Il Genio di Bagnolo grande ex della sfida di lunedì: “Nel mio cuore porto la squadra che ha conquistato la serie A, anche se ho il rammarico di non averla potuta disputare nel modo giusto: avevamo le qualità per salvarci. Il mio Palermo è in crescita e vogliamo chiudere al meglio il 2022”
Palermo. Sfidare il Brescia non sarà mai una partita come tutte le altre per l’attuale allenatore del Palermo. La sua squadra, dopo un inizio complicato, è in ripresa, e ora guarda con fiducia anche alla possibilità di raggiungere i playoff.
La partita di Santo Stefano ha tanti significati, sia per lei sia per la squadra. Ce li racconta?
“Per me tornare a Brescia è sempre qualcosa di speciale, perché a Brescia sono nato, ho giocato, ci ho vissuto, ho allenato. Ho vissuto emozioni forti: è nel mio cuore la squadra che ha ottenuto la promozione in serie A. L’anno scorso è stato un periodo breve, ma intenso; ci siamo poi lasciati perché era il momento giusto per farlo. Per quanto riguarda i nostri obiettivi, sicuramente chiudere bene un girone di andata che è stato molto equilibrato per tutti, quindi anche per noi: nelle ultime dieci partite abbiamo però trovato continuità a livello di prestazioni e risultati. Vogliamo chiudere bene, per portare a casa il miglior risultato possibile, però non mi sbilancio: in un campionato così equilibrato bisogna solo pensare ad una gara per volta, facendo il meglio possibile”.
Come è stato il rapporto con Cellino? Ci sono similitudini con il tuo rapporto con Zamparini? Com’è invece lavorare a Palermo con questa proprietà?
“A giugno scorso, quando ho deciso di non continuare con il Brescia nonostante avessi ancora un anno di contratto, mi sono confrontato con il presidente ed abbiamo capito che entrambi volevamo chiudere quell’esperienza. Ho avuto un rapporto forte con Cellino, che ringrazio per il continuo confronto e talvolta scontro. Un allenatore deve avere la forza mentale per poter mettere in campo una squadra che ritiene “sua” e mi è sempre stato permesso di farlo. Se vado a valutare il percorso fatto insieme penso sia stato molto bello, e, come ha detto lui quando mi ha richiamato, il grande rammarico è stato quello di non aver giocato la serie A: a mio avviso quella squadra aveva i valori morali e tecnici per salvarsi”.
Il Brescia è in crisi, mentre il Palermo è in crescita. Che partita si aspetta? Ci può dare qualche aggiornamento sui giocatori che hanno lavorato a parte?
“Il Brescia è partito molto bene: se non ricordo male ha fatto cinque vittorie su sei partite, mettendo tanto fieno in cascina. Poi ha avuto una buona continuità, con pareggi che avrebbero potuto essere delle vittorie come contro il Venezia e l’Ascoli. Ora, dopo qualche difficoltà, è arrivato Aglietti, allenatore molto bravo: quest’anno siamo stati poco fortunati quando abbiamo affrontato squadre che hanno cambiato allenatore, forse per le poche indicazioni su come avrebbero giocato gli avversari; avremo quindi anche questa difficoltà in più. Tanti giocatori del Brescia li conosco, conosco le loro doti tecniche, caratteriali e morali: quindi sappiamo le difficoltà che andremo ad incontrare. Ciò che mi rende fiducioso è come ci stiamo allenando, la mentalità con cui i miei giocatori affrontano le sedute: si intravede la mentalità che stiamo costruendo e che voglio vedere in campo a Brescia. Mi aspetto una reazione del Brescia anche dal punto di vista mentale. Per quanto riguarda gli infortunati, Bettella e Sala hanno fatto un lavoro differenziato, però contiamo di recuperarli domani; abbiamo un grosso problema con Gomes, che ha avuto un dolore fortissimo dovuto al dente del giudizio: partirà con noi ma non so quanto potrà giocare. Partiremo comunque in 24”.
Che soddisfazione le dà vedere i frutti del suo lavoro?
“Voi mi conoscete bene, sapete che non ne ho mai fatta una questione personale, sia da capitano sia da allenatore. La squadra ha avuto difficoltà oggettive, di risultato e di continuità tattica e c’è ancora tanto fare. Quando parlo di continuità mi riferisco a questi ultimi dieci risultati post Terni, momento in cui c’è stata un’effettiva crescita anche di personalità, che ti permette di affrontare il Barbera con un altro spirito e meno pressione. Attraverso le difficoltà ti consolidi, capisci chi vuoi essere, in una piazza sicuramente molto ambiziosa ma stimolante, stimolo che trasferisco poi alla squadra”.
