CELLINO LASCI LAVORARE RUGGERI PER COMPLETARE LA RIVOLUZIONE DI GENNAIO

Brescia. Adesso che la vicenda maxi sequestro si è conclusa come Massimo Cellino sperava, anzi sognava perchè di clamoroso ribaltone si tratta, è bene che il presidente del Brescia torni a concentrarsi sulla squadra e su una classifica che piange.

Questo significa evitare, se possibile, di tornare ad essere quello che ultimamente gli riesce meglio: un elefante nella cristalleria. Di danni tecnici ne ha già fatti a sufficienza anche per quest’anno. L’esonero di Clotet e l’assunzione di Aglietti per 26 giorni sono stati una pantomima che ha contribuito a coprire ulteriormente di ridicolo una piazza calcistica che è diventata zimbello dello Stivale per i continui colpi di testa di un presidente alla continua ricerca dell’isola che non c’è.

Tra le poche cose buone fatte di recente c’è stato l’aver affidato il mercato ad Alessandro Ruggeri, che ufficialmente non è nulla all’interno del Brescia calcio, ma che da consigliere esterno com’è per altro da alcuni anni, si è trasformato nel punto di riferimento per gli operatori di mercato che sono ancora disposti a fare affari con il club biancoazzurro. Detto che la cessione di Moreo al Pisa (2.5 milioni la cifra esatta, dopo che era circolata quella di 2.2) è stata una decisione di Massimo Cellino in persona, che ha ritenuto di doversi privare di un giocatore che secondo lui non aveva più la testa giusta per rimanere al Brescia, Alessandro Ruggeri è partito bene facendosi dare dal Lecce tre giocatori che possono essere utili nella missione salvezza. Rodriguez, Bjorkengren e Listkowski però non bastano. All’ex dirigente dell’Atalanta dev’essere lasciata carta bianca per poter proseguire nell’indispensabile rivoluzione di gennaio. Almeno altri due o tre acquisti devono essere fatti e bisogna inoltre tagliare quei “rami secchi” che rimanendo in spogliatoio creerebbero solo turbative da qui alla fine della stagione soprattutto se non impiegati.

Il pericolo adesso è che, ringalluzzito dalla sentenza della Cassazione, Massimo Cellino venga preso da uno dei suoi, certo non rari, deliri di onnipotenza con i quali si prende la scena come il Nerone di Petrolini (film del 1930) “più bello e più superbo che pria”. Con questa classifica e questo campionato c’è poco da scherzare. Il fuoco è vicino, va tenuto lontano.