I TEN TALKING POINTS DOPO BRESCIA-PALERMO

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il girone d’andata del Campionato degli Italiani si è concluso per il Brescia con un pareggio, ed è tempo allora di riflettere su quanto di buono e meno buono è successo durante questi primi diciannove capitoli. Prima però la doverosa e consueta premessa, che per l’anno venturo prometto di rinnovare. Anzi, la metto in cima all’elenco dei buoni propositi. 

Questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti.

Via alle danze. 

1) Un brodino caldo. Il Brescia doveva interrompere ad ogni costo il vortice di negatività in cui si era infilato. Ci è riuscito, mostrando finalmente un po’ più di personalità rispetto alle ultime giornate. Una sconfitta, oltre ai risvolti di classifica, avrebbe subito anestetizzato l’”entusiasmino” generatosi dopo l’esonero di Clotet, in una situazione simile a quella del 2014-2015 con Calori. Va bene così. 

2) Il cattivo profeta. Dopo Pisa, scrissi che “la conferma di Clotet suonava come un segnale di arrendevolezza da parte di Cellino, visto il destino subito da tanti predecessori per molto meno”. Detto fatto. Il leone ferito nell’orgoglio ha tirato fuori ancora una volta gli artigli. Non me ne prendo ovviamente i demeriti se dovesse andar male, ma i meriti certamente si. Scherzo. In realtà non voglio nulla, solo un allenatore che concluda una stagione intera. 2bis) Sto iniziando a citarmi. Brutto segnale?

3) Segnali di vita. La prova di due giocatori ieri pomeriggio mi ha piacevolmente sorpreso, ovvero Van de Looi e Mangraviti. Finiti tante volte (a mio avviso più ingiustamente che altro) nell’occhio del ciclone, ieri hanno sfoggiato una delle migliori prove da quando vestono la maglia con la V bianca. 

4) Asfittici. Il reparto che continua maggiormente a deludermi è l’attacco, con numeri sempre più deludenti: comprendo i danni di una mentalità inutilmente rinunciataria, ma i dati sono eloquenti. Le bocche di fuoco ci sono, ma manca la qualità nell’ultimo passaggio e nel cross. Ci sarà sicuramente da lavorare su questo aspetto. 

5) Gli irrinunciabili. Due giocatori, oltre a Capitano e Vice sono imprescindibili per questa squadra, ovvero Galazzi ed Emanuele Ndoj. Da loro due passano le speranze di salvezza del Brescia. Uniscono qualità, corsa e buon fiuto del gol per essere centrocampisti: che la dea Eupalla li preservi integri. 

6) Il ritorno a casa. Eugenio Corini è ritornato a Brescia. E’ un peccato che lo speaker dello stadio non abbia concesso la possibilità di applaudirlo all’annuncio delle formazioni, ma sono dettagli. Le chance di salvezza del Palermo passano dal suo tecnico, che con un materiale umano non di prima grandezza sta facendo un mezzo miracolo. La squadra è organizzata, difficile da cogliere fuori posizione: si salverà, a meno di cataclismi. 

7) La logistica. Pare che i tifosi del Palermo arrivati dalla Sicilia siano giunti da Malpensa dopo quarantacinque minuti di partita, in quanto avevano prenotato in largo anticipo il volo, per poi ritrovarsi la partita alle 12.30. Sono cose che capitano, ma che però lasciano una certa amarezza, visti anche i probabili costi non indifferenti sostenuti. Un bel Boxing Day con tutte le partite alle 15.00 sarebbe stato decisamente migliore, vista la buona risposta di pubblico. 

8) Problemi in porta. Infierire sulla croce rossa non è mai particolarmente gradevole. Tuttavia un problema in porta c’è: Lezzerini in questo momento non è affidabile. E dire che a metà partita ho pensato tra me “dai, fino ad ora il portiere è parso più certo nelle sue uscite”. Poi il gol di Segre, che ha fatto ritornare tutti i fantasmi. Ora dovrebbe essere il meritato turno di Andrenacci. 

9) Niemeijer. Pare che nella prossima sessione di mercato questo giocatore verrà ceduto. Dopo centrotrentasette minuti giocati in totale, e nemmeno sei mesi di ambientamento, si è deciso che il calciatore non è valido. Dispiace davvero per chi ancora crede di poter far strada in questo Brescia giungendo dall’estero: qui tempo e pazienza non ci sono mai. Per nessuno o quasi.

10) L’anno vecchio è finito. Ma qualcosa ancora qui non va. Allenatori che vanno e vengono, idem i pedatori, una società commissariata, sfiducia, disaffezione. L’augurio per il 2023 è di lasciarsi alle spalle tutto questo, con questa o con un’altra proprietà. Alfredo Aglietti potrà godere per qualche giornata di un po’ di credito, ma poi, dovesse andar male, le ragioni di classifica prevarranno ancora una volta. Buona fortuna a lui (e a tutti noi). Appuntamento per la sfida al Sudtirol, sfida fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo stagionale: la salvezza. 

Con l’augurio di un 2023 di grandi soddisfazioni, un abbraccio a tutti i lettori di Bresciaingol.com.