ADRYAN: “AVEVO APPENA CHIESTO IL CAMBIO, NON CE LA FACEVO PIU’, MA QUANDO E’ ARRIVATO QUEL PALLONE HO PENSATO CHE NON POTEVO ASSOLUTAMENTE SBAGLIARE”

Il brasiliano, al debutto da titolare, che non segnava un gol ufficiale dal 12 maggio 2019, ha sbloccato il risultato nella vittoria sul Cosenza: “Nello spogliatoio ci siamo detti che non abbiamo fatto ancora nulla. Sono abituato a gestire le pressioni fin da piccolo quando giocavo nel Flamengo e lì se non fai bene i tifosi si arrabbiano. Quando i tifosi del Rigamonti cantano, mi sento uno di loro”

Brescia. Era al debutto da titolare, con la maglia del Brescia aveva giocato finora solo 105′ spalmati in 4 partite, l’ultima sua volta dal 1′ fu il 6 novembre 2021 con il Sion e sempre con la squadra svizzera aveva segnato il suo ultimo gol ufficiale il 12 maggio 2019. Dopo 1450 giorni, il brasiliano Adryan è tornato a gonfiare la rete. Giornata da favola per l’ex Flamengo.

E’ vero che prima di segnare avevi chiesto il cambio?
“Si, si. Il calcio è veramente strano. Avevo detto a Gastaldello che non ce la facevo più, avevo crampi dappertutto. Mi ha detto “dai vai dentro l’area, poi ti cambio”. Ho fatto quello che mi aveva chiesto il mister ed è arrivato il gol. Fantastico”

Come fa un giocatore a restare così mentalizzato senza giocare da tanto tempo?
“Sono abituato a gestire la pressione e i momenti, da quando ero piccolo e giocavo nel Flamengo: lì se non fai bene, i tifosi si arrabbiano. Non conoscevo il Rigamonti, i tifosi sono stati bravissimi, mi sento uno di loro quando cantano, sono davvero il nostro dodicesimo giocatore.

Se Adryan avesse fatto una preparazione vera e propria ora che giocatore vedremmo?
“Il vero Adryan. Sto facendo lavori a parte da tanto tempo, ma quando devi giocare poi tutto cambia. Al debutto contro il Cagliari sono entrato bene, lì ho dimostrato a Gastaldello che posso aiutarlo. Sento molto la sua fiducia. Oggi in tribuna c’era mia moglie mentre la mia bimba è rimasta a casa: si chiama Donatella, ha 10 mesi, è per lei questo gol. Aspettavo questo gol da tanto tempo. Quando la palla è arrivata, nella mia testa ho pensato che era proprio il momento che stavo aspettando e mi sono detto che non potevo sbagliare. L’ho presa un po’ sporca, è stato un piatto destro masticata, dopo il tiro di Bisoli. Dopo la partita nello spogliatoio ci siamo detti che non abbiamo ancora fatto nulla”.

Come ti sembra Brescia come città ora che la stai conoscendo?
“Vivo vicino allo stadio, mi è piaciuta molto quando ho fatto due passi in centro. Ho saputo anche che è la capitale della cultura, tanta roba, mi fa piacere”.