Battuto un record che equivale a una nuova umiliazione: nemmeno nell’anno orribile ‘94-95 quando si arrivò a quota 17, ma con due partite di Coppa Italia
Brescia. In una stagione che rischia sempre più di avere un epilogo tragico, il Brescia ha fatto segnare un nuovo record negativo con la sconfitta interna di sabato pomeriggio contro il Genoa. Un record che va a sommarsi a quello dei 689 minuti senza trovare la via del gol (peggior dato dai 798′ dell’annata 1974/75).
Quel pessimo precedente. La debacle casalinga con la squadra del Grifone rossoblù ha infatti fatto salire il Brescia a quota sedici partite consecutive senza successo. L’ultima vittoria delle rondinelle è datata l’ormai lontanissimo 27 novembre scorso, quando sotto la guida tecnica di Pep Clotet, riuscirono ad imporsi per 2-0 al Rigamonti contro la Spal allenata da Daniele De Rossi. A quasi un girone di distanza i tre punti sono diventati una vera e propria chimera per una squadra ora ultima in classifica, distante 4 lunghezze dalla zona playout e 5 dalla salvezza diretta. Il precedente record negativo risaliva alla rovinosa campagna di Serie A del 1994-95, quando i biancoblù totalizzarono ad inizio stagione ben 14 partite senza vittoria in campionato, alle quali si aggiunsero anche le due sfide di Coppa Italia (1-0 all’andata e 2-0 a tavolino al ritorno contro la Reggiana), per un totale di 16 gare consecutive senza successo. La prima vittoria arrivò solo l’8 gennaio 1995, alla quindicesima giornata, con il più classico degli 1-0 interni proprio contro la Reggiana. Considerando solo il campionato, in quella stessa stagione il Brescia fece anche di peggio, non vincendo in nessuna delle ultime 15 partite, chiudendo così all’ultimo posto, distante 28 punti dalla zona salvezza e totalizzando due soli successi, sei pareggi e ben 26 sconfitte.
Anche l’ultima annata nella massima serie (2019/20) fu indigesta alle rondinelle, che dopo un discreto inizio inanellarono 10 partite consecutive senza vittoria, finendo sul fondo della classifica. Il ritorno in panchina di Corini portò una nuova ventata di entusiasmo con 7 punti in 3 partite (Spal, Lecce e Parma) prima della pausa natalizia, rinvigorendo un ambiente caduto in depressione dopo una emozionante promozione ottenuta solo pochi mesi prima. Dal pareggio subito nei minuti di recupero a Parma però la situazione precipitò nuovamente e la squadra del presidente Cellino non vinse per le successive 13 giornate, fino al 2-0 interno nel derby del Garda contro il Verona, quando ormai le speranze di salvezze erano ridotte a un lumicino.
L’ultima retrocessione sul campo. Una situazione tanto tragica come quella attuale non la si affrontò neppure nella stagione 2014/15 in Serie B, quando il Brescia terminò al ventunesimo posto, con la conseguente retrocessione sul campo, prima del ripescaggio ottenuto per via del fallimento del Parma. In quella annata disastrosa, nella quale vennero cambiati 3 presidenti (Corioni, Ragazzoni e Triboldi) e 4 allenatori (Ivo Iaconi, Javorcic, Giunta e Calori), le rondinelle non vinsero in tre occasioni per cinque partite, senza dunque mai minimamente avvicinarsi al record (dell’epoca e appena superato) delle 15 giornate consecutive senza successo del 1994-95.
A otto partite dal termine del campionato, per evitare la retrocessione in Serie C dopo ben 38 anni, la squadra di Gastaldello dovrà ora trovare le risorse tecniche, fisiche e mentali per tornare ad una vittoria che manca da quattro mesi, nonostante la qualità dei singoli e di conseguenza dell’intera rosa sia oggettivamente modesta. La prima occasione sarà ad Ascoli – dopo la sosta delle nazionali – su un campo storicamente ostico, dove nelle ultime 10 uscite il Brescia ha vinto soltanto una volta (la scorsa stagione per 3-2 in rimonta). Un eventuale bottino pieno al Del Duca darebbe un senso ad un finale di stagione che rischia invece di trasformarsi in un lento, inesorabile e doloroso naufragio, causato dalla superbia dagli errori di valutazione del comandante della nave.