PARI E PAURA

Il Brescia non riesce a conservare il gol del vantaggio (di Bisoli) e si fa riprendere dal Pisa (Masucci). Venerdì sera a Palermo dovrà almeno pareggiare (ma i rosanero con una vittoria saranno certi dei play off) per evitare la retrocessione diretta in C altrimenti non gli resterà che sperare in una mancata vittoria del Perugia, che ospita il Benevento già retrocesso

Brescia. Alla salvezza diretta s’era di fatto già smesso di credere con la sconfitta di domenica scorsa a Parma, al Brescia si chiedeva almeno di battere il Pisa per mettere al sicuro il play out e scacciare lo spettro della retrocessione diretta. Che invece adesso, a una giornata dalla fine, è un’ipotesi purtroppo concreta.

Le Rondinelle non sanno capitalizzare il gol segnato da Bisoli a inizio ripresa e vedono sfumare la vittoria della speranza a 11′ dalla fine, colpite dall’intramontabile Masucci. Adesso è dura, durissima e bisogna andare venerdì sera a Palermo a fare la partita perfetta per strappare almeno un punto altrimenti occorre sperare in un harakiri del Perugia, che ospita il Benevento già retrocesso ed è quantomeno difficile immaginare un Grifo non vincente. Il problema è che gli uomini di Gastaldello in Sicilia troveranno uno stadio quasi certamente sold out (il Barbera tiene oltre 30.000 persone) pronto a spingere gli uomini di Corini verso una vittoria che vorrebbe dire play off (da neopromossi) senza dover aspettare gli altri risultati.

(Il momento in cui Masucci ha appena staccato di testa, anticipando Cistana e mettendo alle spalle di Andrenacci il gol dell’ 1-1 definitivo)

Lo scenario. Si viaggia così dalle non basse possibilità di andare subito in C alle chances che ancora esistono di fare il play out con il Cosenza avendo persino il fattore campo nella gara di ritorno (serve almeno un punto e la sconfitta dei calabresi in casa con il Cagliari, che può ancora puntare al quarto posto con cui evitare il primo turno play off). Il fatto è che se il Palermo non batterà il Brescia sarà quasi certamente scavalcato da almeno una tra Pisa (ospita la Spal già retrocessa) e Reggina od Ascoli, che si affrontano nello scontro diretto. A Palermo non potrà esserci un finale da “tutti felici e contenti”. E che il destino del Brescia (38 anni fa l’ultima volta in C per i biancoazzurri) passi da un allenatore come Eugenio Corini, l’ultimo a portare la Leonessa in A e poi maltrattato (come tanti altri suoi colleghi) da Cellino, sa quasi di karma.

(Ancora una volta spettacolare tifo della Curva Nord: sugli spalti del Rigamonti erano in 8399 totali)

Le ultime speranze. Ma non è ancora finita. E ancor prima di pensare ai guai societari di Sampdoria e Reggina, e di concentrarsi su un Benevento che vincendo a Perugia salirebbe al terz’ultimo posto mettendosi a sua volta in posizione di un possibile ripescaggio estivo, il Brescia può andare a Palermo padrone del proprio destino. Certo per fare l’impresa non dovrà sbagliare ancora una volta l’approccio alla partita (è successo anche con il Pisa come con Cosenza e Parma), non potrà prendere gol, dovrà stare attentissimo e determinato 90 minuti su 90, recuperi inclusi. Dopo aver rischiato di andare sotto già nei primi minuti, l’undici di Gastaldello è uscito alla distanza e già prima dell’intervallo avrebbe potuto passare due volte con Labojko e una con Bisoli. Il gol del capitano all’alba della ripresa aveva fatto sperare che, così come il Cosenza, poter attaccare sotto la Nord (tifo meraviglioso anche stavolta) desse un qualcosa di magico. Ma il Pisa è più forte del Cosenza, ha singoli che ti possono punire e così è stato con Masucci. Alla fine il risultato è giusto. Dannatamente giusto. Amaramente giusto. E magari non servirà nemmeno allo stesso Pisa. E’ il calcio, bellezza. Il calcio, però, è anche quel mistero senza fine buffo che magari porterà la Leonessa a ruggire quando meno te lo aspetti. Un corpo morto si porta via solo quando è freddo. Sta al Brescia tenere vive le pulsazioni che ancora ha in circolo.

(Volti delusi a fine partita, tra i giocatori del Brescia che salutano i tifosi)

LE METAMORFOSI TATTICHE

Dal 1′ (4-3-1-2)

Andrenacci; Karacic, Cistana, Mangraviti, Huard; Bisoli, Labojko, Bjorkengren; Adryan; Rodriguez, Ayè.

Dal 18′ st sull’ 1-0: Ndoj e Bianchi per Adryan e Rodriguez (4-3-1-2)

Andrenacci; Karacic, Cistana, Mangraviti, Huard; Bisoli, Labojko, Bjorkengren; NDOJ; BIANCHI, Ayè.

Dal 25′ st sull’ 1-0: Van de Looi per Labojko (4-3-1-2)

Andrenacci; Karacic, Cistana, Mangraviti, Huard; Bisoli, VAN DE LOOI, Bjorkengren; Ndoj; Bianchi, Ayè.

Dal 33′ st sull’ 1-0: Scavone e Niemeijer per Bjorkengren e Ayè.

Andrenacci; Karacic, Cistana, Mangraviti, Huard; Bisoli, Van de Looi, SCAVONE; Ndoj; Bianchi, NIEMEIJER.