BRESCIA, ORA VESTITI DA COSENZA !

Meno rococò, più concretezza e cinismo per un ritorno da battaglia con cui ribaltare l’1-0 proprio come fecero i calabresi l’anno scorso nello spareggio con il Vicenza

Cosenza. “Il Cosenza avvicina la salvezza”. “Salvezza, più vicina per il Cosenza”. “Il Cosenza si mette in tasca mezza serie B”. Sono solo alcuni dei titoli di quotidiani (cartacei e on-line) e dei tg  locali nel day after. Cosenza celebra la vittoria in gara-1 di playout e ora spinge la squadra a completare l’opera al Rigamonti. Dire che l’ambiente rossoblù sia giù convinto di avercela fatta sarebbe troppo, ma respirando anche questa mattina l’atmosfera in città prima di far ritorno a casa, abbiamo visto volti molto più ottimisti e positivi di quanto non avessimo scorto il giorno prima. Dal barista all’edicolante, dal taxista al panettiere, dal pensionato ai ragazzi che hanno marinato scuola, è tutto un fiorire di “sì, si, adesso ce la possiamo fare”. 

Possesso sterile. Perdendo, seppure di misura, al “San Vito-Marulla” il Brescia ha ridato fiducia a una piazza che ha risposto in massa all’appello con oltre 15 mila spettatori sugli spalti, ma che appariva in buona parte sfiduciata visto che i lupi della Sila non vincevano da ormai sette partite e che patron Guarascio è inviso a tifoseria e stampa tanto quanto, o forse anche più tra chi scrive e parla di calcio, Cellino a Brescia. Le Rondinelle intanto si leccano le ferite e rimpiangono di non aver saputo creare vere e proprie occasioni in un primo tempo nel quale Viali ha lasciato il giocattolo tra i piedi degli uomini di Gastaldello, quasi già sapesse che tanto non avrebbero cavato un ragno dal buco. Il tecnico biancoazzurro a fine partita si è detto soddisfatto di come i suoi nella prima frazione di gioco abbiano accettato di fare la partita, ma persino i giornalisti di Cosenza gli hanno chiesto conto di una mancanza di personalità generalizzata in una squadra che sulla carta ha dei valori superiori ai rossoblù. Ecco, qui sta il punto. Per il match di giovedì prossimo a Mompiano non serve rivedere un Brescia bellino e inconcludente. Occorre preparare una partita sporca, da giocare sulle seconde palle, da pressing alto e magari per una volta con due punte pure dall’inizio. Anche se l’impatto di Bianchi con la partita è stato censurabile, a noi francamente non ha entusiasmato nemmeno Rodriguez;  in un match dove l’avversario era chiuso a doppia mandata, ci aspettavamo dallo spagnolo più qualità nel puntare e saltare l’uomo. 

Metamorfosi obbligata. Il Brescia dovrebbe riuscire a travestirsi da Cosenza. Quel Cosenza che un anno fa nel playout seppe ribaltare proprio l’1-0 subito all’andata a Vicenza, giocando il ritorno davanti alla propria gente con fame, cattiveria, cazzimma ancora prima che con il palleggio e il dominio sterile del rococò. Siamo certi che i tifosi faranno la loro parte, riempiendo il Rigamonti nonostante Cellino sia riuscito ancora una volta a sbagliare l’operazione di marketing sui prezzi dei biglietti. Se proprio voleva tenere quelli del campionato, poteva comunque dare, oltre all’ingresso gratuito agli abbonati che era doveroso dopo le oscenità che hanno dovuto sorbirsi in questa stagione, un termine con prezzi ribassati per gli altri: chi avesse preso il biglietto prima di sapere il risultato della gara d’andata avrebbe avuto dei vantaggi (tipo i 5 e 10 euro che dovranno pagare i tesserati), altrimenti prezzo pieno. Ma come sempre la logica non alberga nei pensieri dell’uomo di Cagliari. Che dopo aver sbagliato di tutto e di più per mesi, non ha voluto smentirsi nemmeno di fronte all’ultimo atto. Ormai è appurato: questa salvezza va conquistata combattendo anche contro il fuoco amico delle cellinate.