L’ultimo match si giocò il 18 febbraio 1973 in terra lariana e terminò 1-1. Lo stadio si chiamava ancora solo “Mario Rigamonti”, come quello di Mompiano. Poi diventò anche “Mario Ceppi” in omaggio allo storico presidente. Il campione di Capriolo dopo essere cresciuto nel settore giovanile delle Rondinelle, e prima di diventare un perno del Grande Torino, militò durante la Seconda Guerra Mondiale nella squadra lecchese
Lecco. L’ultima volta fu il 18 febbraio 1973. Lecco-Brescia. Serie B, off course. Entrambe al penultimo posto in classifica con 15 punti insieme al Perugia: uno più del Mantova fanalino di coda, due meno di Monza e Taranto.
Viaggio della speranza. Vigilia agitata. Le Rondinelle dovettero sostenere la trasferta in auto per via dello sciopero dei dipendenti delle società di autotrasporti. Sabato il primo trasferimento a Bergamo, domenica mattina quello a Lecco. La distanza tra Bergamo e Lecco è più o meno la stessa che c’è dall’albergo di Salò, dove le Rondinelle trascorrevano le vigilie delle gare interne di campionato, al Rigamonti di Mompiano. Cinque auto guidate dai consiglieri Chiappalupi e Cervati e una dal medico dott. Sartori: due Mercedes, due Alfa e una Ford. I ragazzi di Renato Gei trascorrono il tardo pomeriggio in un cinema di Bergamo a vedere il film western “L’ultimo Buscadero” con Steve Mc Queen.
(La presentazione del match su “Il Giornale di Brescia”)
Quattordici i convocati dal tecnico che da due giornate ha preso il posto di Giancarlo Piovanelli, che nella riunione tecnica della domenica mattina catechizza Angiolino Gasparini al quale viene dato in marcatura Marchi, il temuto attaccante dei lecchesi. Il Brescia gioca con Galli, Gasparini, Cagni, Busi, Facchi, Fanti, Salvi, Gamba, Marino, Inselvini e Nardoni. In panchina vanno il dodicesimo Belotti e il tredicesimo Rogora, soprannominato “Mastino” dai tempi in cui giocava nella Fiorentina. Tribuna per Damonti. Meregalli, allenatore del Lecco, alla vigilia dice: “Non voglio sentir parlare di partita da vita o morte. Poi ce ne saranno altre sedici. Il Brescia è reduce da due risultati positivi. Gei, ex di turno dal dentino avvelenato, dice che può bastare anche un pareggio. Lo stadio si chiama ancora solo “Mario Rigamonti”, proprio come quello di Brescia. In omaggio al campione di Capriolo, perito nella tragedia di Superga, che prima di diventare perno del Grande Torino, dove era cresciuto dopo le giovanili al Brescia, fu girato in prestito al Lecco nella stagione 1944-45, quella del campionato con la guerra in corso.
Il match. Per vedere l’ultimo Lecco-Brescia della storia, la tribuna centrale costa 5000 lire, la laterale 3000, i distinti 2000, le gradinate 1500 lire. Alla televisione si vedono Primo e Secondo canale, quest’ultimo comincia a trasmettere solo dalle 18.40 quando la domenica danno la telecronaca registrata del secondo tempo di una partita di serie A o B. Sul Primo alle 17.45 c’è Novantesimo Minuto, alle 22.15 la Domenica Sportiva condotta da Alfredo Pigna. Si possono vedere anche la Tv svizzera e TeleCapodistria. A Brescia c’è fermento perchè mercoledì all’Eib saranno di scena i “Black Sabbath”, gruppo Heavy Metal molto seguito dai giovani, per la prima volta in Italia: prezzo del biglietto 1500 euro. Sugli spalti non c’è un buco libero: sono in 8000 (il massimo consentito) con oltre 400 bresciani al seguito. Il Brescia gioca un ottimo primo tempo, colpisce anche una traversa con Nardoni, ma non riesce a concretizzare le tante occasioni avute. A inizio ripresa finalmente la rete degli uomini di Gei: Gamba serve Inselvini, che avanza e al limite dell’area va alla conclusione, il pallone ha un lieve rimbalzo sul terreno ed è quel tanto che basta per mettere fuori causa Meraviglia portiere di casa. Con il passare dei minuti però il centrocampo biancoazzurro salta, anche a causa della mancanza di Fanti, che aveva dovuto lasciare il terreno di gioco al 44’ sostituito da Rogora. Il Lecco inserisce l’attaccante Osvaldo Jaconi (che negli anni ‘90 sarà poi l’allenatore della favola del Castel di Sangro arrivato fino in serie B), la partita si incattivisce (ammoniti Cagni e Rogora), il Brescia si rinchiude nella propria trequarti e al 20’ il Lecco pareggia: allungo di Frank per Gritti che in mezza rovesciata batte Galli. Finale con il Lecco all’arrembaggio: l’arbitro Calì di Roma non vede che Zazzaro (centrocampista in prestito ai lariani dal Milan) colpisce Egidio Salvi con un pugno. L’ala destra delle Rondinelle deve essere rianimato con i sali e poi rientra in campo seppure menomato. Galli evita quindi la sconfitta con belle parate su Perego e Marchi. Per il Brescia è il quarto punto nelle ultime tre partite. In fin dei conti può anche andare bene così.
A fine partita, Renato Gei si lamenta dell’atteggiamento dei suoi giocatori: “Hanno tirato troppo presto i remi in barca”. Meregalli ribatte: “Risultato equo, anche se Galli ha fatto due interventi strabilianti. Non sarà facile salvarsi per nessuno, ma credo che il Brescia riuscirà ad evitare la retrocessione”. A dire il vero ci riuscirà solo all’ultima giornata dopo aver pareggiato a Mantova lo scontro diretto per 1-1, sospinto da oltre quattromila tifosi biancoazzurri che invasero il “Martelli”. Il Lecco chiuse ultimo, retrocedendo in C1 insieme appunto al Mantova e al Monza. Tre lombarde retrocesse, una (il Brescia) salva in extremis.
Cinquant’anni dopo ritorna Lecco-Brescia. Un altro mondo. Un altro calcio.
(Il Giornale di Brescia raccontò così quell’ultimo Lecco-Brescia di cinquant’anni fa)
Nella foto in evidenza il gol di Inselvini.