte e importante non è quantificabile in denaro. Non abbiamo mai parlato del 10% delle azioni, mai sentito nulla di ciò. Il mio sogno è dare Brescia ai bresciani, che possano gestirlo. Non avere ricambio per una società come Brescia è brutto. Se ce ne fossero 100 di imprenditori, saremmo più forti, le strade per raggiungere tutto questo sono complesse, noi andiamo in apnea da una partita all’altra e a quello dobbiamo pensare”.

Cosa ci dice del gruppo americano interessato al Brescia?

“L’anno scorso fu messa, da irresponsabili, come un annuncio mortuario, la notizia che il Brescia era in vendita. Io so chi va dà informazioni, ma state attenti. Tanta gente mi chiama, dice che vuole il Brescia, qualcuno lo ricevo e altri no. Non ci sono compratori seri. Ogni giorno qualcuno ha interesse a tenere il fuoco ardente per approfittarne: non dico la stampa, ma broker o altri. Lei Corbetta (si rivolge direttamente a chi sta scrivendo su Bresciaoggi della possibile acquisizione del Brescia calcio ovvero di un gruppo americano, ma lo fa con educazione e pacatezza, ndr) si deve rendere conto che non sono reali certe situazioni. Magari viene utilizzato… Io sono prudente nel dire le cose. Se non valuto è perchè non c’è modo di valutare. Abbiamo una squadra che sta imparando un nuovo modulo, con piccole difficoltà, ma con un allenatore che ha entusiasmo, ma non esperienza, anche se troppa esperienza non porta risultati migliori. Martedì ero devastato per come abbiamo perso. Siamo un cantiere aperto, abbiamo tutti fretta di non ritrovarci come l’anno scorso, è lecito, ma servono passi piccoli, la fretta è cattiva consigliera. La strada giusta è stata presa. E’ importante aver vicino un imprenditore come Scuola”.

Perchè non sta facendo investimenti sui giocatori come nell’estate del 2018, annata che poi portò alla promozione?

“Tognoli (si rivolge al sottoscritto, ndr) sai quanto abbiamo spesso quell’anno?”.

Si può anche investire sui giocatori giusti senza spendere tanto…

“Se l’anno che siamo andati in A non avessimo ripreso Torregrossa e non avessimo messo Spalek trequartista non saremmo saliti. Se volevo salire non avrei preso Suazo, volevo fare un anno di transizione”

Prese anche Donnarumma (vice capocannoniere l’anno prima) e top player di B com Alfonso, Romagnoli, Sabelli e sapeva di avere in casa un talento come Tonali….

“Poi presi Corini grazie a lei, Tognoli. Mi disse che non aveva potuto entrare al Rigamonti perchè non gli era stato fatto l’accredito e nacque il legame. Lo volevo già da calciatore. Ora abbiamo puntato su giocatori del settore giovanile, stiamo facendo un programma a medio termine. Se serve un investimento ancora sui giocatori lo faremo, ma non possiamo fare una squadra con uno stress per salire a tutti i costi. A volte la differenza è di tre punti tra i playout e i playoff, ci vuole anche fortuna. Io vi dico che abbiamo ancora paura, la squadra col Modena ne ha avuta e non ha giocato. Il mister dice di no? Io si. L’avete tutti questa paura, è normale. Sono più anziano, mi sento più cauto, mi è passato l’eccessivo ottimismo, ho preso tanti schiaffi, ho sofferto molto in questi anni. Chiedo a Corbetta di non farsi usare, se ci fosse un Re Mida non saprei nemmeno come dirgli di spendere i soldi, ma sarebbe il benvenuto. Bisogna rimettere a posto lo stadio, prima o poi. Oltre che pensare alla squadra. Se vinciamo e facciamo bene, oltre a Scuola ne troviamo anche altri di investitori bresciani. I punti ci portano tifosi e persone interessate altrimenti scappano tutti. Dobbiamo arrivare prima sui giocatori”. 

Olzer non sta giocando troppo poco?

