DOPO LA PRIMA MESSA IN SICUREZZA, E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI OSARE CON IL CONTROLLO QUALITA’

Nove punti in cinque partite, quattro gol fatti e uno subito, pongono l’ancora imbattuto Brescia in una situazione dove a centrocampo non si può più rinunciare a Paghera, iniziando a dare più fiducia anche a giocatori tecnici come Olzer e Ndoj

Brescia. Ci vorrà ancora del tempo affinchè il demone della retrocessione sul campo, con il suo carico di misticismo, di legami ultraterreni e di streghe che hanno volteggiato per mesi sul cielo di Brescia, venga definitivamente esorcizzato, ma con 9 punti in 5 partite, si può cominciare a parlare di una squadra messa almeno in provvisoria sicurezza dopo tutte le traumatiche cadute della scorsa stagione.

Ci vuole coraggio. Se il primo obiettivo di Gastaldello era quello di coprire le spalle alla Leonessa riammessa in B solo un mese fa, può dirsi soddisfatto. Un gol subito in 450’ è un risultato eccellente per la fase difensiva, tanto cara all’ex stopperone di Bologna e Sampdoria, al quale è stata messa però a disposizione una squadra che può pensare di segnare più di una media di 0.8 reti a partita (è questa l’attuale statistica offensiva). Il gol di Moncini ha interrotto un digiuno di 292’, dato che l’orologio produttivo si era fermato alla rete di Bianchi al 63esimo di Lecco, gol che aveva fatto seguito a quello di Borrelli dopo 3’ e a quello firmato da Bjarnason al debutto con il Cosenza. Il Brescia in questo momento è una squadra che Gianni Brera avrebbe definito “femmina”. Si trova più a suo agio se deve giocare sugli errori degli avversari rispetto a quando è costretta a fare la partita. Per carità, si può continuare anche così fino a fine stagione se i risultati daranno ragione all’ex vice di Clotet: allenatori come Castori o Simeone, giusto per citarne un paio a diversissime latitudini europee, hanno vinto campionati fondandosi più sul risultatismo che sul giochismo. Certo fa un po’ specie vedere una squadra che si chiama Brescia, tra l’altro nel giorno in cui torna davanti al proprio pubblico, lasciare per gran parte del primo tempo il possesso ad un’avversaria come l’Ascoli non certo attrezzata per un campionato di vertice. Si può chiedere qualcosa di più e meglio, senza che nessuno abbia ad offendersi. Se una tattica di questo tipo, vista per altro già a Lecco quando però la Leonessa aveva avuto la bravura di passare in vantaggio dopo 3’, può essere accettata contro il Venezia (che sì, è da primi posti) non così contro squadre alla portata delle Rondinelle. Certo iniziare con un 3-5-2 dove Bisoli fa il play (ottimo schermo per la difesa, ma non certo un ingegnere del centrocampo dove ha piuttosto bisogno di liberare la sua corsa nella doppia fase da mezzala), Bjarnason la mezzala-trequartista e continuare fino a 10’ dalla fine con tre difensori marcatori mentre l’avversario ha una sola punta pura, non aiuta a migliorare il gioco e quindi a creare occasioni. Vero che l’Ascoli si è salvata due volte sulla linea, ma per produrre quelle due palle gol è servito che Cistana si trasformasse da difensore centrale a play e persino fantasista nell’area avversaria. Qualquadra non cosa, per dirla con lo slang giovanile. In attesa che Van de Looi (unico play puro in rosa) torni a disposizione, il Brescia non può più permettersi di rinunciare dall’inizio a Paghera, con buona pace del turnover. Ammesso e non concesso che possa essere l’olandese altalenante l’uomo giusto da mettere al posto giusto, è logico attendersi da Gastaldello anche qualche scelta nuova.

Dentro la qualità. In panchina ci sono calibri come Olzer (88’ finora) e Ndoj (è fermo ai 57’ del debutto con il Cosenza) che fra zona di trequarti e centrocampo possono dare più fantasia, tecnica, imprevedibilità. Chissà magari potrebbe essere anche l’anno giusto per provare a puntare definitivamente sull’albanese play (con Bisoli e Paghera ai suoi fianchi sarebbe un signor centrocampo) visto che Cellino quest’estate si è impuntato per rinnovargli unilateralmente il contratto. Nella dispensa gastaldelliana ci sono risorse sufficienti per puntare su uno step qualitativo. Nel derby di venerdì al Rigamonti arriva una Feralpisalò terz’ultima e con 5 punti in meno del Brescia nonostante tre partite in più, ma attenzione perchè è una squadra che prova sempre o quasi a fare la partita e sabato contro lo Spezia, che pochi giorni prima aveva messo sotto le Rondinelle sul piano del gioco, pur perdendo ha scoccato 9 tiri dei quali 3 nello specchio della porta. Sarebbe quantomeno imbarazzante vedere ancora una volta l’ospitante che si guarda in giro fischiettando senza sapere bene cosa fare, lasciando che sia l’ospite a sentirsi il padrone di casa.

(Giacomo Olzer)

(Emanuele Ndoj)

(Cellino era allo stadio anche sabato e nei suoi confronti non è mancata la contestazione)