Nelle ultime dieci partite il Palermo è terzo in classifica, e, tralasciando il Frosinone, sono tutte ancora lì. Un campionato indecifrabile…
“Lo sappiamo. Bisogna essere veramente umili, sapendo cosa devi fare per poter costruire la partita migliore. Ci si deve allenare al meglio, e questa è la mentalità che cerco di trasmettere. Poi i risultati passano in secondo piano rispetto alle prestazioni che abbiamo avuto, perché in due occasioni di queste famose dieci partite abbiamo perso ed altre che potevamo pareggiare abbiamo vinto. Non possiamo discostarci da tutto questo pensiero”
Crede che l’ambiente Palermo abbia finalmente compreso le difficoltà del campionato?
“Io penso che la tifoseria sia la parte più importante del club. C’è un contraddittorio con voi e c’è un contraddittorio con loro; penso però che la tifoseria del Palermo sia una tifoseria intelligente, che recepisce e capisce. Non ho mai visto un tifoso che esce dallo stadio felice dopo aver perso, ciò è normale: ma so che i nostri tifosi capiscono chi siamo, come è nata questa stagione e come si è evoluta. I tifosi sono per noi un grande stimolo”
Come sostituirà Nedelcearu? Qual è la prestazione migliore e peggiore dell’andata, da cui poter ripartire?
“Lo spartiacque è stato Terni, perché, dopo aver subito l’1-0, la squadra è uscita dal campo soprattutto emotivamente, non riuscendo più a reagire ed anzi, potendo subire gol ad ogni ripartenza degli umbri, cosa che è effettivamente capitata. In quella settimana è stato fatto un lavoro importante che ha permesso a tutti di ripartire, ciò che è effettivamente avvenuto contro il Pisa, che vedete essere una squadra straordinaria. In quella partita c’è tutto ciò che possiamo essere e che ancora non siamo: andiamo 3-1 e impattiamo alla fine sul 3-3. L’occasione finale di Vido, con cui avremmo potuto vincerla, mi dice però tanto: che c’è stata reazione tecnica ed emotiva, ma anche le difficoltà difensive su cui stiamo ancora lavorando. Ora abbiamo consapevolezza di una crescita, più allargo il campo della rosa che schiero più son soddisfatto: è un percorso ampio, che non è ovviamente finito, ma che anzi dobbiamo continuare a fare. Chiudere alla grande il girone di andata ci creerebbe molta autostima, e lavoreremo per farlo. Nedelcearu per noi è importantissimo, ha giocato sempre e ciò certifica il suo essere un’assenza di rilievo. Bettella secondo me lo recupereremo, Marconi è un ragazzo che stimo moltissimo e che, quando ho impiegato, ha sempre fatto benissimo poi infine c’è anche Edoardo Lancini che si è allenato bene. Ho tante alternative di livello”.
Che Brunori ha ritrovato dopo la Nazionale? Come commenti la crescita di Stulac?
“Matteo era entusiasta dell’esperienza che ha vissuto, avrebbe voluto allenarsi con la squadra già ieri, ma ho ritenuto giusto che facesse un lavoro differenziato. Oggi l’ho visto bene, sta prendendo sempre più consapevolezza: a lui chiedo sempre uno step in più, come atteggiamento e responsabilità, essendo spesso lui il nostro capitano in campo. Ha margini per crescere. Sono contento per Leo: ho sempre lavorato con lui anche quando ho voluto provare qualcosa di diverso, e ora queste due partite fatte molto bene sono molto importanti. Dentro la partita contro il Cagliari ho percepito la sua grinta nel voler fare qualcosa di importante, cattiveria agonistica che chiedo agli interpreti del ruolo: il rigore conquistato e l’assist per il 2-0 sono stati fondamentali”
Il sostituto di Gomes può essere Saric? Cosa ha preparato per Natale per i suoi giocatori?
“Rispetto a Dario sono contento, perché contro il Cagliari mi è piaciuto. Ha fatto venticinque minuti di alto livello. Per ora sono in ballottaggio, voglio capire cosa può darmi Gomes visto che sono quattro giorni che non si allena con noi. Ieri abbiamo fatto una piccola festa di Natale con giocatori e staff, come era giusto fare tra persone che lavorano assieme: si sono creati cordialità e uno spirito di condivisione. Il nostro mondo è gratificante e bello, anche se comunque può essere un sacrificio; siamo comunque contenti di rappresentare un grande club come il Palermo”
Gli auguri di Eugenio Corini per un sereno Natale e un buon 2023 a tifoseria e giornalisti chiudono la conferenza.