Il gruppo olandese sembra sparito dai radar, dopo giorni in cui pareva l’interlocutore più accreditato per un ingresso in tempi rapidi nella società Brescia Calcio
Brescia. Fino a qualche settimana fa, doveva essere solamente questioni di giorni. Ci avevano raccontato che il nuovo anno avrebbe portato una trasformazione, e, dato che l’anno vecchio era finito, ma qualcosa ancora qui non andava, ci eravamo persuasi che avremmo visto un Brescia “all’olandese” in tempi brevissimi, ben prima della metà di gennaio, in modo da poter permettere al presidente Massimo Cellino di intervenire sul mercato, cercando di salvare la stagione. Ora invece, a poche ore dalla fine del calciomercato, i rinforzi che sono arrivati sono giunti con la formula del prestito e solamente grazie ai buoni rapporti di Alessandro Ruggeri con Pantaleo Corvino. Cosa è successo? Dove sono finiti “gli olandesi”?
Flashback. Torniamo al mese scorso, più precisamente a martedì 20 dicembre. Mentre si consuma l’ennesimo ribaltone in panchina, con l’esonero di Pep Clotet dopo due giorni dalla riconferma ufficiale, filtra la notizia (con una coincidenza temporale quantomeno curiosa) che un gruppo olandese sarebbe interessato al Brescia Calcio. Il giorno successivo il quotidiano Bresciaoggi insieme al Giornale di Brescia rivelano che si tratta di Azerion, multinazionale olandese che opera nel campo dell’intrattenimento e dei media digitali. Allo stesso quotidiano viene inoltre affidata anche una dichiarazione di Massimo Cellino, che sostiene (non una novità) di sentirsi “stanco” e di avvertire “tutta la responsabilità di quello che stava succedendo”. Il 22 altre novità: Azerion sul GDB “studia il dossier” e questo “crea già fermento”, e, in aggiunta, altre dichiarazioni del Lider Maximo che ricalcano quanto già detto il giorno precedente: “Se sono persone serie e affidabili sono disposto ad aprire la porta […], non voglio che il male che subisco (il maxi sequestro) ricada sul club”. 23 dicembre, altri aggiornamenti: Azerion sul Giornale di Brescia “fa sul serio”, puntando ad entrare nel vivo “se non entro inizio anno” almeno “subito dopo le feste”, per poter “incidere anche sul mercato di gennaio”. Ah però. Aggiunge però che “acquistare una società non è mai semplice come bere un bicchiere d’acqua”. Purtroppo o per fortuna.
I gufi. In tutto questo turbinio di accelerazioni, notizie, discese ardite e risalite una voce si estranea del coro: è quella del direttore di questa testata, che, durante la diretta sulla nostra pagina Facebook prima di Brescia-Palermo, rivela come “Azerion sia un contatto diretto di Massimo Cellino e non una manifestazione di interesse giunta a Pierangelo Seri o all’apposito indirizzo Pec indicato in un comunicato stampa di qualche settimana prima” e di avere “un dubbio che in realtà questa notizia sia stata data per tenere buona la piazza”. Con il passare dei giorni, le notizie sono via via più rarefatte: il 28 viene pubblicato sul nostro sito un estratto di un’intervista di due mesi orsono al patron di Azerion, nella quale dichiarava di “voler creare, partendo dal Fortuna Sittard, un consorzio di cinque club che si sostengano l’un con l’altro”. Altri dubbi emergono poi sulla percentuale di quote in possesso della multinazionale: c’è chi parla del 65% e chi del 20%. Proprietari o partner?
Tutto chiaro. Dopo una lunga indagine, a fine anno emerge, sempre sul nostro quotidiano, il piano di Massimo Cellino: favorire l’ingresso come suo partner degli olandesi (contatto di un avvocato bresciano amico del Presidente), in modo da avere capitali freschi da immettere sul mercato e nel frattempo potersi difendere dalle accuse di evasione fiscale ed esterovestizione. Cosa avrebbe poi guadagnato Azerion da questa operazione, all’apparenza svantaggiosa? Molto semplice: l’ingresso nel mondo del calcio italiano, continuando nel suo progetto di creazione di un consorzio calcistico. Il resto è poi notizia recente: una prima manifestazione di interesse “ufficiale”, senza però l’indicazione del tipo di offerta (ovvero se per la maggioranza del club o una semplice partnership), l’annullamento del sequestro preventivo di cinquantotto sui cinquantanove milioni di euro richiesti dalla Pm Erika Battaglia, con la relativa uscita di scena del tribunale e infine la beffa del 19 gennaio targata Bresciaoggi: gli olandesi, che avrebbero dovuto contribuire al mercato di gennaio per salvare il Brescia dalla retrocessione, chiedono la salvezza come condizione imprescindibile per concludere l’affare. Lasciamo poi ad ognuno le proprie considerazioni: ma la nostra impressione è che, per arrivare ad un cambio societario, ci sarà ancora da dover attendere.