I TEN TALKING POINTS DOPO BRESCIA-COMO

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che non giunge in prestito da Lecce. Considerazioni sparse sull’ennesimo pomeriggio infausto per le Rondinelle: 

1) Desolazione. Un’altra sconfitta. Dolorosa, perché accaduta in uno scontro diretto. Dolorosissima perchè ha definitivamente rilanciato il Como che era già in crescita. I lariani molto probabilmente si salveranno, perché la rosa non è certamente da zona retrocessione. Restano invece molti dubbi sul Brescia, che ad oggi sembra avere bisogno di un miracolo per poter mantenere la categoria. 

2) Ha stato l’arbitro. L’espulsione di Mangraviti è netta. Una situazione di gioco in cui il Brescia si è fatto trovare scoperto ha portato al fallo Mangraviti e al relativo provvedimento disciplinare. Molto più ingenua è invece l’espulsione di Papetti, che costringe il Brescia ad avere un unico centrale disponibile per la delicata trasferta di Perugia; mi permetto allora di suggerire a Daniele Gastaldello di tirarsi a lucido. Ha tempo una settimana circa. Poi, se le cose dovessero andar bene…non sarebbe certamente il primo sportivo ad uscire dal ritiro…

3) Polveri bagnate. L’attacco continua ad essere uno dei problemi di questa squadra. Rodriguez è bravo, ieri solo un miracolo gli ha tolto il secondo gol in due gare, ma non basta. Manca peso offensivo, manca l’attacco della profondità. Mancuso e Cerri, che a Como si giocano il posto, a Brescia sarebbero entrambi titolari. Quanto sarebbe servito ieri un attaccante di peso su cui potersi appoggiare in inferiorità numerica. 

4) La cornice. Ieri, ad assistere a Brescia-Como, c’erano poco meno di 4000 bresciani. A parte la Curva Nord che tiene botta (ieri piena per metà circa), impressionano, in negativo, tribuna e gradinata, ieri sotto i mille accessi. I tifosi del Como, aiutati certamente dalla buona prova della loro squadra, hanno invece fatto un gran tifo. Molto particolare la loro versione di “Madonnina dai Riccioli d’oro”. Piuttosto del “derby dei laghi”, la gara tra Brescia e Como dovrebbe diventare il “Derby della Madonnina”. 

5) Una formazione coraggiosa. Uno degli elementi che mi aveva portato ad essere fiducioso mentre mi dirigevo all’impianto è stata la formazione scelta da Pep Clotet: in una parola, audace. A parte l’esclusione di Ndoj, imprescindibile per questa squadra, anche condivisibile. Mi piacerebbe vedere qualcosa di simile anche a Perugia, magari dando un turno di riposo pure a Huard e Karacic che non stanno rendendo minimamente rispetto ai loro standard. 

6) Ma chi sta rendendo ai suoi livelli? Questa è allora la domanda. E la risposta è molto semplice: secondo me quasi nessuno, escludendo i ragazzi provenienti da Lecce. Forse solo Andrenacci ed Emanuele Ndoj: il primo non è un portiere straordinario, ma è quantomeno affidabile sulle uscite e discreto tra i pali, il secondo è talvolta discontinuo, ma ha classe. 

7) Di nuovo in discussione. Pep Clotet è, di nuovo, a rischio cacciata. Dopo solo due giornate, condite da due sconfitte. Non sono convinto che sarebbe la scelta giusta un nuovo esonero, perché credo, in perfetta buona fede, che in generale l’allenatore sia quasi sempre il meno colpevole delle crisi delle squadre: che colpe ha Clotet se Mangraviti non accompagna l’avversario sull’esterno invece di stenderlo? Gliel’ha detto il catalano di falciarlo? Non credo. Cosa può dunque fare? Ribellarsi a certe storture che gli vengono imposte? Perfetto, ma ciò significa esonero. Provare giocatori in serie, giusto per farsi dire di averci quantomeno provato a cambiare qualcosa? Non penso sia la scelta giusta. Dunque, anche basta dare alibi ai pedatori cacciando il mister. Dovessero introdurre un giorno la possibilità di esonerare anche i calciatori, se ne vedrebbero delle belle. 

8) Un occhio alle rivali. A Cosenza, nonostante una piazza in aperta rottura con la presidenza, è tornata la vittoria dopo tanto tempo. Il Perugia è vivissimo e, in questo momento, è uno degli avversari più pericolosi da affrontare, in quanto affamato di punti. Il Cittadella non molla mai. Il Sudtirol, da me e tanti altri subito identificato come l’agnello sacrificale del campionato, è praticamente salvo e veleggia in pienissima zona playoff. A Ferrara è invece arrivato Nainggolan, altro colpo ad effetto, che però, se ben motivato, può essere ancora importante. La squadra che mi persuade meno, alla fine di questa rassegna, è ancora il Venezia. 

9) Il mercato. In questi tre giorni, il minimo che mi aspetto è un centrale, perché non si può andare a Perugia con un solo centrale e già due son comunque pochi. Il centrocampo tutto sommato può andar bene, è il reparto più completo e messo meglio anche mentalmente (ovvio poi che se dovesse arrivare uno come Baselli sarei al settimo cielo, ma non mi aspetto cotanta grazia). Per quanto riguarda infine l’attacco temo sia tardi per un rinforzo di alto livello. Si potrebbe allora provare ad insistere su Niemejier, che è già in rosa. 

10) Ottimismo! Alla serie C non mi rassegno. Ci sono tutte le avvisaglie di un’annata disgraziata, ma non vorrei arrendermi. Chiaro che se vinci una partita in quattro mesi l’epilogo scontato è la retrocessione e nessuno potrebbe dire che sarebbe immeritata. Vediamo allora ciò che accadrà a Perugia: tempo per invertire la rotta c’è. Tuttavia, se prima per vivacchiare potevano bastare dei pareggi, ora serve una cosa sola: la vittoria. 

Un abbraccio a tutti a lettori di Bresciaingol.com

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