UN PASSO ALLA VOLTA, MA CHE RABBIA !

Il Brescia pareggia in rimonta con il Cagliari una gara che poteva anche vincere. L’astinenza da gol si ferma a 689 minuti con Bisoli che riprende Lapadula (rigore). Sullo 0-0 negato un penalty solare da Fabbri e il Var dopo un mani di Dossena. Rondinelle penultime, ma guadagnano un punto sulla salvezza diretta ora distante tre lunghezze. Sabato scontro diretto a Venezia

Brescia. Questo frangente di campionato del Brescia assomiglia a un viaggio sull’Appennino tramite la strada panoramica: è un continuo entrare ed uscire dalle gallerie. Luci ed ombre. E ogni volta che si pensa di essere sulla strada giusta, e che quindi siano finiti i tunnel, ci si ritrova al buio. Non si può certo essere soddisfatti di aver raccolto solo due punti nelle ultime tre partite. Con il Bari le Rondinelle non meritavano di perdere, a Cittadella potevano vincere e con il Cagliari, seppure il pari sia arrivato in rimonta, la divisione della posta sta stretta agli uomini di Gastaldello come una camicia small a Giuliano Ferrara. 

Occasioni sprecate eppure… Il timore è quello di dover rimpiangere questi punti lasciati per strada, anche se il campionato di B è strano e paradossale: nel giorno in cui il Brescia si ritrova nuovamente penultimo da solo e resta a -1 dai play out, in attesa del match di questa sera del Cosenza a Genova, recupera un punto sulla salvezza diretta ora distante 3 punti. Per assurdo questo lunedi sera il Brescia potrebbe anche essere ultimo, ma a una sola vittoria di distanza dal sest’ultimo posto che garantisce la permanenza in B senza code. Tra le squadre su cui Bisoli e compagni hanno guadagnato un punto c’è anche quel Venezia che andranno a visitare sabato e che, con una vittoria, potrebbero scavalcare. Va da sè che nel fine settimana la Leonessa si giocherà una buona fetta di stagione. 

Uno alla volta e due a San Zeno amava ripetere Gigi Cagni (lo diceva in dialetto: “dgiù a la olta e du’ a sansè) in quell’annata in cui prese in mano una squadra che sembrava avviata alla retrocessione e che invece condusse a una salvezza da batticuore partendo con quattro pareggi consecutivi. Non resta quindi che accontentarsi di un altro passettino. Con il Bari si erano riviste le palle gol, a Cittadella dopo dodici giornate era stata chiusa la porta, con il Cagliari è finito il digiuno offensivo (dopo 689!). Ora bisogna miscelare il tutto e trovare quella vittoria che quando inizierà il match del Penzo mancherà da 104 giorni. 

La partita. Tra i segnali positivi ecco la reazione, la voglia di non abbattersi a un destino che – dopo le palle gol non sfruttate da Ayè e Bjorkengren nel primo tempo e i tiri insidiosi di Jallow e Rodriguez – ha negato un rigore solare per un mani di Dossena (giudicato da Fabbri e il Var congruo al corpo: pazzesco!) mentre una decina di minuti dopo (era il 22’ della ripresa) c’è stato il penalty segnato da Lapadula per il fallo di Huard sul Luvumbo. Una squadra che non ci crede più, pronta a consegnarsi al destino della retrocessione, avrebbe mollato. E invece il Brescia ha trovato ancora più forza, arrivando al meritato pareggio con Bisoli dopo cross di Adryan e palla prolungata prima da un cagliaritano poi da Huard e Ayè. Dopo soli due minuti i biancoazzurri hanno avuto il contropiede per il ribaltone, ma Bianchi su suggerimento di Adryan si è accentrato consentendo il recupero avversario anzichè tenersi largo per concludere in diagonale; vero che anche il Cagliari ha avuto con i colpi di testa di Nandez e Dossena le occasioni per prendersi tutto il bottino prima del fischio finale.

Giocatori e tecnico stanno chiedendo compattezza all’ambiente. E così è. La Curva Nord ha tifato incessantemente per tutto il match, la critica si sta sforzando di trovare sempre e comunque aspetti positivi. Le contestazioni e le critiche a Cellino sono invece un’altra storia. Anche perchè è lì che si trova il peccato originale di una stagione che non doveva vedere il Brescia penultimo a dieci giornate dalla fine. Bastava solo un po’ di buon senso. Ora invece serve una piccola, grande impresa. E il prossimo passo deve essere il ritorno alla vittoria. Conditio sine qua non per dare un senso ai timidi segnali di ripresa della squadra più sgangherata degli ultimi trent’anni. 

(Nella foto in evidenza le proteste dei giocatori del Brescia per il rigore negato, qui sotto il fallo di mano di Dossena. Ancora più in basso lo striscione dei tifosi del Brescia che hanno contestato Cellino)

Cellino in tribuna con il figlio Edoardo