GASTALDELLO: “A TERNI PER SBLOCCARE IL RISULTATO E NON PER DOVERLO RECUPERARE. MAI AVUTO SOSPETTI SU TONALI, MI DISPIACE MOLTO, VA AIUTATO”

A due giorni dalla gara del “Liberati”, il tecnico biancoazzurro è intervenuto su diversi argomenti: “Cistana e Fares molto difficilmente saranno disponibili dopodomani, ma ho giocatori pronti e non ho problemi a lanciare giovani che meritano come già successo con Fogliata. L’importante è partire forti e non aspettare che la lampadina si accenda nei secondi tempi. Che belle sfide con Lucarelli, ma sul modo di proporre calcio non influisce il ruolo che avevamo. Pareggio troppo? Beh, intanto siamo ancora imbattuti…”

Torbole Casaglia. Il lavoro atletico-tattico durante la pausa, la gara di Terni e il caso scommesse con un suo ex compagno di squadra coinvolto (Sandro Tonali). Daniele Gastaldello tocca diversi argomenti a due giorni dal ritorno in campo del Brescia. 

Partiamo dall’infermeria: come sta Cistana? 

“Queste due settimane sia lui che Fares hanno avuto dei problemi. Non si sono allenati, sarà molto difficili recuperarli. Vediamo domani con la formazione. Il modo di giocare non cambierà: abbiamo sostituti che sono pronti a giocare, gente che si è allenata bene e ha voglia di giocare. Non sono preoccupato, mi fa piacere che altri possano mettersi in mostra”. 

Stai pensando anche a Maccherini oltre ad Adorni?

“Abbiamo giovani che si stanno mettendo in evidenza. All’inizio erano in difficoltà, venivano da ritmi diversi tra Primavera e serie inferiori, ma sono spettacolari, con una cultura del lavoro importante. Sono pronto a far giocare chi merita. Come l’ho fato con Fogliata alla prima giornata, lo farò anche con altri che meritano”. 

A Terni può andar bene anche un punto?

“Li abbiamo visti giocare, sono una squadra forte, che ha grande ritmo, parte bene, dovremo imparare dalle lezioni passate e partire col piede giusto per accendere subito la lampadina con il giusto atteggiamento mentale. Bisogna andare a Terni per fare la partita. L’abbiamo pareggiate così”. 

Hai pareggiato il 52% delle partite da quando sei capo allenatore del Brescia, cosa significa?

“Ci sono anche le due volte in cui ho fatto da tutor in attesa che arrivasse un nuovo allenatore (sorride, ndr)? Beh, vedo comunque l bicchiere mezzo pieno: in questo campionato siamo ancora imbattuti e la statistica vuol dire che ho perso poco, ma voglio trasferire ai ragazzi la voglia di giocarsela contro  tutti perchè possiamo. Poi perderemo, ma non dobbiamo avere paura o scendere in campo per non perdere gol. Bisogna difendere in undici dietro la palla, ma voglio che quando attacchiamo lo facciano anche i difensori”. 

Bianchi ha detto che la squadra vuole dimostrare di meritare la categoria, quanto incide questo?

“Molto. Il nocciolo duro è rimasto quello dell’anno scorso quando i ragazzi hanno dimostrato di volersi salvare poi è finita come è finita, ma ho rivisto dal primo giorno di quest’anno lo spirito giusto e lo vedo quando andiamo a recuperare partite che si mettono male. I secondi tempi che stiamo facendo sono il frutto di non voler mollare mai. Se il primo tempo stiamo facendo male, soprattutto con la Feralpisalò, nei secondi tempi stiamo facendo molto bene”. 

Certe partite che state pareggiando nel finale, l’anno scorso le avreste perse?

“Le partite durano 95’ e bisogna crederci sempre. Con la Feralpisalò potevamo anche pareggiare prima. Ho visto un Brescia che ha rischiato, che si giocava dietro gli uno contro uno, questo deve succedere per far gol prima noi. Con equilibrio, senza andare allo sbaraglio, ma per vincere le partite e sbloccare il risultato. Non vedo un problema però, ma una mentalità da costruire. Siamo in costruzione e da questo punto di vista siamo ancora al 50%. Tante volte mi stupiscono i ragazzi durante la settimana: chiedo cose al video e me le fanno vedere subito in allenamento. Significa che sanno fare le cose, devono togliersi certi freni e io sono qui per aiutarli. Facile dire che si va in campo per divertirsi poi però ci sono pressioni e aspettative, solo chi ha giocato può capirlo. Bisogna lavorare su consapevolezza e voglia di fare la differenza”. 

Tu sei stato difensore e Lucarelli attaccante, influisce nel proporre calcio da allenatori?

“No, ognuno ha il proprio credo e non incide quello che è stato. L’ho sfidato quando era a Livorno, capitano, livornese, lo vedevi che ci teneva molto a giocare per la squadra della sua città, sono stati bei duelli”. 

Bianchi è l’attaccante che hai finora impiegato di più, con questo tour de force che vi aspetta può tirare il fiato?

“Nelle prossime sei partite in tre settimane vedrete giocare tutti. Non c’è un essere umano che può fare 6 partite in 21 giorni. In questi giorni valuto chi far giocare a Terni poi penserò alle prossime. Sono tutti coinvolti, anche i giovani: Riviera, Maccherini, Nuamah. I vecchi hanno più peso nello spogliatoio, ma poi gioca chi merita”. 

Cosa ne pensi della vicenda scommessa e di Tonali con il quale hai giocato tre anni?

“Non ho sentito Sandro. Mi dispiace molto, ho letto, sto guardando e cercando di capire, non mi va di commentare, sono cose molto personali. E’ stato un mio compagno di squadra, gli voglio bene, ha dato tanto per questa maglia, bisogna aiutarlo. Lui e gli altri. Se hanno sbagliato, pagheranno, ma non bisogna abbandonarli. Io non l’ho mai visto agitato prima di una partita o impegnato a scommettere, è sempre stato  normale, con il suo carattere. E’ sempre sembrato molto freddo. La cosa che più risaltava, e lo vedevate anche voi, era la freddezza che aveva in campo, a 18 anni sembrava un veterano. In spogliatoio non parlava molto, ma era sempre sicuro delle sue qualità”. 

In generale ti sorprende che il calcio sia così coinvolto?

“Si perchè è stata fatta prevenzione su queste cose, noi professionisti sappiamo cosa possiamo fare e cosa no. Sono stati atti di leggerezza, bisogna stare attenti su queste cose qui. La prevenzione è fatta da chi ti è vicino. Noi allenatori, dirigenti, procuratori dobbiamo stare vicini ai giocatori e far loro capire qual è la strada giusta. Facile tirare addosso la croce a una persona, bisognava aiutarli prima”. 

Ne hai parlato con i tuoi giocatori?

“Qualche battuta l’ho fatta poi sai un conto è averli sottocchio quando siamo in allenamento e in ritiro, ma ognuno ha la sua vita privata. Io vigilo sulle regole che abbiamo qui dentro, ma quando escono dal cancello di Torbole devono avere persone che li aiutino: mogli, genitori, procuratori. Siamo tutti essere umani, a prescindere dai lavori che facciamo, possiamo avere delle debolezze. Per il mio vissuto credo che la famiglia sia la cosa più importante. Un genitore deve bastonare o aiutare un figlio. Lo faccio anche io, sono cose della vita”. 

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