RANIERI: “SE PENSIAMO CHE A BRESCIA SIA FACILE, SBAGLIAMO PARTITA. CELLINO MI CHIAMO’ A CAGLIARI, MA DISSI NO”

Il tecnico dei sardi molto concentrato sulla partita di domenica al Rigamonti: “Voglio rivedere compattezza e attaccamento alla maglia. Con il Genoa abbiamo fatto bene, ma dobbiamo tirare di più”

Cagliari. Claudio Ranieri, in apertura di conferenza stampa, ci tiene a fare gli auguri di buon compleanno ad Oscar Tabarez: “un maestro, lo conobbi tantissimi anni fa quando andammo proprio a Brescia a vedere il trio delle meraviglie Fonseca- Francescoli-Herrera.  Una persona squisita”. Auguri a cui si unisce anche tutta la redazione di Bresciaingol.com. 

Il Cagliari è atteso dalla terza partita in otto giorni. Quali saranno le difficoltà, considerando che in rosa ci sono tanti giocatori non al meglio della condizione?

“È vero. Questa sarà la chiave della partita di domenica contro il Brescia. Entro domani sera farò le mie valutazioni, dopo aver parlato con i ragazzi, anche se solitamente mentono dicendo che stanno bene anche quando non sono al meglio. L’allenamento però non mente in tal senso. È una partita difficile, non ce ne sono di facili, soprattutto nel girone di ritorno, momento caldo del campionato in cui la praticità fa da padrone. Veniamo da un trittico molto buono in cui abbiamo dimostrato compattezza e attaccamento alla maglia, qualità che voglio rivedere domenica a Brescia”. 

In che condizioni è Nandez?

“È un calciatore che conosciamo tutti, una spina nel fianco, uno determinato che trascina i compagni”. 

È d’accordo sul fatto che il Cagliari tiri poco in porta?

“Sì, è vero. Abbiamo avuto delle difficoltà oggettive, visto che ci sono mancati gli attaccanti che hanno il compito di segnare. Abbiamo creato degli episodi che non si sono concretizzati. Chi è determinato ad ottenere qualcosa comunque prima o poi la ottiene. Stiamo a mio avviso nascondendo molto bene le difficoltà che abbiamo. Tiriamo meno in porta, ma le occasioni le creiamo e abbiamo una buona solidità di squadra. Lapadula l’altra sera ad esempio ha corso come un indemoniato, pur essendo un attaccante”.

Forse manca convinzione nel voler calciare in porta, anche da parte dei centrocampisti…

“No, sono caratteristiche dei calciatori: ci sono quelli che calciano anche dai 20-25 metri e quelli che non hanno la qualità per farlo. Ci sono tiratori e non, ma io invito sempre a tirare, perché poi può succedere di tutto: ci può essere una deviazione, un rimpallo, qualsiasi cosa. Poi un conto è dirlo, un conto è farlo”. 

Possono scendere in campo Di Pardo e Deiola?

“Deiola potrebbe correre tre partite di seguito, però i ritmi partita sono diversi. Di Pardo ha fatto solamente pochi allenamenti con la prima squadra. Ci vuole calma”. 

Il Cagliari contro il Genoa è stato per alcuni tratti di partita padrone del campo. Un bel segnale al campionato?

“Sì, noi ci siamo. Per me neanche il secondo posto è andato, non voglio che la mia squadra molli, altrimenti tutta la mia carriera sarebbe stata incolore. Quando siamo saliti in serie A qui in Sardegna a fine girone d’andata ci davano per spacciati, avendo otto-nove punti di ritardo dalla zona salvezza; ci siamo invece salvati con una giornata di anticipo. Poi se hai dato tutto accetti qualunque risultato. Non voglio avere rimpianti, lottiamo e poi vediamo: poi se gli altri vinceranno saranno stati più bravi”. 

Il Brescia sta affrontando una stagione complicata…

“Prima di giocare una partita non si sa mai che partita sarà. Se tu vai in campo pensando che sarà una gara facile, la sbaglierai di sicuro. Noi non sappiamo se troveremo mai una partita facile, lo sapremo dopo, troveremo sempre un avversario che vuol ben figurare”. 

Chi sostituirà Pavoletti?

“Non posso dirlo (ride, ndr). Non posso dare armi all’avversario. Io mi ricordo quando sono stato a Coverciano e l’allenatore del Venezia mi ha chiesto con che sistema di gioco avrei schierato la mia squadra. Gli ho risposto che lo avrebbe visto il sabato dopo (ride, ndr); bisogna essere pratici, cambiare schema”. 

Cosa vi offre in più il 4-2-3-1? 

“Ci offre la possibilità di avere più uomini preposti all’offesa, mantenendo un sano equilibrio”. 

C’è mai stata la chance per lei di lavorare con Massimo Cellino a Cagliari?

“C’è stata subito dopo la mia parentesi al Napoli. Sarei potuto tornare, lo ringraziai per aver pensato a me, ma dissi di no”. 

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