BORRELLI DESCRITTO DAL SUO EX ALLENATORE PASQUALE PADALINO: “GRAN TIRO, COLPI DI CLASSE E SPREGIUDICATEZZA. NEGLI ULTIMI DUE ANNI E’ MIGLIORATO TANTO”

Insieme alla Juve Stabia nella stagione 2020-21: “Di questo passo può pensare di arrivare in A e magari tra due o tre anni anche in Nazionale vista la penuria di punte italiane”

Brescia. Palo all’esordio contro il Cosenza. Gol magnifico alla prima da titolare con la maglia del Brescia. Gennaro Borrelli ha iniziato la stagione come meglio non si potrebbe e si candida per il ruolo di punta principe nello scacchiere tattico di Gastaldello. Per celebrare questo ottimo avvio di stagione, bresciaingol.com ha intervistato Pasquale Padalino, che ha allenato la punta nativa di Campobasso per sei mesi alla Juve Stabia nella stagione 2020-21. 

(Pasquale Padalino)

Essendo stato suo allenatore, che tipologia di giocatore è Borrelli?

“Innanzitutto è un bravo ragazzo, un professionista serio. Arrivò a Castellamare a gennaio e lo allenai per sei mesi. È un calciatore molto fisico, strutturato, bravissimo nella gestione della palla, nonostante la sua stazza possa far pensare il contrario. Preferisce ricevere palla sui piedi anziché buttarsi in profondità. Ha un gran tiro e colpi di classe, ad esempio con la maglia della Juve Stabia fece un gol in rovesciata. Ha l’umiltà di sapere che deve crescere e tanta personalità. È spregiudicato, vive alla giornata da buon campano (anche se è nato a Campobasso, ndr)”. 

Com’era due anni fa quando lo ha allenato?

“Arrivò nella sessione invernale di mercato e si inserì benissimo all’interno del gruppo. Fece gol importanti e fu determinante. A volte si intestardiva nel voler risolvere la partita da solo e nel voler riuscire subito in tutto. Faceva cose diverse rispetto a quelle che fa ora a Brescia o che ha fatto l’anno scorso a Frosinone, perché gli assegnavo compiti diversi. Già con me però sapeva fare la lettura corretta e si faceva trovare al posto giusto nel momento giusto. All’epoca non era bellissimo da veder giocare perché era ancora grezzo e doveva fare esperienza. Il suo agente mi chiese se avrebbe potuto arrivare in Serie A e gli risposi che avrebbe potuto tranquillamente giocare in B grazie alla sua professionalità e alle sue qualità”.

Come lo vede ora? Quanto è migliorato?

“È migliorato tanto perché ha avuto la possibilità di fare esperienza. Quando arrivò alla Juve Stabia (in prestito dal Cosenza, ndr) non aveva tante presenze a referto. Ha fin da subito dimostrato di poter arrivare a certi livelli e potenzialmente ha le capacità di fare ancora molto di più. È un ragazzo serio e il papà ex calciatore gli avrà dato consigli in questi anni”.

A che livelli può arrivare? Serie A? Potrebbe aspirare anche alla Nazionale considerando che ci sono poche punte giovani?

“In Serie B è un buonissimo giocatore che può fare la differenza. Non so se potrà giocare con costanza la serie A. Quando il suo agente me lo chiese non ne ero sicuro, ma essendo un ragazzo di 23 anni ha la possibilità di farcela. Il ventaglio delle punte italiane non è molto ampio quindi vedremo se riuscirà a strappare addirittura una chiamata in Nazionale. Non metto limiti alla provvidenza e non sarei sorpreso se venisse convocato tra un paio d’anni. Bisogna comunque ricordare che stiamo parlando di un giocatore che due anni fa faticava a trovare spazio in Serie C, anche se ci sono ragazzi che esplodono più tardi rispetto ad altri. Se si confermasse potrà regalare grandi soddisfazioni”.