CELLINO E PASINI, COSÌ VICINI E COSÌ LONTANI

Il derby di venerdì sera metterà di fronte anche due presidenti tra i quali si è creata negli anni una certa rivalità, sicuramente più di quella che c’è tra le due squadre

Brescia. Il primo ha costruito le sue fortune con il calcio. Il secondo ci si è buttato dopo aver costruito un’autentica multinazionale dell’acciaio, partendo dal primo stabilimento di Lonato inaugurato dal padre Carlo nel 1968. Due storie imprenditoriali differenti, ma anche due caratteri completamente diversi: vulcanico e decisionista il primo, più riflessivo ma all’occorrenza pragmatico il secondo, anche se meno “scafato” sul campo della comunicazione. E ciò, soprattutto nel mondo di oggi, dominato dai social network, purtroppo non paga. Quanto al primo, la comunicazione spesso la tralascia proprio. E’ chiaro come il derby di venerdì sera tra Brescia e Feralpi Salò sarà un po’ anche il loro, tra due patron che tra loro poco si amano, ma che qualcosa in comune paradossalmente hanno: l’essere entrambi poco amati dal popolo biancoblù. 

Storie tese. Deve esser difficile andare d’accordo con Massimo Cellino. L’uomo, nel bene e nel male, è un solista e negli affari non è un cliente facile. Tuttavia, quando giunse a Brescia nel 2017, le premesse erano molto diverse, con il Leader Maximo che cercava di inserirsi nel tessuto industriale bresciano, ma ovviamente a suo modo e dunque trovando, giocoforza, poco ascolto. In quel momento Giuseppe Pasini era a capo degli industriali bresciani in Aib e si aspettava che Cellino, appena arrivato in città, creasse un contatto; quest’ultimo pensava lo stesso, con l’idea di fondo che il presidente di Confindustria Brescia gli presentasse dei potenziali soci bresciani desiderosi di investire nella squadra della città e, nel più classico dei chiami tu che chiamo io, alla fine non chiamò nessuno. I due poi, lungo tutti questi anni, poco o nulla si sono sentiti fino alle note vicende di questa estate: la Feralpi Salò viene promossa, ma il Turina, casa dei salodiani, necessita di grossi lavori di adeguamento. Pasini chiama allora Cellino, che ha il controllo sul Rigamonti dai lavori di adeguamento per la serie A fatti nel 2019, ma il presidente del Brescia gli chiede 850.000 euro per concedere l’impianto; il patron della Feralpi non accetta e il trasferimento a Piacenza è la logica conseguenza di tutto ciò, con suo grande rammarico («la questione dello stadio Rigamonti è una ferita aperta», ha infatti dichiarato in un’intervista a rilasciata al nostro direttore su queste colonne e su Tuttosport). Il no di Cellino alla cessione di Adorni ai salodiani è l’ultimo capitolo di un rapporto mai nato, se mai servisse un’ ulteriore controprova. 

Qualcosa in comune. Menzionavamo però nella premessa che qualcosa in comune i due in realtà ce l’hanno ovvero la scarsa stima di cui godono tra i tifosi biancoblu, al di là del rispetto molto bresciano per un imprenditore che dà comunque lavoro a migliaia di famiglie. I tifosi rimproverano al patron della Feralpi essenzialmente due colpe: la prima è il non essersi mai interessato al Brescia Calcio, soprattutto quando la società era in difficoltà nell’epoca post Corioni, la seconda è la sinergia, con annessa fotografia con maglia nerazzurra, dopo un’amichevole disputata tra l’Atalanta e la squadra di Salò nel gennaio del 2018. Il presidente ha poi cercato di stemperare gli animi, in un’intervista a gianlucadimarzio.com del gennaio 2019, dichiarando di aver “accettato un regalo graditissimo da parte di una squadra che rappresenta un modello, ma che mai e poi mai l’avrebbe indossata, essendo bresciano al 100%”, ma la frittata era ormai fatta e certi gesti per il tifo biancoblu sono e restano inaccettabili. Analizzando poi con distacco la questione, se dal punto di vista della comunicazione la foto è stata una mossa improvvida e dunque evitabile, dal punto di vista sportivo la collaborazione è stata proficua per entrambe le squadre: basti pensare al terzino Bergonzi, il cui prestito è stato rinnovato anche per quest’anno nonostante il giocatore sia tra i più interessanti prospetti nel ruolo in Italia, ma anche Hergheligiu, centrocampista di fascia sinistra da quattro stagioni sul Garda, più altri giovani di fortune alterne, ma normali quando si ha a che fare con dei prospetti. Con tutti questi intrecci, pur essendo una prima volta, la partita di venerdì ha tanta carne al fuoco, poi, se diventerà un derby sarà solo la storia calcistica delle squadre a dircelo.