IN CADUTA LIBERA GIU’ DALLA TORRE

Il Brescia viene travolto dal Pisa (3-0) che archivia la pratica già nei primi minuti. Apre l’ex Torregrossa su rigore poi doppietta di Gliozzi. Rondinelle quasi mai pericolose, Adorni si fa espellere. Avanti con Clotet

Brescia. E’ il punto più basso, ma non è ancora il punto del non ritorno. Il Brescia fa una figura barbina a Pisa, travolto da una squadra che ha più qualità, ma anche più corsa, serenità, aggressività. E la seconda sconfitta consecutiva, la terza nelle ultime quattro partite mentre è arrivato solo il punticino di Cosenza dove, seppur immeritatamente, le Rondinelle hanno rischiato di perdere pure lì. L’encefalogramma è piatto, il paziente non reagisce alle cure, anzi è sempre peggio. E a fine gara (foto in evidenza) squadra a rapporto dai tifosi delusi e arrabbiati per una nuova, pessima prestazione.

La controtendenza dell’esonero. Così non si può andare avanti, vero, ma per una volta Cellino sta facendo la cosa più giusta. Sacrificare l’ennesimo allenatore sull’altare di un progetto (giovani) che se già non è fallito è quantomeno zoppicante, sarebbe anche peggio. Clotet non riesce più a dare un gioco e nemmeno un carattere a questa squadra, ma più o meno giovani è giusto che vengano responsabilizzati anche i giocatori. E la storia del calcio non è meno ricca di squadre che hanno saputo reagire, dopo che il presidente ha dato solidità all’allenatore, di quanto non sia successo in caso di esonero. Per una volta vale la pena cavalcare il Cellino così uguale eppure così diverso. Che sia stato il tribunale a farlo ragionare così, o che per una volta abbia dato ascolto a un direttore sportivo non certo digiuno di situazioni di queso tipo, poco importa. La strada è tracciata e la barra dovrà essere tenuta dritta, anche se le cose dovessero andar male con il Palermo a Santo Stefano. Che poi c’è la sosta e dovrà essere quello il momento in cui semmai dare a Clotet l’ultima chance perchè da lì il catalano potrà ricominciare quasi da zero e allora gli errori non saranno più perdonati, nemmeno a questo tecnico che non può essere passato in poco tempo dall’essere quello della media punti più alta di tutti (comprendendo anche la sua prima esperienza in biancoazzurro) a un Re senza regno e senza popolo. 

Asfaltati. La partita di Pisa in realtà non c’è mai stata. I nerazzurri dopo soli due minuti avevano già a disposizione un rigore di quelli che da quando c’è il Var non si possono contestare, ma che fanno parte di quel nuovo calcio che non ci piace. Torregrossa ha insaccato evitando di esultare. Perchè era dalle parti dello spicchio di tifosi bresciani e perchè Brescia (dove ha ancora casa e dove vuole vivere a fine carriera) gli è ancora nel cuore. Magari gli sta meno nel cuore colui che gli tolse all’improvviso la fascia di capitano, che non lo cedette al Torino per una decina di milioni, facendolo poi passare per capro espiatorio di sei mesi di B dove in realtà fu tra i pochi a lottare in un ambiente che non si era ancora scrollato di dosso la retrocessione, per poi venderlo a gennaio alla Sampdoria per 7 milioni (plusvalenza di 6 milioni e 100 rispetto a quanto l’aveva pagato dal Verona) facendolo (ri)passare per il traditore, dimenticando e facendo dimenticare a molti quanto era stato decisivo nell’anno della promozione. 

Il terzo pallone alle spalle di Lezzerini, quello calciato da Gliozzi che ha fatto così doppietta

Un martirio. E’ stato Big Tower a spaccare la partita, mettendo subito in ambasce una difesa dove Cistana ha cercato di essere leader pur su una gamba sola. Il Cistana che sta bene non si sarebbe infatti mai fatto anticipare da Gliozzi come in occasione del secondo gol dove le colpe di Lezzerini sono forse anche maggiori. La partita da quel momento non ha più avuto storia. Ed eravamo solo al 19esimo… Un lungo supplizio al quale hanno dovuto sottoporsi i quasi 500 bresciani all’ “Arena Garibaldi-Romeo Anconetani” e le migliaia che stavano seguendo il match da casa. Il primo tiro in porta del Brescia (di Viviani, il più criticato fino a prima di oggi, il meno peggio nel disastro sotto la torre pendente) è arrivato solo a un quarto d’ora dalla fine ed è stato poco più di un cioccolatino; dopo che già con il Parma la squadra non aveva saputo rendersi pericolosa dalle parti del portiere avversario. L’espulsione di Adorni (a partita virtualmente decisa) e l’incapacità di evitare il terzo gol per la doppietta di Gliozzi sono altri segnali di una squadra senza capo nè coda. 

Ernesto Torregrossa non ha esultato dopo il rigore segnato, per rispetto verso una città che ha nel cuore

Ora al Brescia non resta che mettersi di fronte al televisore, nella speranza che le partite della domenica non peggiorino ulteriormente una classifica che per il momento dice pur sempre +5 sulla zona retrocessione. 

METAMORFOSI TATTICHE

Dal 1’ (4-3-3)

Lezzerini; Karacic, Adorni, Cistana, Huard; Labojko, Viviani, Van de Looi; Moreo, Ayè, Galazzi.

Dal 26’ (4-3-3)

Papetti per Cistana

Lezzerini; Karacic, Adorni, PAPETTI, Huard; Labojko, Viviani, Van de Looi; Moreo, Ayè, Galazzi.

Dal 17’ st (4-3-3) Bianchi e Olzer per Galazzi e Ayè

Lezzerini; Karacic, Adorni, Papetti, Huard; Labojko, Viviani, Van de Looi; Moreo, BIANCHI, OLZER

Dal 20’ st (3-3-3) Espulso Adorni

Lezzerini; Karacic, Papetti, Huard; Labojko, Viviani, Van de Looi; Moreo, Bianchi, Olzer.

Dal 21’ st (4-4-1) Mangraviti per Moreo

Lezzerini; Karacic, Papetti, MANGRAVITI, Huard; Labojko, Viviani, Van de Looi, Olzer; Bianchi.