Nel giorno in cui Cellino si priva del suo prediletto Ayè, il Brescia vince 4-1 a Lumezzane dopo esser passato in svantaggio. In gol Bisoli, Viviani, Olzer e Fogliata
Lumezzane. Per una buona mezz’ora è sembrato che il tempo, da quel maledetto 1 giugno, non si fosse mai fermato. Poi è arrivata la punizione di Federico Viviani, giocatore prima umiliato e poi reintegrato, che Massimo C. nello scorso gennaio aveva definito senza mezzi termini un “errore di mercato suo e di Clotet” e quello che sembrava il consueto copione ha per fortuna svoltato. Il punteggio alla fine recita Brescia quattro, Lumezzane uno. Ma il tabellino non inganni.

Partita vera. Lumezzane e Brescia hanno affrontato la sfida di questo pomeriggio con impegno. Le Rondinelle, per i primi minuti, hanno mantenuto il controllo del pallone, anche se al piccolo trotto, con il Lume ben chiuso e pronto a ripartire. I valgobbini sono anche passati in vantaggio, perché le cattive abitudini sono dure a morire e il Brescia sui calci piazzati deve sempre andare in difficoltà, come se si trattasse di una legge non scritta. Poi però ci ha pensato Dimitri Bisoli a levare le castagne dal fuoco, e chi sennò, su perfetto assist di Galazzi, a testimonianza di quel filo con la scorsa stagione di cui sopra parlavamo e che, nel bene e nel male, non sembra essersi ancora reciso. La specialità di casa Viviani (molto buona la sua prova al di là del gol, il playmaker è parso più dinamico e più nel vivo del gioco) ha poi rasserenato gli animi (non esente da colpe l’ex Brescia Filigheddu) e Olzer li ha entusiasmati, con un’altra punizione spettacolare. Il gol di Fogliata (il migliore tra i primavera insieme a Muca, il Brescia potrebbe avere già in casa l’erede di Karacic), in combinazione con Nuamah, ha poi chiuso la gara anche se il Lume è andato in un paio di occasioni vicino alla seconda realizzazione, sfruttando qualche incertezza di Andrenacci. Tutto però si è concluso per il meglio e il Brescia ha risposto presente all’aumentare della difficoltà di queste amichevoli estive. Non era scontato.

L’ambiente. Ad assistere alla gara erano presenti circa mille e seicento spettatori, di cui un centinaio del gruppo Curva Nord, che sin da subito hanno tenuto a ribadire la loro poca stima (per usare un eufemismo) nei confronti non solo di M.C. ma anche di Daniele Gastaldello, dopo che, per qualche mese, le contestazioni nei suoi confronti erano cessate. Troppo forte però è percepito il legame tra i due, e, a proposito di forti legami, non si può non parlare della cessione ormai certa (anche se, con Cellino, la notte è sempre foriera di sorprese, quindi mai dire mai) di Florian Ayè all’Auxerre. Comunque la si pensi sul calciatore, questa cessione è infatti una rivoluzione: colui intorno al quale i movimenti dell’attacco sono girati negli ultimi anni sta per tornare in patria, lasciando sia i record (miglior marcatore straniero della storia biancazzurra e miglior striscia di gol consecutivi) sia molti giudizi negativi sulle sue qualità tecniche. Poi, al di là dei numeri e delle opinioni è evidente come urgano acquisti, in un reparto che a breve potrebbe ritrovarsi con i soli Bianchi e Niemejier (Nuamah fa ancora molta fatica in un ruolo da seconda punta neanche propriamente suo); almeno una punta, se non due occorrerebbero in tempi brevi. Poi servirebbe anche altro. Ma per ora, visto l’assoluto stallo su ogni fronte (l’unica novità di questo nuova stagione è l’arrivo di Renzo Castagnini) basterebbe anche solo battere un colpo. Per vedere l’effetto che fa.
