Brescia. Buonasera cari amici e ben ritrovati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che, visto l’andazzo generale, tra due giornate verrà affidata a qualcun altro. Considerazioni sparse su quanto visto ieri pomeriggio:
1) Sono reduce da un pomeriggio trascorso in panciolle davanti a Diretta Gol serie C girone A con Andrea Ghezzi (colui che un signore originario dell’Uruguay nell’ultima stagione in serie A del Brescia espose solamente a brutte figure regalandogli ben cinque presenze) grande protagonista della vittoria del Renate sul campo dell’Albinoleffe. A Brescia la gestione dei giovani è quantomeno rivedibile (vedi Papetti lasciato due anni in panchina o Nuamah prima buttato nella mischia tra i grandi poi restituito giustamente alla Primavera) e Tonali è solo un modo per nascondere la polvere sotto il tappeto. Ciò premesso, confermo come il fascino del girone sia nullo, con infrastrutture insufficienti o senza senso, campi malconci e lato tecnico rivedibile. Capisco il mito del calcio “di provincia”, quello “autentico” ma pure le leggende devono essere un minimo credibili, altrimenti salta tutto.
2) Tornando alla serie B, il Brescia è arrivato alla settima sconfitta consecutiva. Numeri che impressionano in negativo, soprattutto in un campionato equilibrato come la serie B. Quasi tutti fanno punti, ma la Leonessa no, nel 2023 mai. Anche quando avrebbe meritato qualcosa in più come ieri, perde.
3) A proposito di merito: continuare a ripetere che il Brescia non merita di perdere non è di alcuna consolazione, anzi. Mancano dodici partite, bisogna fare punti, sporchi e cattivi. Anche un pareggio non sarebbe disprezzabile, per iniziare.
4) Oggi è arrivato al quotidiano Bresciaoggi un nuovo pensiero del presidente del Brescia Calcio. Nulla di nuovo. L’”ospite indesiderato” (come ebbe a definirsi) toglierà “il disturbo dopo la salvezza”. Ma quando? A che condizioni? E a chi? Sicuri che lo farà? E in caso (sciagurato) di serie C? Perché invece di fare la vittima, dopo cinque anni di fiducia quasi incondizionata da parte della piazza, non ha provato ad invertire la rotta sul mercato? Cosa si risolve con il vittimismo? I dubbi permangono e le risposte sono come sempre poche.
5) Capitolo rigore: a mio avviso, netto. Braccio largo. Nessuno è così fesso però da non capire le ragioni del mancato fischio. Quando sei debole nessuno ti viene in soccorso. Aiutati, che il ciel ti aiuta infatti si dice.
6) Il Bari ieri non mi ha fatto un’impressione straordinaria, o meglio, forse il vero Bari è quello di ieri che ha preferito cercare di controllare la gara piuttosto che quello dell’andata che ogni volta che attaccava segnava. Poi nel calcio capitano anche le giornate no, e, se riesci a vincere lo stesso, vuol dire che te la puoi giocare per la promozione fino alla fine del campionato.
7) Sui singoli a mio avviso ci sono delle osservazioni da fare: innanzitutto è sempre una buona notizia quando Andrea Cistana è disponibile; tuttavia, ieri non era in condizione e l’errore sul primo gol è grave. Björkengren ha sbagliato tanto, soprattutto nelle scelte e non vorremmo che si fosse lasciato abbattere da un momento di squadra non felice. L’attacco è un reparto inconsistente, che manca di cattiveria, tecnica e fisicità. Olzer o viene fatto giocare titolare oppure da subentrante il suo contributo ultimamente è inutile. Come ho letto da qualche parte, il Brescia subisce sempre almeno un gol e non ne fa mai.
8) Adryan è completamente fuori condizione. Tuttavia, non aspettandomi nulla da lui, sono riuscito ad apprezzare le due-tre giocate di buon livello che ha fatto. Non è lui il risolutore dei problemi del Brescia, però potrebbe aiutare. Niemeijer intanto attende ancora la sua chance, ma si sa, se arrivi a Brescia dal calcio europeo e non sei un “uomo del patron” devi essere costantemente umiliato.
9) Ma i calci d’angolo a Brescia si devono battere male per contratto?
10) Il Brescia, per la legge dei grandi numeri, prima o poi tornerà a fare punti. Il morale della squadra sembra in risalita e, se trovasse un po’ più di cattiveria sotto porta, il finale sarebbe ancora tutto da scrivere. Perché nella vita si può fallire una stagione sportiva, figuriamoci. Tuttavia c’è modo e modo per farlo. Si può lottare fino all’ultima giornata pur essendo deboli e di conseguenza cedere contro avversari più forti o fortunati, oppure ci si può arrendere a metà anno (come sta pian piano succedendo al Cosenza), con prese in giro ed umiliazioni continue. E per ora si sta avverando la seconda ipotesi, purtroppo.
Un abbraccio a tutti i lettori di Bresciaingol.com