SCAVONE: “LA SFIDA DI BRESCIA MI HA ACCESO IL FUOCO CHE AVEVO DENTRO”. COEFF: “AMO GIOCARE CON IL PALLONE”. RODRIGUEZ: “VOGLIO TRASMETTERE POSITIVITÀ TUTTI I GIORNI”. LISTKOWSKI: “TUTTO PUÒ CAMBIARE CON UNA PARTITA”. BJÖRKENGREN: “IL DESTINO HA DECISO CHE VENISSI A BRESCIA”

Il centrocampista ex Bari: “Dovrò essere un esempio positivo, dentro e fuori dal campo”. Il difensore centrale francese: “Avevo pensato di rimanere all’Auxerre, poi è arrivata la chiamata del Brescia e ho detto subito di sì”. L’attaccante spagnolo: “Il gruppo è unito, a Perugia vogliamo fare bene”. Il polacco: “Posso fare tutti i ruoli del centrocampo, come Jagiello”. Lo svedese: “Mi piace essere aggressivo sul campo”

Torbole Casaglia. Quest’oggi i cinque nuovi acquisti della sessione invernale del mercato biancazzurro sono stati ufficialmente presentati. Il primo a parlare è stato Scavone, molto schietto e carico per la nuova sfida che lo attende con la maglia del Brescia.

Come stai in questo momento? Ti senti già pronto per giocare?

«Innanzitutto, ci tengo a salutare tutti e a ringraziare di essere venuti. Vi racconto qualcosa del mio ultimo periodo: ad inizio stagione la società Bari mi ha comunicato le sue scelte riguardo il mio futuro, con anche delle motivazioni che però preferisco non rivelare: le sappiamo solamente io e la dirigenza della mia vecchia squadra. Ho avuto varie offerte nel mercato estivo, ma avevo delle esigenze, e siamo dunque arrivati al fatto che io sia rimasto fermo negli ultimi sei mesi. Nel mercato invernale c’è stata la possibilità per me di andare a Trento, dato che una delle mie priorità era avvicinarmi a casa, visto che sono di Bolzano, poi è arrivata quest’occasione e non ci ho pensato due volte. A me piacciono le sfide, qui c’è una piazza esigente che mi ha acceso un fuoco dentro. Ho voglia di dare il mio contributo per uscire da un momento difficile, credo che a Brescia ci sia un potenziale grande e quindi starà a noi sfruttarlo».

Come hai trovato lo spogliatoio del Brescia? Senti di poter dare il tuo contributo anche in fatto di esperienza?

«A me è stato chiesto di essere un esempio dentro e fuori dal campo, con un atteggiamento positivo. Voglio dare una mano dentro e fuori dal campo. Questi sono i compiti che voglio assumermi. Fisicamente mi sento bene, pur non avendo giocato molto; parlando con il Presidente e con il mister sento di poter dare il mio contributo».

Come sono andati i primi allenamenti? Che impatto hai avuto con i tuoi compagni?

«Ho notato che c’è un gruppo positivo, con tanti giovani. È vero che è un gruppo con tanti ragazzi stranieri, e ciò non facilita la comunicazione, ma sono “sani” e con voglia di far bene. L’intensità è alta: adesso starà a noi portare in partita ciò che proviamo in allenamento. Non sempre ci riusciremo, perché nel calcio ci sono mille variabili che possono nascere durante la partita, ma ci proveremo. Come ho detto prima, questa squadra ha tutti i valori necessari per invertire la rotta. Se acquisiremo fiducia, se l’ambiente capirà il nostro momento, anche se ha tutto il diritto di essere amareggiato, dandoci una mano, possiamo fare bene. Starà a noi coinvolgere un po’ di più l’ambiente».

È venuto poi il turno di Coeff, molto abile con le lingue (parla infatti correttamente francese, spagnolo e inglese). Per questa volta la lingua prescelta è lo spagnolo.

Ci puoi descrivere le tue caratteristiche? In che ruoli puoi giocare?

«A me piace molto giocare con il pallone. Un’altra delle mie caratteristiche è che mi piace colpire la palla di testa. Il mio precedente allenatore diceva che sono piuttosto sveglio, quindi inizierò quest’esperienza con un gruppo molto giovane, pronto per questa seconda parte di stagione».

(La risposta non è stata tradotta, per cui ci limitiamo, scusandoci in anticipo per eventuali errori, a riportare quanto le persone a cui ci siamo affidati per capire hanno compreso. Per la domanda successiva per fortuna si passa all’inglese, decisamente meno problematico).

Come hai vissuto le ultime ore di mercato? Quale è stata la ragione principale per cui hai scelto Brescia?

