SE ASPETTA IL CONSIGLIO DI STATO, IN CASO DI UN ALTRO NO LA REGGINA RISCHIA DI RIPARTIRE DALL’ECCELLENZA

Il club ha presentato il ricorso e prepara il Sant’Agata per riprendere gli allenamenti, ma in città prende quota il partito di chi chiede di lasciar perdere per avere almeno la serie D assicurata

Reggina. La Reggina ha presentato ricorso al Consiglio di Stato e nonostante non ci sia più neppure un allenatore (Inzaghi ha dato l’addio ieri sera nel giorno del suo 50esimo compleanno) il club di Felice Saladini (foto in evidenza) sta predisponendo quel che serve per far ricominciare gli allenamenti al Sant’Agata.

In città però prende quota il partito di chi vorrebbe evitare l’ultimo grado di giudizio, che per ora resta fissato al 29 agosto. Il rischio è quello di dover ripartire dall‘Eccellenza, come la Figc ha comunicato nelle ultime ore al Siena che è stato escluso dalla serie C. Il Comune di Reggio Calabria è in continuo contatto con la Federazione per avere una “wild card” con la quale potersi iscrivere al primo campionato dilettanti.

C’è però chi ancora spera che il Consiglio di Stato ribalti tutto e consente alla Reggina di rimanere in serie B. Scrive stretto.web:” La battaglia decisiva si giocherà in punta di diritto: tutto verterà sull’interpretazione della norma che avrebbe imposto alla Reggina il pagamento dello stralcio del debito previsto dall’omologa entro il 20 giugno. Dal punto di vista legale, il pool del club è particolarmente fiduciosorispetto al fatto che il TAR abbia completamente smontato l’aspetto che giuridicamente preoccupava di più la difesa della Reggina e cioè quello della non definitività dell’omologa. Un passaggio determinante, su cui la FIGC aveva puntato nei precedenti gradi di giudizio: se l’omologa non è definitiva, e in Appello o Cassazione venisse bocciata, la Reggina fallirebbe a campionato in corso con un enorme danno d’immagine e organizzativo per la Lega e la Federazione. Il TAR, invece, ha chiarito che la sentenza è esecutiva riferendosi alla giurisprudenza in merito. La bocciatura della Reggina, invece, è maturata esclusivamente per il mancato pagamento dei 757 mila euro al 20 giugno. La difesa del club evidenzierà come quella norma potesse essere interpretata diversamente, sottolineando come comunque la Reggina abbia pagato tutte le altre scadenze (circa 6 milioni di euro) entro il 20 giugno e poi si è prodigata a versare i 757 mila euro subito dopo l’esclusione della Covisoc, prima del Consiglio Federale, dimostrando l’assoluta buona fede dei propri comportamenti e la volontà di rispettare norme e regolamenti, su cui non c’era giurisprudenza e potevano quindi esserci differenti interpretazioni. E quindi alla fine aver pagato quell’F24 di cui abbiamo parlato a lungo in quei giorni su StrettoWeb – seppur ormai in ritardo rispetto alla scadenza del 20 giugno – ma comunque in anticipo rispetto ai trenta giorni concessi dall’omologa – si potrebbe rivelare determinante”.