I TEN TALKING POINTS DOPO BRESCIA-COSENZA

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che al posto di Labojiko vede Sergi Busquets. Considerazioni sparse su Brescia-Cosenza: 

1)   Il Brescia ha vinto. Con un grande secondo tempo, la squadra di Gastaldello ha ribaltato l’inerzia decisamente negativa dei primi quarantacinque minuti. Adryan, uno dei peggiori in campo, ha sbloccato la gara nell’azione prima di uscire: sono episodi, che iniziano a restituire qualcosa di ciò che la sorte ha spesso negato al Brescia nei mesi più bui di questa stagione.

2)   Molto positiva la prova di tutti, ma ci tengo a sottolineare il miracolo di Andrenacci su Nasti: senza quella parata, sarebbe nata un’altra partita. Dopo i miracoli di Reggio, un altro episodio decisivo di un portiere molto spesso sottovalutato lungo tutto l’arco della sua carriera. 

3)   È stata buona anche la prova di Niemejier: si è sacrificato, ma nel contempo si è sempre proposto sulla catena destra, vero e proprio motore del Brescia di Gastaldello. Meritava di più quest’anno e lo vorrei rivedere anche l’anno prossimo, se sarà possibile. Il giocatore c’è e dà del tu al pallone. Questo mi basta. 

4)   Quante volte abbiamo scritto e detto che esiste un Brescia con Cistana e uno senza? Ora ne stiamo avendo un’altra plastica controprova. Dispiace per chi continua a mettere in discussione il giocatore, che senza infortuni sarebbe già da un paio d’anni a giocare in altri lidi. Come diciamo e scriviamo da anni, godiamocelo finché possiamo. 

5)   In tanti si stanno accorgendo dell’importanza e delle qualità di Labojiko: ricordo però, per i più distratti, che la scorsa stagione era totalmente fuori dai piani del Brescia e che ha trascorso sei mesi in quel di Cipro. Il calciatore non è cambiato, è sempre lui; qualche valutazione però (ormai possiamo darlo per assodato) è stata sbagliata e qualche pretesa nei suoi confronti è stata eccessiva. Il contratto è in scadenza: in caso di mantenimento della categoria, sarebbe uno dei pedatori da cui vorrei ripartire l’anno prossimo. 

6)   Punto di norma dedicato agli avversari, che restano temibili nella corsa salvezza: di talento puro ce n’è poco, ma di voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo ce n’è tantissima. Tra l’altro il Cosenza ha un’arma che per ora non ha ancora sfoderato, ovvero il tifo del Marulla: in un ipotetico playout, sarebbe un aspetto da tenere sicuramente in considerazione. 

7)   Molto bella la cornice di pubblico, con i 10.000 presenti che hanno animato un pomeriggio si spera decisivo per le sorti della squadra; decisamente sgradevole invece la totale impreparazione sull’annata nel complesso, sui giocatori in campo e sulle norme che “regolano” il vivere civile all’interno di un settore. Ma questi sono vecchi discorsi…

8)   Ieri ad assistere alla partita c’erano anche i giocatori del Basket Brescia. Immagino l’entusiasmo degli americani nel godersi qualcosa che è totalmente estraneo alla loro cultura degli eventi dal vivo: consiglio a tutti a tal proposito i video reazione su Youtube degli americani alla vista del tifo europeo. Anche solo per rendersi conto di ciò che oltreoceano invidiano perchè non hanno e ciò che noi invece scioccamente abbiamo importato dagli USA, come la musica assordante nei pre-partita e le urla dello speaker, totalmente insopportabili.

9)   Anche ieri comunque gli infortuni non hanno lasciato tregua alla squadra: perdere in una sola seduta di rifinitura sia Olzer sia Listkowski è stata una botta pesante. Altrettanto pesante è stato però vincere con un tridente “improvvisato”, senza conoscenza. Quindi va bene così.

10)Arrivati alla fine del pezzo, non resta che buttarmi negli auguri: il primo, il più importante, è che il Brescia possa ottenere la salvezza. Il suo dovere in tal senso l’ha fatto, totalizzando 10 punti su 12 in partite “alla portata”. Ora però viene il difficile, visto che Parma, Pisa e Palermo sono in piena lotta playoff. E tornando agli auguri, mi piacerebbe anche evitare i playout contro Cosenza e Cittadella: sono squadre contro cui per storia e mentalità non vorrei mai giocarmi la permanenza nel “calcio che conta”. Meglio però pensare al presente, dato che per il futuro, essendo tale, si è sempre in tempo. Ora, dunque, c’è Parma: un punto è davvero impossibile portarlo a casa?

Un abbraccio a tutti i lettori di Bresciaingol.com