I TEN TALKING POINTS DI BRESCIA-COSENZA

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati agli ultimi Ten Talking Points stagionali. Considerazioni varie sul presente e sul futuro del Brescia Calcio:

1)   La retrocessione è arrivata. Con un’agonia trascinata oltre l’umana sopportazione. Rimandato più volte, alla fine l’oste ha portato lo stesso il conto, ed è stato salatissimo. Magari non meritato per quanto fatto vedere nei playout, equilibrati come è naturale che sia, ma la serie C (mi rifiuto di chiamarla Lega Pro) è la conseguenza naturale di una stagione non giocata per più di sei mesi. Impossibile salvarsi a giugno con sette materie insufficienti a maggio. 

2)   Il principale responsabile della discesa agli inferi di questa squadra è, senza ombra di dubbio, l’attuale proprietario: è lui, infatti, con le sue scelte cervellotiche, ad aver segnato in negativo tanti momenti di questa stagione, impedendo ai giocatori di ottenere quei quattro-cinque punti in più che avrebbero permesso di ottenere la salvezza. Ciò non toglie però, o non dovrebbe togliere responsabilità ai calciatori: in campo a far figuracce ed errori marchiani sono andati sempre loro. Il presidente li ha solo schierati in campo. 2bis) Un capitolo a parte lo meritano gli infortuni, troppi e costanti lungo tutto l’arco della stagione: solo sfortuna o c’è anche altro?

3)   Mi aspetto, o mi aspetterei, almeno un comunicato da parte della società Brescia Calcio, o, ancor meglio, una necessaria e doverosa conferenza stampa di fine stagione, anche per saperne qualcosa in più sul futuro che, ad oggi, è una nebulosa; tuttavia, visto che il presidente non ama il contraddittorio e la società è ridotta all’osso nel suo organigramma, chi può farla? 

4)   Mi ha stupito la scelta di look di Gastaldello di ieri sera. La serata era calda ed afosa, Viali era in maglietta ma lui non mollava la sua tuta blu. Non è che c’era di mezzo qualche scaramanzia?

5)   Tornando alla partita di ieri, neanche uno sceneggiatore perverso avrebbe potuto disegnare una partita del genere: il Brescia non si può dire che non ci abbia provato, ma neanche che abbia fatto tutto il possibile per ribaltare la partita. Poi chiaro, il vero protagonista della salvezza cosentina è stato Micai con il riflesso d’istinto su Bianchi, ma non è che oltre a questa occasione le rondinelle abbiano creato moltissimo. 

6)   A proposito di Micai, purtroppo ieri è emersa in tutta la sua severità la differenza tra un portiere che ha “il miracolo” nelle sue mani e uno che purtroppo non ce l’ha: bravo Andrenacci nell’ordinaria amministrazione, ma di parate “salva risultato” ne ricordo pochine (forse solo a Reggio Calabria). Forse a portieri invertiti sarebbe finita 2-0 per il Brescia. Sia chiaro però, non intendo gettare la croce addosso al portiere, perché la difesa che dovrebbe proteggerlo quest’anno è stata un colabrodo. Si difende tutti assieme e nessuno salva i risultati da solo. 

7)   C’è una canzone di Max Pezzali che recita così: “però adesso che/ è capitato/non importa più se sia/ stata colpa tua o mia”. Alla fine, non importa di chi siano le colpe. Lo sappiamo tutti di chi sono. Ma è successo. Il Brescia raggiunge il suo punto più basso degli ultimi quarant’anni. Ma ciò che mi preoccupa maggiormente è che le scorie di questa stagione, senza un “repulisti” generale, rischiano di ripercuotersi anche sull’anno prossimo. Il prossimo allenatore sarà chiamato ad un lavoro pazzesco soprattutto dal punto di vista mentale. 

8)   Io avrei anche un nome perfetto in tal senso, ovvero Aimo Diana: bresciano, perfetto per generare un po’ di entusiasmo nel popolo biancazzurro, abilissimo dal punto di vista motivazionale: dopo essere infatti arrivato secondo con la Reggiana nella scorsa stagione nonostante gli 86 punti, si è rimboccato le maniche e quest’anno è stato promosso in B. Una società seria e normale, dunque non quella attuale, dovrebbe almeno provarci, dandogli carta bianca per i prossimi tre anni. Un sogno, che puntualmente non si avvererà. Poi, se il budget del sogno me lo consentisse, non sarebbe male partire anche con un bomber, per cancellare le miserie del parco attaccanti di quest’anno. Ma forse è chiedere troppo…

9)   Solo un ultimo grazie a Dimitri Bisoli, giocatore che ha fatto di tutto con i suoi gol e la sua personalità per rimandare l’inevitabile. Se troverà di meglio per il suo futuro lo capirò, se vorrà rimanere ne sarò felice. 

10) Eccoci giunti alla fine degli ultimi Ten Talking Points stagionali. Un grazie ai tanti lettori di questo spazio, un grazie a chi mi ha concesso di esprimere, in libertà, la mia modesta opinione su questo quotidiano. Ci risentiremo.