QUANDO 37 ANNI FA IL BRESCIA ANDO’ IN RITIRO CON UNA “ROSA POVERA”

Per trovare una rosa così povera numericamente, bisogna andare indietro di quasi quarant’anni, precisamente nella stagione 1986/87. Il Brescia, fresco di promozione in A, si presentò in ritiro con soltanto 8 giocatori.
Era un’altra era calcistica e, le rondinelle, erano reduci da due promozioni consecutive sotto la guida di tale Toni Pasinato, che aveva preso la squadra lasciata l’anno prima da Corrado Orrico, un paio di ritocchi e maggiore equilibrio tattico.
Mentre con Orrico si giocava col fuorigioco esasperato, aggressione a tutto campo e portiere volante, il mitico Aliboni, Pasinato portò il pragmatismo della sua Bolzano, dando i giusti equilibri ad un gruppo che non aveva punti deboli, era squadra maschia che imponeva il gioco vincendo i duelli individuali, correndo con la fame di chi vuole arrivare al calcio che conta.
Dopo la seconda promozione, il giocattolo, si ruppe: Pasinato se ne andò per dissapori con il Presidente, si parlò di una fantomatica lista di rinforzi composta da giocatori da Nazionale, ma non fu di sicuro quello, allora arrivò Bruno Giorgi, allenatore dell’odiato Vicenza, promosso anche lui quell’anno. Fu subito odio con la Nord, un po’ per la provenienza calcistica, poi pure per certe scelte difficili da comprendere, come a S.Siro, quando fece marcare da capitan Chiodini, che era forte fisicamente, Spillo Altobelli, che era tecnico e veloce, mentre Giuliano Giorgi, terzino veloce  ma non strutturato, sulle tracce di Rummenigge, centravanti della Nazionale tedesca, che era un carro armato con le scarpe al posto dei cingoli. Naturalmente fu una Caporetto, proprio per i motivi descritti, e fu il solito campionato di tanta sofferenza e poche soddisfazioni. Tornando al ritiro di quell’anno,  mi ricordo di un aneddoto che mi raccontò un giocatore, pochi mesi dopo, (e di cui non farò il nome) : durante le corse tra i boschi del Trentino, trovarono un ruscello. I giocatori chiesero al Mister se l’acqua fosse potabile, lui rispose che, a quell’altitudine, l’acqua fosse da ritenere pura, quindi, bevvero.
Fu febbre, vomito e dissenteria per quasi tutti ( nel frattempo erano arrivati gli altri compagni di squadra), due giorni dopo c’era un’amichevole, che il Brescia accettò di giocare soltanto perché gli avversari, credo il Padova, ma non sono sicuro, promisero di giocare solo palla a terra, in quanto, saltare, avrebbe costretto i nostri, a giocare con il pannolone.
Bei tempi quando, il mediocre Brescia, veniva invitato a fare due settimane in montagna al fresco, mica come adesso che ci sono gli industriali spendaccioni, che si fa il ritiro a Torbole, dove la cosa più simile alla montagna è il Monte Netto di Capriano, 133 metri sul livello del mare!
Solo a me viene voglia di fare un video mentre piango, perché soffro di cellinoansia…?

Ezio Frigerio