CELLINO SEMPRE PIÙ SOLO: LE DIMISSIONI DI RAMPINELLI ROTA E GHIRARDI SONO UN NUOVO SEGNALE CHE LA CITTÀ LO STA SCARICANDO

In società sono sempre di meno le persone che ancora appoggiano le scelte, spesso senza logica, del presidente

Brescia. Dalle contestazione degli ultras a quelle dei tanti tifosi sui social, dalla politica locale che non ha mai speso una parola di solidarietà nei suoi confronti durante i guai giudiziari fino adesso alle dimissioni (anticipate in esclusiva ieri da Bresciaingol.com) dei due consiglieri bresciani Aldo Ghirardi e Giampiero Rampinelli Rota. Massimo Cellino è sempre più solo. A lui piace essere uomo solo al comando, ma adesso è più che mai con le spalle al muro.

Giampiero Rampinelli Rota (al centro) con due amici allo stadio Rigamonti in una foto pubblicata sul suo profilo Facebook

Trait d’union. A forza di voler fare tutto da solo, adesso Cellino si ritrova con sempre meno pretoriani al proprio fianco. Detto che le dimissioni di Ghirardi e Rampinelli Rota sono quantomeno tardive, vale la pena ricordare che proprio entrambi furono decisivi per l’arrivo a Brescia dell’imprenditore sardo. La famiglia degli avvocati Ghirardi, in precedenza molto legata alla gestione Corioni, fece da trait d’union tra Marco Bonometti e Massimo Cellino per la cessione del Brescia calcio tra la primavera e l’estate del 2017. Bruno Ghirardi, che già fu avvocato amico di Cellino e pure presidente del Cagliari pro tempore in rossoblù nella stagione 2005-06, convinse l’imprenditore bresciano – fondamentale nel gestire la transizione del dopo Corioni – che Cellino sarebbe stato l’uomo giusto per rilanciare il calcio nella nostra città. Giampiero Rampinelli Rota, rampollo di una famiglia molto nota a Brescia, già presente nel Cda del Banco di Brescia e dell’Editoriale Bresciana (gruppo che coordina Giornale di Brescia, Teletutto e Radiobresciasette), è da sempre legato agli avvocati Ghirardi e fu a sua volta un garante per la cessione del Brescia calcio da Bonometti a Cellino.

In questi anni di presidenza celliniana, Aldo Ghirardi e Giampiero Rampinelli Rota sono sempre stati al fianco di Cellino, spesso avallando decisioni ben poco comprensibili del presidente bresciano. Adesso però hanno detto basta. Nel cda biancoazzurro rimango per ora Edoardo Cellino, figlio di Massimo, Nicolò Pio Barattieri di San Pietro (amico di Cellino di lunga data), Luigi Micheli (direttore generale del Brescia calcio, che fonti ben informate danno vicino alla pensione) e Stefano Midolo (messo dal Tribunale a controllo del Brescia calcio durante il maxi sequestro e con il quale Cellino ha impostato un buon rapporto al punto da inserirlo nel Cda, al contrario dell’amministratore giudiziario Pierangelo Seri con il quale il patron sardo ebbe invece da subito numerosi contrasti).

Le dimissioni di Ghirardi e Rampinelli Rota sono un nuovo segnale evidente: Brescia sta definitivamente voltando le spalle a Cellino e alla sua incomprensibile (eufemismo) gestione. Ora gli uomini del presidente in società restano il direttore sportivo Giorgio Perinetti, tornato improvvisamente in auge, il team manager e responsabile comunicazione Edoardo Piovani (dall’organigramma è definitivamente sparito l’ex addetto stampa Filippo Migheli), la segretaria Stefano Arca, i segretari Andrea Mastropasqua e Omar Pezzotti, lo Slo Pietro Di Sabato e il responsabile della sicurezza Cristian Leali. Quest’ultimo, che risulta tuttora commissario capo della Polizia Locale di Montichiari, ma che avrebbe ricevuto una dispensa dal Comune di appartenenza per poter svolgere il lavoro anche all’interno del Brescia Calcio, segue da almeno tre anni come un’ombra Massimo Cellino. Toccherà a loro farlo sentire adesso un po’ meno solo.