I TEN TALKING POINTS DOPO BRESCIA-FROSINONE

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che vede in Niemejier-Dallinga i nuovi Torregrossa-Donnarumma. Considerazioni sparse sul capitolo ventuno del Campionato degli Italiani:

1) Brividi. C’è stato un momento, sabato pomeriggio, in cui con il contemporaneo vantaggio di Spal, Benevento e Como il Brescia si è ritrovato quindicesimo, appena sopra la zona playout. Poi, per fortuna, Genoa, Pisa ed Ascoli hanno corretto la situazione. Ma la classifica inizia ad essere davvero preoccupante. Anche lo stesso Cittadella, che fino a qualche giornata fa sembrava spacciato insieme al Cosenza, ha ricominciato a fare punti. 

2) La banda del buco. I problemi del Brescia sono tanti. C’è un attacco che produce e concretizza poco, ma soprattutto una difesa che concede davvero troppo: passi per il primo gol, in cui emerge soprattutto la qualità di Mazzitelli (ad avercelo oggi, un centrocampista di quel genere), ma le altre due reti sono purtroppo imperdonabili: non voglio soffermarmi sulle topiche individuali che sono chiare ed evidenti a tutti, ma in generale è un reparto molto insicuro. Una proposta: perché non provare un quartetto difensivo con Karacic, Mangraviti, Cistana e Pace? 

3) Pablo è vivo. A proposito di attacco, davvero ottima la prova di Rodriguez. Me lo aspettavo, perché nel giocatore ripongo grande fiducia e stima, ma ieri pomeriggio è andato anche oltre le mie aspettative, considerata la lunga inattività. Bene anche Bjorkengren: Pantaleo Corvino sul mercato del nord-Europa è un fuoriclasse. 

4) Chi l’ha visto? Florian Ayè è da circa sei-sette partite che è in totale involuzione.

 Gioca tanto (oserei dire anche troppo per le sue attuali prestazioni) e non solo non segna ma non è neanche utile alla squadra. Non è del tutto colpa sua (l’attaccante lo conosciamo, deve essere servito sulla profondità o con qualche pallone sporco in area) ma non c’è alcuna cosa da salvare nelle sue recenti partite. Se il ciclo di Moreo secondo tanti (non il sottoscritto) era finito, quello dell’attaccante francese (a meno di un girone di ritorno da record modello 2021, cosa a cui attualmente è difficile credere) sta per finire. 4bis) Poi bisognerebbe anche aprire una bella riflessione sui suoi numeri, che recitano ventotto gol e sette assist in centoquattro presenze con la maglia biancazzurra, di cui diciassette in una sola stagione a “falsare” un po’ la media. Volendo abbuonargli la stagione in serie A, in cui non era chiaramente pronto (ma comunque giocava), restano ventisei gol in due stagioni e mezzo di B. Nulla per cui lustrarsi gli occhi. 

5) C’è vita. Se Benali è ormai (a meno di colpi di scena che mi stupirebbero il giusto) fuori dai giochi, Federico Viviani è ancora parte integrante del progetto Brescia. Pep Clotet, dopo il suo ritorno, deve averci parlato e le sue parole devono avere smosso qualcosa nel calciatore. Ieri infatti è stata sufficiente la sua prova, con anche un recupero difensivo da strabuzzarsi gli occhi. La condizione fisica è ancora deficitaria, ma qualcosa di meglio rispetto al solito si è visto; inoltre, con un Van de Looi un po’ tremebondo, è meglio puntare in un ruolo chiave su un giocatore più esperto. 

6) Fuga per la vittoria. Nella stagione 2014-2015 un Brescia gravato da pesanti problemi finanziari vinse 3-1 in casa, proprio in questo periodo dell’anno, contro il Frosinone. Quel giorno la fuga per la vittoria per il 3-1 fu di Valerio di Cesare: ieri invece i protagonisti sono stati Caso ed Insigne. Un dubbio: ma non è che la squadra di quell’anno funesto aveva quantomeno più carattere di questa?

7) Misteri della fede. “ […] un’anima abbattuta in un ambiente che non c’è più perché s’è smarrita una direzione, così tutti sono deragliati” (Giornale di Brescia, presentazione di Brescia-Frosinone, 22/01). O è deragliato solo il Presidente, portando tutti con sé? 

7bis) “Alfredo Aglietti, che ancora si sta domandando cosa abbia pagato” (ibidem, 22/01). Dai, è semplice. Ha pagato la sua buona fede e la sua onestà intellettuale. 

8) C’è una grossa novità. È tornato Niemejier. Dopo essere stato messo incredibilmente fuori rosa, si è rivisto e ne sono felice. Ha talento. Mi piacerebbe vedere in questo girone di ritorno un Brescia con più talento puro in campo. 

9) Un po’ di fortuna. Quando le cose vanno male, devi star certo che possono andare pure peggio. I primi trenta minuti di Brescia-Frosinone, per qualità di gioco espressa, sono stati i migliori della stagione. Se le Rondinelle avessero realizzato due gol, i ciociari non avrebbero avuto nulla per cui recriminare. Poi però al primo errore, quando le cose vanno male, vieni punito. L’obiettivo per le prossime partite deve essere anche quello di provare a portare la buona sorte dalla propria parte. Quest’ultima infatti aiuta molto spesso chi non ne avrebbe nemmeno bisogno. 

10) Scontri salvezza. Il Brescia è atteso da due scontri salvezza decisivi. Ottenere sei punti dovrebbe essere l’obiettivo, quattro potrebbe essere una buona base di partenza, meno sarebbe un problema, considerando che tra febbraio e marzo arrivano Cagliari, Genoa e Bari. Fondamentale sarà comunque tornare alla vittoria nel più breve tempo possibile, dato che sta diventando un pesante tabù. 

Un abbraccio a tutti i lettori di Bresciaingol.com e appuntamento a domenica prossima.