I calabresi in attesa del nullaosta del Tribunale, che andrebbe però a creare un pericoloso precedente. I blucerchiati bloccati da fornitori e agenti, che chiedono i soldi che gli spettano
Brescia. Il campo ha parlato e ha sancito la retrocessione in Serie C del Brescia dopo 38 anni, ma per le rondinelle non è ancora detta l’ultima parola. Le situazioni traballanti di Sampdoria e Reggina tengono infatti accesa una fiammella di speranza chiamata ripescaggio, che si concretizzerebbe qualora una di queste due società non dovesse riuscire ad iscriversi al campionato cadetto entro il prossimo 20 giugno.
In casa Doria l’accordo tra il gruppo Radrizzani-Manfredi e Ferrero sembrava aver riportato il sereno nell’ambiente e aver scongiurato il rischio fallimento, con la conseguente caduta in Lega Pro (la Samp infatti ripartirebbe dalla terza serie e non dai dilettanti grazie allo scudetto vinto nel 1991), ma le ultime notizie raccontano di un passaggio di proprietà non ancora concluso a causa delle tempistiche dettate dalla burocrazia italiana. I tempi necessari perché il tribunale omologhi l’accordo per la ristrutturazione del debito creato da Ferrero potrebbero infatti protrarsi fino ai primi di settembre, impedendo così al club blucerchiato di iscriversi alla prossima Serie B e facendolo di conseguenza fallire. Una soluzione potrebbe essere quella di una governance condivisa tra acquirente e venditore, che andrebbe a limitare i poteri decisionali del “viperetta”, ma i fornitori e gli agenti che hanno continuato a collaborare con la Sampdoria sembrano intenzionati a richiedere oggi ciò che gli spetta, senza fare sconti di alcun tipo alla nuova proprietà.
Arriviamo ora al discorso legato alla Reggina. La società calabrese spera di potersi iscrivere al prossimo campionato evitando il fallimento, ma per farlo ha bisogno del nullaosta del tribunale di Reggio Calabria per quanto riguarda il piano di ristrutturazione del debito presentato nei giorni scorsi. Dal club amaranto filtra ottimismo, ma un eventuale lascia passare del giudice creerebbe un precedente pericoloso per tutto il movimento calcio italiano. La Reggina chiede infatti di pagare solo 700mila euro dei 15 milioni che ha di debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate (che ha già rifiutato) e aspetta una risposta in tempi brevi per potersi poi iscrivere al campionato di “B”.
In attesa del giudizio definitivo (questa volta del tribunale e non del campo), il Brescia osserva interessato la situazione di questi due club per capire in quale categoria giocherà l’anno prossimo.
(Nella foto in evidenza Saladini presidente della Reggina e Radrizzani, l’uomo che sta cercando di evitare il fallimento della Sampdoria)