ALESSANDRO RUGGERI E LA RIVOLUZIONE DI MERCATO: ENTRO MARTEDÌ PROSSIMO SI PUNTA A 4-5 ENTRATE E ALTRETTANTE USCITE

Il Brescia e la lotta contro il tempo per dare alla squadra un nuovo volto: Cellino si aggrappa all’intermediario, figlio dell’ex presidente dell’Atalanta, che da tre anni collabora con il presidente delle Rondinelle

Brescia. Al di là delle battute che in questo momento lasciano il tempo che trovano (“Ma come, il Brescia affida le sue chances di salvezza a un bergamasco ed ex dirigente dell’Atalanta?”) la speranza, probabilmente l’ultima, adesso si chiama Alessandro Ruggeri. Il figlio dell’ex presidente dell’Atalanta Ivan, deceduto nel 2013 dopo essere stato presidente e azionista di maggioranza del club orobico dal 1994 al 2008, è da almeno tre anni vicino a Cellino nelle vesti di collaboratore e consigliere esterno.

Quasi sempre presente al Rigamonti (la foto in evidenza è di domenica) Alessandro Ruggeri, 35 anni, già dirigente dell’Atalanta con suo padre seppure all’epoca ancora giovanissimo (ricoprì anche il ruolo di amministratore delegato), è di fatto il direttore sportivo in pectore del Brescia, a maggior ragione ora che Giorgio Perinetti è impossibilitato a lavorare per problemi di salute (sta meglio rispetto alla scorsa settimana, ma è ancora ricoverato in ospedale). E’ stato Alessandro Ruggeri a condurre in porto la trattativa con il Lecce per Bjorkengren e Rodriguez, quest’ultimo strappato al Benevento grazie ai buoni rapporti che il bergamasco ha con il diesse salentino Pantaleo Corvino fin dai tempi in cui la famiglia Ruggeri gestiva appunto l’Atalanta. Cellino ha chiesto a Ruggeri di aiutarlo a dare un nuovo assetto a una squadra che è in caduta libera e rischia seriamente la retrocessione. Da qui al 31 gennaio l’obiettivo è far uscire 4-5 giocatori e ovviamente farne entrare altrettanti. Non è un caso se Bjorkengren e Rodriguez, appena arrivati, sono riusciti a fare la differenza nella prima mezzora con il Frosinone. C’è bisogno di gente “vergine” mentalmente, che non accusi il peso e la cappa creata dai continui interventi destabilizzanti di Cellino e che non soffra le pressioni di una piazza importante come Brescia, dove la maglia pesa soprattutto se fai un punto in cinque partite, due in sette e nelle ultime quindici giornate hai vinto solo una volta.

Il confronto tra Alessandro Ruggeri, il direttore generale del Brescia Luigi Micheli e il consigliere di amministrazione del club biancoazzuro Giampiero Rampinelli Rota al termine del match con il Frosinone