SOTTO LA PANCA…

Non funziona nemmeno l’effetto Possanzini. Il Brescia colleziona la quinta sconfitta consecutiva: al Rigamonti passa il Modena di rigore al 34’ del secondo tempo. Rondinelle quart’ultime

Brescia. Vogliamo illuderci che, almeno adesso, l’uomo che ha evidenti problemi con gli allenatori (lui stesso aveva detto la scorsa estate che voleva farsi psicanalizzare sull’argomento) prenderà definitivamente coscienza che non è una questione di allenatore. Con il ko interno con il Modena, il Brescia incasella la quinta sconfitta consecutiva ed è una serie iniziata da Aglietti con il Sudtirol, proseguita da Clotet con Frosinone, Como e Perugia e ora ecco anche quella di Possanzini. La (brutta) sensazione è che non sarà certo finita qui. Continua la caduta libera delle Rondinelle, quart’ultime da sole e non andate ancora più sotto solo grazie alle sconfitte di Spal e Benevento, ma se questa domenica il Cosenza dovesse fare l’impresa a Bari sarebbero solo due le squadre alle spalle di Bisoli e compagni. 

Falcinelli esulta dopo aver segnato il rigore

Cuore matto. Non è bastato giocare la carta del cuore con un Possanzini osannato dai tifosi tramite uno striscione dove gli è stato garantito che il suo passato da giocatore non verrà offuscato comunque vada e al quale è stata anche donata una sciarpa della Curva Nord. In campo non ci va lui. Purtroppo… E soprattutto questa squadra non l’ha costruita lui, sottovalutando i pericoli di un campionato che nella loro “mediocrità” i bresciani conoscevano bene, ma a non conoscerlo è evidentemente l’uomo che tutto decide, tutto costruisce e tutto distrugge. Sarebbe stato bello poter scrivere che con Possanzini si è visto almeno qualcosa di nuovo, di positivo. In verità oltre a una squadra che difende (male) a quattro e costruisce dal basso in tre, con Bisoli terzino tattico molto alto per avere un uomo in più in mezzo al campo, non c’è stato chissà che. Non quella determinazione feroce che dovrebbe avere una squadra che vuole salvarsi, non quella capacità di tirare in porta (c’è riuscito solo Labojko, Gagno ha dovuto fare appena quella parata), non quell’attenzione massima sopratutto in area dove Papetti è stato forse punito eccessivamente, ma questa è la tecnologia, questo è il Var: se la tocchi anche solo leggermente con il gomito, e da distanza certo non siderale, è rigore. Punto e basta. Il Modena, che ha giocato attento, sornione, cinico, ha sfruttato l’omaggio e si è preso tutto il bottino. Era una partita da 0-0, come già a Bolzano, con un gol giustamente annullato per parte (fuorigioco di Ponsi sul tiro di Oukhadda, fallo di Bisoli su Gagno a cancellare la zampata di Mangraviti), ma gli episodi bisogna anche saperli portare dalla propria parte. E il Brescia non ci riesce, a prescindere da chi siede in panchina nel folle vortice che ha un solo vero, responsabile. Colui che pensa bene di girare al largo da quel pavimento pieno di cocci di un vaso che ha distrutto, dopo averlo costruito con la presunzione di essere sempre il più bravo di tutti. 

Il rigore di Falcinelli
Dalla Gradinata un ricordo per Elena Fanchini
Gli ultras di Curva e Gradinata hanno contestato Cellino. Massimo incitamento invece per Possanzini

METAMORFOSI TATTICHE

Dal 1’ (4-2-3-1)

Andrenacci; Bisoli, Adorni, Papetti, Mangraviti; Bjorkengren, Van de Looi; Listkowski, Ndoj, Galazzi; Bianchi.

Dal 16’ st (4-2-3-1) Labojko per Bjorkengren, Olzer per Listkowski

Andrenacci; Bisoli, Adorni, Papetti, Mangraviti; LABOJKO, Van de Looi; OLZER, Ndoj, Galazzi; BIANCHI

Dal 30’ st (4-2-3-1) Ayè per Bianchi

Andrenacci; Bisoli, Adorni, Papetti, Mangraviti; Labojko, Van de Looi; Olzer, Ndoj, Galazzi; AYÈ’

Dal 37’ st (3-5-2) Huard per Galazzi

Andrenacci; Adorni, Papetti, Mangraviti; Bisoli, Labojko, Van de Looi, Ndoj, HUARD; Olzer, Ayè.