“L’ho scelto io, nell’operazione Tonali. Ha avuto problemi di pubalgia. Quest’ anno è il primo anno che sembra stia bene. E’ un 2001, anche se è al terzo anno che è qui. Non tutti sono Tonali. Daniele Conti a Cagliari l’ho aspettato sei anni. Sul fatto che Olzer abbia tutto tecnicamente e mentalmente per essere di alto livello sono d’accordo, quando sarà il momento diventerà valore aggiunto. Fogliata idem. Nuamah è un 2005 e ha grande potenza nelle gambe. Purtroppo ci vuole tempo. Io ho fretta di vedere i risultati, ma quest’anno siamo arrivati ultimi sul mercato e forse è stato anche meglio. Il giocatore straniero lo devi prendere in giovane età, ci vuole anche fortuna, finora ne abbiamo avuta poca. Chiedo scusa a tutti se ho mandato messaggi sbagliati. Voglio essere meno invasivo di prima per non esporre la squadra ad attacchi che subisco io per certi comportamenti. La squadra l’anno scorso ha sofferto troppo. Un punto in diciotto partite (più o meno, ndr) non mi era mai successo. Dovevo essere mandato via io a a calci in culo. Sapendo la situazione della Reggina e della Sampdoria, e lo confermo anche sui liguri, nonostante alcuni sotterfugi di altri, siamo riusciti ad avere una seconda possibilità. Siamo andati all’inferno e siamo tornati. Volevo andarmene, ma non è stato possibile. Se non potete avere un nuovo presidente, mi propongo io in veste diversa. Se perdiamo tre partite di fila vado io in discussione, non Gastaldello. L’ho messo in discussione, ma la verità è che dovevo chiamarlo prima, non era pronto. Ci ha tenuto la squadra a galla tutta estate senza giocatori, con nuovi acquisti che ci chiedevano di prendere tempo prima di firmare. Con Gastaldello anche ragazzi come Bisoli, Bianchi, Mangraviti e Cistana hanno lavorato con professionalità e meritano rispetto. Se ci fosse un mago Zurlì in giro saluterei il “Gasta”. Bisogna capire perchè non arrivano i risultati, se non arrivano. Gastaldello ne ha passate tante con noi sia da giocatore che da allenatore. Conosce squadra e ambiente meglio di tutti. Bisogna aiutarlo nel trasferire la fiducia che lui ha nei giocatori nei giocatori stessi: Borrelli è molto forte, Moncini lo volevo sempre. Siamo partiti vincendo col Cosenza, a Lecco con un un po’ di buona sorte e ci siamo montati tutti la testa. Sono iniziati i pareggi per una serie di episodi: al Rigamonti vengono tutti agguerriti, con l’Ascoli ci hanno annullato un gol millimetrico, a Terni volevamo vincere 6-0, ma l’anno scorso avremmo perso una gara così. Gastaldello ha un direttore sportivo che conosce bene dinamiche e realtà bresciano. Abbiamo preso giocatori per giocare a 4 dietro, ora cambiato modulo. C’è gente che deve adattarsi. Al Leeds avevo un allenatore che chiamavo Mister X e faceva tutto per pareggiare per dire che era imbattuto: l’ho mandato via. Gastaldello gioca con due punte, se servirà andrò a pregare in chiesa ancora di più”. 

Perchè non voleva la difesa a tre?

“Perchè conosco il calcio e so che è meglio il 4-3-1-2. Ora però abbiamo tre difensori nati per giocare a tre, ma l’importante è non giocare a cinque come sta accadendo. Anche Gastaldello sta cercando di capire il perchè. Lui non risponde alle mie direttive, a volte mi chiama e mi chiede qualcosa e non so cosa rispondergli. Con Gastaldello c’è amicizia e affetto e a volte ho paura a fare una battuta in più. Io prendo un allenatore per vincere non perchè fa quello che dico io. Ho mandato via alcuni allenatori perchè stavamo retrocedendo e continuavano a fare le prove generali. Gastaldello è un professionista: oggi può essere qui domani al Milan. Se facesse quello che gli dico io, vincerebbe tutte le partite… (ride, ndr). Quando mi ha proposto la difesa a 3, ho capito che era quella giusta. Ora dobbiamo capire cosa può essere fatto di meglio. Di sicuro non voglio la difesa a…5”.

Come va gestito un allenatore giovane come lui senza essere invasivi, accompagnandolo nel modo giusto?

“La differenza tra Gastaldello e altri è che lui ti risponde al telefono anche se vince, gli altri no. Bisogna fare come un bambino: accompagnarlo non troppo mano nella mano, ma stando attenti al fatto che non cada nel burrone. Con Gastaldello intervengo meno che con altri”. 

Stupito dei 12000 con la Feralpisalò?

“Si, se avessimo sempre un pubblico così andremmo in A solo coi tifosi eprchè ti ci portano. Ma io ringrazio tanto i 2000 col Modena. Più i tifosi vengono e più vinciamo”. 

Pasini spera ancora di giocare nel Rigamonti… 

“Chi vive sperando, muore… diceva un signore che conoscevo. Rispetto Pasini, ma la mia responsabilità è fare gli interessi del Brescia. Se dessi lo stadio a un’altra squadra non farei gli interessi della mia società. Non la darei nemmeno a mio fratello”.