LA CRISI DI LEZZERINI. VIOTTI: “BISOGNA DARGLI FIDUCIA”, VETTORE E ROSIN: “GIUSTO PUNTARE SU ANDRENACCI”

Tre ex portieri del Brescia valutano la situazione tra i pali dopo i recenti, pesanti, errori dell’ex Venezia

Brescia. Lezzerini o Andrenacci? Questo è il dilemma. Il dualismo tra i due portieri del Brescia, nato durante il ritiro estivo e continuato nel corso della stagione, è ora arrivato al proprio apice, dopo che i diversi errori commessi dall’ex Venezia nelle ultime settimane sono costati punti preziosi alle rondinelle, ancora alla ricerca di una stabilità tra i pali mai trovata in tutto il girone d’andata.

Per analizzare la situazione di casa Brescia, tre ex portieri rondinelle come Antonio Vettore (a Brescia dal 1991 al 1994 con una promozione in Serie A conquistata nell’annata 1991-92), Mauro Rosin (una stagione in biancoblu nel 1998-99) e Sergio Viotti (bresciano doc e prodotto del settore giovanile del Brescia, vice di Arcari nella stagione 2009-10 coincisa con la promozione in A) hanno risposto ad alcune domande sul ruolo e dato la propria opinione su questo dualismo tra Lezzerini e Andrenacci. 

Antonio Vettore ai tempi del Brescia
Sergio Viotti con la maglia del Brescia
Mauro Rosin

Per quello che si è visto finora in stagione, cosa ne pensate di Lezzerini e Andrenacci come portieri presi singolarmente?

Vettore: “Ad inizio stagione speravo che il titolare potesse essere Andrenacci, perché conosceva bene l’ambiente Brescia e perché aveva già dimostrato negli anni precedenti di farsi trovare pronto quando chiamato in causa. Lezzerini è partito bene, ma in questo momento non sta portando punti alla squadra. Negli ultimi due mesi, da Bari in poi, è stato un susseguirsi di errori. Ho notato una mancanza di sicurezza, ma ciò che ritengo più grave sono gli errori tecnici di base riguardo il piazzamento sui cross o quando l’avversario sta per tirare. Non capisco se si tratti di una questione tecnica o se sia una conseguenza dei due anni di inattività. Non riesce ad avere orientamento senza guardare la porta e si stanno ripetendo errori sulle uscite come con Joronen. Quando si hanno queste difficoltà è perché o si ha paura del dolore fisico nell’uscita o perché non ci si sente sicuri, ma difendere sulla linea di porta non è fattibile. Andrenacci quando è stato chiamato in causa in campionato ha fatto bene e anche a Cosenza non ha sbagliato secondo me. Sul gol preso ci sono più responsabilità dei difensori che non hanno tenuto la marcatura di Larrivey”.

Rosin: “Lezzerini ha un po’ più di esperienza di Andrenacci, ma in lui ho notato una mancanza di tranquillità, il che è un problema per un portiere, perché il ruolo non prevede di dover fare miracoli su miracoli, ma di avere sicurezza e di trasmetterla a tutta la squadra. Sono due giocatori della stessa età e con caratteristiche simili, anche se Andrenacci è più esplosivo mentre Lezzerini più longilineo. In questo momento, secondo me, il dualismo non sta aiutando nessuno dei due. Il portiere è il ruolo più bello, ma anche il più difficile perché uno gioca e l’altro sta a guardare. In un’analisi più approfondita va considerato che Andrenacci conosce l’ambiente essendo arrivato in biancoazzurro già nel 2014 quindi anche la società deve decidere su chi vuole puntare veramente”.

Viotti: “Le gerarchie a inizio anno erano chiare: Lezzerini primo e Andrenacci secondo, tant’è che l’ex Venezia partì bene e su alcuni episodi sfortunati venne salvato dal var, come ad esempio a Como. Dopo l’espulsione contro l’Ascoli ha perso certezze, anche perché Andrenacci, da bravo professionista, si è fatto trovare pronto e ha giocato molto bene, mettendogli pressione. Sono due ottimi portieri, in questo momento però a Lezzerini manca la sicurezza necessaria e sta vivendo una fase di calo fisiologico. Nonostante ciò e nonostante a me Andrenacci piaccia molto, credo che la cosa migliore da fare sia dare fiducia a Lezzerini”.

L’alternanza, nel ruolo del portiere, può fare bene o no?

Vettore: “L’alternanza non va bene nella maniera più assoluta, perché genera incertezza sia nei portieri che nella difesa. Ogni portiere ha il suo timbro di voce che guida i difensori, sarebbe come cambiare ogni domenica padrone al cane che fa le gare. In questo momento se si ripropone titolare Lezzerini e sbaglia ancora, poi non lo si può più far giocare. Se lo si vuole preservare bisogna dare fiducia ad Andrenacci e in base a come gioca poi fare le valutazioni. Il problema comunque, dal mio punto di vista, non è il reparto difensivo ma quello offensivo visto che più di metà dei gol subiti sono stati presi in 4 partite, mentre l’attacco ha sempre faticato”.

Rosin: “Quando hai un’alternanza senza un titolare fisso il problema diventa la serenità dell’intero reparto perché continuare a cambiare non porta tranquillità. Come detto prima, non esiste alternanza in questo ruolo a meno che non succedano episodi straordinari. Senza una gerarchia ben definita si mette in confusione e in ansia il portiere. È necessario stabilire un titolare, che poi deve dimostrare però in campo. Aglietti ha la fortuna di avere due settimane di pausa per capire su chi puntare, perché non c’è più tempo per sbagliare la scelta. L’allenatore deve parlare chiaro e rassicurare entrambi perché a quel punto il portiere scelto darà il 100%. Il miglior portiere è quello che sbaglia meno, non quello che fa più miracoli”.

Viotti: “L’alternanza al Brescia non c’è stata, perché ha sempre giocato Lezzerini, anche una volta tornato dalla squalifica nonostante Andrenacci avesse fatto bene. Il titolare è lui. L’unico piccolo errore è stato quello di non riproporre Lezzerini subito dopo aver scontato le due giornate di squalifica, perché questo può avergli tolto fiducia. O lo si riproponeva immediatamente tra gli 11 titolari o si continuava a dare fiducia ad Andrenacci come nuovo numero uno”. 

Nel corso delle vostre carriere avete mai vissuto ballottaggi? Ed eventualmente, come sono andati?

Vettore: “Nel mio ultimo campionato a Cosenza Reja, non vedendomi tranquillo, mi mise in panchina. Io volevo risolvere i miei problemi in campo, ma mi disse che finché non li avrei risolti sarei stato fuori. Diede spazio a Tontini, che commise due errori che ci costarono due sconfitte, così ebbi campo libero fino al termine della stagione”.

Rosin: “Ho vissuto questa esperienza solo una volta, quando ero a Foggia con Zeman in Serie A, perché Mancini era il suo portiere preferito. Ho fatto solo 11 presenze, ma in allenamento mi impegnavo al massimo per dimostrare di essere migliore. La situazione non è stata piacevole”.

Viotti: “Da primo non sono mai stato tolto, mentre sono subentrato da secondo. Come Andrenacci ho fatto bene, ma ci sono situazioni che dipendono dagli allenatori. Sicuramente quando sei il titolare e ti vedi superato dal secondo ti senti sul banco di prova e questo ti porta all’errore”.

Alfredo Aglietti chiamato a decidere su chi puntare tra Lezzerini e Andrenacci