Il tecnico del Brescia alla vigilia del monday night: “Affrontiamo una squadra di grande tradizione in Serie A. Non ho ancora deciso chi giocherà tra i pali. Ndoj è come un falso trequartista, mi piace quando si accentra da sinistra”. Una parentesi mondiale: “Con Bellingham mi sento spesso, l’ho fatto debuttare a sedici anni, ha potenzialità infinite e son contento che tutti si stiano accorgendo di lui”. Su Karacic: “Dal Qatar è tornato concentratissimo”
Torbole Casaglia. Tradizionale conferenza stampa della vigilia per Pep Clotet che diventa l’occasione per svelare, come spesso capita al tecnico catalano, soprattutto aspetti di tattica. Il pareggio di Cosenza ha lasciato soddisfatto l’ambiente, e il clima è sereno: la squadra è infatti al di sopra della “tabella di marcia” per ottenere l’obiettivo stagionale.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla gara di domani sera con il Parma? Una maggiore ricerca dell’equilibrio o della proposta di gioco?
«Credo che entrambi saranno importanti. Quando avremo la palla, dovremo prenderci la responsabilità di avanzare, ben sapendo però come sarà molto più difficile creare pericolo, visto che il Parma è una squadra ben diversa dal Cosenza. Anche in fase difensiva dovremo essere attenti, visto che i nostri avversari sono in grado di creare pericoli a tutte le squadre di questa serie B. La partita di domani può essere molto aperta, di difficile controllo».
Contro il Cosenza è stato un punto guadagnato? Come ha trovato i ragazzi dopo quella partita dal punto di vista fisico?
«Fino al gol del Cosenza ho pensato che sarebbe stato giusto se ci fossimo andati a prendere i tre punti. Dopo la rete di Larrivey, forse l’unica occasione vera che ha avuto il Cosenza di segnare, ho temuto che sarebbe potuto diventare difficile rimontare, dato che non avevamo molto tempo e che avevamo già fatto di tutto per segnare prima. Ci siamo presi dei rischi, mi è piaciuta molto la mentalità della squadra, determinata per andare a pareggiare, e quella mi ha fatto valutare positivamente la partita di Cosenza. Dopo il gol di Bianchi ho visto tutti convinti nell’andare avanti a cercare la vittoria e sono stato contento di questo. Giocare a Cosenza è sempre difficile, i calabresi venivano da una serie positiva, ma è stata la partita in cui, secondo i dati, il Brescia ha tirato di più. Un pareggio fuori casa è ottimo per il nostro obiettivo, che non è cambiato. Domani affrontiamo una squadra con tanta tradizione, abituata alla serie A, e questo ti dice tanto di come è la serie B. Siamo in linea con il nostro obiettivo, forse anche sopra, e prendiamo il risultato arrivato a Cosenza positivamente».
Prenderà qualche accorgimento tattico, vista la presenza di Vazquez che giocherà tra le linee?
«Si, è una cosa che dobbiamo preparare bene. Ci abbiamo lavorato ieri, aggiustando tutta la fase difensiva della squadra. Il Parma, con il suo 4-2-3-1 in fase offensiva –che in Spagna sarebbe un 4-3-3 ma in Italia diventa un modulo diverso- prevede un calciatore di grande rapidità, che esca dallo spazio, ma anche con un grande spirito di sacrificio in mezzo al campo».
Quali sono le gerarchie in porta? Come mai la scelta di Bianchi dal primo minuto a Cosenza?
«Io ho fatto giocare Flavio a Cosenza perché ho pensato potesse essere il calciatore giusto e perché aveva lavorato molto bene in allenamento. Adesso, a differenza dell’anno scorso, è un attaccante su cui si può fare pieno affidamento: ne ho tre di alto livello, con Moreo ed Aye. Domani vediamo chi sceglierò, sulla porta non ho ancora fatto scelte».
Pensa che Ndoj possa potenzialmente fare lo stesso ruolo di Vazquez a Parma (trequartista centrale nel 4-2-3-1), in modo da poter far giocare anche Galazzi, che ora è l’alternativa del centrocampista italo-albanese?
«Sono alternativa l’uno dell’altro, perché nelle situazioni di gioco tendono a prendere la stessa posizione. Nel precampionato ho lavorato con Galazzi per vedere se era pronto per giocare trequartista, ma si trova molto meglio a giocare sulla fascia, anche a destra. È simile ad Olzer, che può giocare sia a destra che a sinistra. Invece Ndoj lo vedo bene dove sta giocando ora: è esterno nel 4-4-2, ma ha la libertà di accentrarsi. Mi piace quando entra in area, tagliando da sinistra».
Off-topic: che effetto le fa vedere il mondiale di Bellingham? Vi siete sentiti?
«Si, ci sentiamo. Lui mi ha fatto una grande impressione e voglio pensare che sia lo stesso anche per lui. Parliamo molto del Birmingham, io non gli consiglio nulla sul suo gioco, visto che non tocca a me. Mi piace che la gente stia iniziando a conoscerlo, io sto vedendo lo stesso ragazzo che ho fatto debuttare a sedici anni e che nella sua quarta partita da professionista, mentre stavamo perdendo 1-0 con lo Stoke City, ho fatto entrare dicendogli che era tempo di segnare come i grandi calciatori. Non solo ha poi segnato dopo tre minuti, ma abbiamo vinto quella partita. Sta mostrando non solo personalità, chiedendo i rigori o appellandosi ai tifosi affinché restino vicini alla squadra, ma anche le sue qualità. Viene da una famiglia molto focalizzata sul lavoro: in lui non vedo limiti per la crescita».
Lei da catalano, non soffrirebbe un suo eventuale passaggio al Real Madrid? È pronto?
«Non l’ho detto io, ma Klopp, che l’unico problema che ha Bellingham è il non essere in vendita».
Sempre in tema mondiale, Karacic ha giocato con grande personalità contro l’Argentina. Poi a Cosenza si è ripetuto. Crede che abbia portato qualcosa del Mondiale nella trasferta in Calabria?
«Esattamente. Ne ho parlato anche con Gastaldello, prima di andare al mondiale sembrava un giocatore perso, ora è tornato determinato. Mi ricorda il Karacic di quando sono arrivato a Brescia per la prima volta. Nella prima palla che ha recuperato a Cosenza ha avuto una qualità fisica eccezionale, ora è concentratissimo. Sono contento che sia tornato così».