CAGNI: “VEDO POCHI PUNTI DI CONTATTO TRA IL MIO BRESCIA E QUESTO. IO AVEVO PIANIFICATO UN INIZIO CON I PAREGGI, NON SO SE GASTALDELLO HA FATTO LO STESSO”

L’ex allenatore delle rondinelle e le possibili similitudini con il 2017: “Io avevo più qualità. Cellino quest’anno ha sbagliato in pieno: in estate doveva acquistare un difensore centrale e a gennaio uno che la buttasse dentro. Perché non l’ha fatto?”

Brescia. Era il 12 marzo 2017 quando Gigi Cagni si sedette sulla panchina di un Brescia in piena crisi e a forte rischio retrocessione. L’allenatore bresciano, subentrato a Cristian Brocchi, esordì inanellando quattro pareggi consecutivi (Gastaldello è ora a quota tre) prima di chiudere la stagione centrando una salvezza da molti considerata come una vera e propria impresa, frutto di quattro vittorie, sette pareggi e una sola sconfitta (1-3 interno contro la Spal lanciata verso la Serie A) in 12 partite. 

Una cavalcata che ora dovrà cercare di ripetere anche la squadra di Gastaldello, nella quale però lo stesso Cagni non vede punti di contatto con il Brescia della sua gestione. Ecco i suoi pensieri in esclusiva per Bresciaingol.com.

Vede un parallelismo tra l’inizio di Gastaldello e il suo?

“Non so se sia una semplice casualità o meno, ma il campo dice che sono due inizi simili. Io l’avevo preparato così, bisogna chiedere a Gastaldello se anche lui ha fatto lo stesso ragionamento. All’epoca per me l’importante era non perdere, quella era la filosofia. Ho preso la squadra che era reduce da 7 sconfitte nelle ultime 9 partite e che aveva subito 52 gol. Ho fatto la mia analisi e ho detto che in primis era fondamentale non perdere, anche perché sapevo di avere a disposizione giocatori del calibro di Caracciolo, Torregrossa, Ferrante e Crociata che potenzialmente potevano fare gol. Quindi ho fatto questo tipo di ragionamento”.

Gigi Cagni allenatore del Brescia nel finale della stagione 2016-17

Ci sono dei punti di contatto con il suo Brescia?

“Onestamente non ne vedo. Io avevo una squadra che qualitativamente era molto forte in tutti i reparti, con esperienza grazie a Mauri e Pinzi e con un attaccante come Caracciolo. Ho avuto paura solo in casa con il Latina già retrocesso, quando con una vittoria ci saremmo salvati in anticipo e invece trovammo il pareggio solo nel finale. Il Brescia attuale doveva acquistare già in estate un centrale di esperienza e un goleador. Manca uno che la butti dentro, uno in grado di vedere la porta con continuità. Ayè e Bianchi non sono questa tipologia di giocatore. Alle rondinelle manca questo. È una squadra che è stata costruita male dal presidente, che secondo me capisce di calcio, ma che quest’anno ha sbagliato in pieno. Per non parlare della gestione degli allenatori. Quanto successo ad Aglietti è incredibile. A fine stagione sono cose che paghi”.

Questo Brescia può salvarsi?

“Guardo semplicemente i dati numerici dei gol fatti e di quelli subiti [23 e 41]. È difficile cambiare questa tendenza in così poco tempo e sono numeri che mi fanno paura. Bisogna lavorare magari sulle palle inattive e inventarsi qualcosa per riuscire a segnare in altri modi, ma in primis non bisogna perdere per cercare di fare punti e agguantare la salvezza, anche eventualmente tramite i playout”.

Si può pensare di battere il Genoa?

“Penso che con il Genoa ci sarà poco da fare. Gilardino è stato bravo a capire che innanzitutto non doveva prendere gol, dato che la squadra prima o poi avrebbe fatto gol considerando la qualità che ha a disposizione. Ha trovato la filosofia giusta”.