«Avevo pensato di rimanere nel mio club (l’Auxerre, ndr), ma nelle ultime ore di mercato qualcosa è cambiato. Avevo detto no a numerose offerte di trasferimento in altre squadre francesi. Il giorno prima della fine del calciomercato mi ha chiamato il mio procuratore dicendomi “c’è un’offerta dal Brescia, in Italia” e ho subito detto di si. Ho voluto cercare qualcosa sulla storia del club, e Brescia ha davvero un’ottima fama. Ho guidato tutta la notte, perché in Francia c’era uno sciopero dei voli, ed ora sono al 100% concentrato sul Brescia».

Ti senti già pronto per giocare contro il Perugia sabato?

«Mi manca un po’ di ritmo (non gioca titolare da ottobre), ma in questa situazione non c’è bisogno di attendere molto. Sono pronto a giocare con forza e concentrazione».

(La risposta è di nuovo in spagnolo, quindi valgono ancora le spiegazioni di cui sopra).

Finito il turno del centrale, seconda conferenza stampa per Rodriguez in maglia Brescia.

Qual è stato il dialogo con i tifosi post Como? Cosa avete portato nello spogliatoio da quel confronto?

«Io c’ero, ma non so bene quale sia stato il dialogo. Sappiamo che i tifosi sono scontenti dei risultati, ma sta a noi invertire questa situazione. Ho visto in allenamento una squadra forte e concentrata, sta a noi raddrizzare questa situazione. Siamo uniti e pronti per Perugia».

Come hai vissuto il confronto con il presidente Cellino di ieri?

«Questa è una domanda difficile. In tutte le squadre, dopo il calciomercato, il presidente viene a parlare. Penso lo facciano tutti i patron. Ci ha comunicato la fine del calciomercato, invitandoci ad essere un gruppo ancora più unito di adesso. Ci ha visto bene, con intensità e ritmo, e ora non ci resta che mostrarlo in campo».

Sei contento di non dover essere l’unico a dover dare energia al gruppo?

«Si, quelli che arrivano nel mercato invernale devono dare un contributo in più. Siamo uniti, dobbiamo aiutare la squadra il più possibile».

È cambiata la tua idea sul Brescia da quando sei arrivato?

«Non è cambiato nulla. Ho entusiasmo e gioia, voglio trasmettere positività ed allegria al gruppo».

Cambio della guardia, con l’arrivo di Björkengren e Listkowski. Il primo a parlare è proprio quest’ultimo.

Come ti stai trovando a Brescia? Il mister dice che sei una mezz’ala offensiva, ma qual è la casella del centrocampo in cui preferisci giocare?

«Come hanno già detto prima i compagni, mi sto trovando molto bene. Lo sappiamo che stiamo vivendo un momento non facile, ma nel calcio può cambiare tutto con una partita. Sto bene, sono venuto per dare una mano. Posso fare più ruoli, mezz’ala, trequartista o esterno. Sono a disposizione».

Sembra di rivedere il percorso di Jagiello in biancazzurro, un centrocampista che può giocare dappertutto. Hai parlato con lui? Hai compreso perché il Brescia nelle ultime sedici partite è la squadra che ha fatto meno punti?

«Si, ho parlato con Jagiello, ma soprattutto con Labojiko, che conosco di più. Per quanto riguarda la seconda domanda è il calcio, ci sono dei periodi così, però si vede tanta qualità nella squadra, diciamo tutti la stessa cosa perché ne siamo convinti. Tutto può cambiare con una partita, che speriamo possa essere la prossima».

Come hai vissuto il tuo esordio contro il Como?

«Ero molto contento, anche se la partita non è andata come volevamo. Non vedo l’ora di giocare di più e soprattutto iniziare a vincere».

Ultimo ma non ultimo Björkengren. Domande e risposte in inglese.

Qual è stata la tua impressione sull’allenatore? Ti piace il suo modo di lavorare?

«Si, quando sono arrivato a Brescia il primo giorno abbiamo cenato tutti assieme, abbiamo parlato un po’ di tutto e mi ha fatto un’ottima impressione. Mi piace il modo in cui vuole giocare a calcio. Mi vuole usare come mezz’ala, penso che mi troverò bene».

Hai esordito contro il Brescia grazie ad Eugenio Corini, un bresciano. Il nome di Brescia era scritto nel tuo destino…

«Non ci avevo pensato, ma, ora che me lo fai notare, è chiaro che il destino avesse già deciso per me».

Nelle prime due giornate hai preso due cartellini gialli. Sono state un caso?

«Con il Como non era giallo. Mi piace comunque giocare duro, non voglio ovviamente cartellini gialli, ma amo entrare con grinta».

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