Salvatore Giunta ricorda: “Arrivammo a quel match corti tra infortuni e squalifiche e dopo essere stati tartassati in stagione dagli arbitri e dalla sfortuna. Fu un peccato: salvandosi, quel gruppo avrebbe potuto aprire un ciclo importante. Giocavamo un bel calcio”
Brescia. Sono passati trent’anni esatti, ma il dolore è ancora forte. Il 12 giugno 1993 il Brescia retrocesse in serie B dopo lo spareggio a Bologna con l’Udinese: 3-1 il punteggio per i friulani nonostante il grande tifo dei 12000 tifosi biancoazzurri sparsi per lo stadio Dall’Ara.
La grande rincorsa. Dopo il 2-2 di Udine (rimontando dal 2-0 con doppietta di Raducioiu, che però calciò alle stelle il rigore della vittoria) a tre giornate dalla fine le Rondinelle apparivano quasi spacciate. E con una partita da giocare in campo neutro in seguito agli incidenti scatenatisi tra tifosi al Rigamonti nell’intervallo del derby con l’Atalanta (vinto 2-0 sempre con doppietta di Raducioiu). Il 23 maggio sul campo neutro di Trieste gli uomini di Lucescu riuscirono però a battere 2-0 la Lazio di Zoff (e Gaiscogne, Signori e Riedle) con i gol di Sabau ed Hagi, la settimana dopo pareggiarono 1-1 a San Siro con il Milan di Capello già campione d’Italia (gol di Albertini all’82’ e pareggio di Brunetti due minuti dopo) e all’ultima giornata ci fu la vittoria della speranza al Rigamonti per 3-1 sulla Sampdoria (che puntava a un posto in Coppa Uefa): rete di Negro, pareggio momentaneo di Lombardo e gol di Domini e Raducioiu (rigore).
Quel calcio beffardo calcio d’angolo di Orlando. Si arrivò quindi allo spareggio del 12 giugno 1993. L’Udinese si schierò con un 4-3-1-2: Di Sarno in porta, Pellegrini-Sensini-Calori-Kozminski in difesa, Desideri-Rossitto-Orlando a centrocampo, Dell’Anno alle spalle di Balbo (sostituito al 78′ da Compagnon) e Branca. Il Brescia rispose con un 4-4-2: Cusin in porta; Giunta-Brunetti (sostituito al 40′ da Marangon)-Paganin-Rossi i quattro più arretrati, Sabau-De Paola-Domini nella terra di mezzo, Hagi a supporto delle punte Saurini (dal 65′ Schenardi) e Raducioiu. I friulani passarono in vantaggio dopo soli 14′: Balbo scambia con Branca, entra in area, bruciando Brunetti e Paganini, e insacca in diagonale. Al 28′ il Brescia pareggia con Domini, che raccoglie da fuori area una respinta corta aerea della difesa bianconera, entra in area e mette palla nell’angolino. Al 14′ della ripresa l’Udinese torna in vantaggio con il più incredibile dei gol: Alessandro Orlando segna direttamente da calcio d’angolo beffando Cusin anche grazie all’aiuto del vento (foto in evidenza). A due minuti dal Novantesimo, l’Udinese sigilla il risultato e la salvezza con Dell’Anno che insacca in tap-in di testa dopo che Cusin gli aveva respingo il calcio di rigore decretato dall’arbitro Cesari dopo uno sgambetto nettissimo di De Paola in area su Kozminski.
Il ricordo. “Arrivammo a quel match un po’ stanchi e corti tra infortuni e squalifiche (Negro e Bonometti, ndr) – dice Salvatore Giunta – in un campionato nel quale avevamo fatto delle bellissime partite. Potevamo salvarci molto prima. In molte partite gli arbitri ci diedero contro, ricordo ad esempio una partita a Genova contro la Sampdoria dove l’arbitro (Fabbricatore di Bari, ndr) non diede un rigore nettissimo per fallo di Pagliuca su Raducioiu e perdemmo 1-0 (gol di Corini, ndr). Ma penso anche alla partita di Udine, scontro diretto, quando seppure in 10 e sotto 2-0 riuscimmo a recuperare e potevamo vincere. Allo spareggio di Bologna alcuni di noi non erano messi bene: io giocai con un ginocchio gonfio e infatti due settimane dopo mi dovetti operare. Quella retrocessione fu un vero peccato: salvandoci, con quel gruppo avremmo potuto aprire un ciclo importante. Colgo l’occasione per salutare i tifosi bresciani in un momento molto difficile, ma sono convinto che la Leonessa si rialzerà e la città riavrà quello che merita”.