LA PARTITA DOPPIA DI PEP CLOTET

Contro la Spal, sua ex squadra, il bisogno di riportare il Brescia alla vittoria e la voglia di rivincita verso una piazza con la quale non è mai scattato il feeling

Brescia. In attesa di ricevere la Reggina di Pippo Inzaghi, colui che venne chiamato da Massimo Cellino per alleviare ai tifosi il malumore per la fine del Clotet I, ora è il turno per il mister catalano, tornato sulla panchina del Brescia, di affrontare il suo più recente passato. Sono scherzi del calendario e del calcio, che talvolta si divertono un mondo a formare intrecci degni dei migliori sceneggiatori di Hollywood. Al Brescia non resta null’altro che il compito di sbrogliare la matassa. E per Clotet domenica sarà partita doppia: da una parte il bisogno di riportare le Rondinelle a quella vittoria che manca da 7 partite in campionato, dall’altra la voglia di prendersi una rivincita contro chi non ha saputo apprezzare il suo lavoro.

In terra estense. Pep Clotet, dopo la fine tanto per cambiare complicata del suo primo rapporto di lavoro con il Brescia, il 6 luglio del 2021 venne presentato come nuovo tecnico della Spal. Sono giorni finalmente sereni in quel di Ferrara, dato che patron Colombarini, presidente della squadra della città per otto anni, causa retrocessione e pandemia che avevano messo a dura prova il bilancio societario, sta ultimando il passaggio di testimone a Joe Tacopina. La conferenza di presentazione racconta molto del modo di vivere il calcio del mister catalano che ben conosciamo: mantra come aggressività, calcio offensivo, idee oltre i moduli e squadra giovane, ma con “fama di voler fare” sono il biglietto da visita dell’allenatore proposto al pubblico del “Paolo Mazza”. A fine agosto, dopo un mercato decisamente al ribasso, volto più che altro a contenere i costi, arrivano invece giocatori più “pronti” come Mancosu, Capradossi e Melchiorri ad alzare l’asticella; se prima sarebbe potuto bastare il non retrocedere, ora la proprietà chiede a Clotet qualcosa in più, nonostante la rosa si mostri piuttosto “squilibrata” in vari reparti. 

Inizio sprint. La partenza della nuova Spal di mister Clotet è decisamente buona: nonostante infatti le poche vittorie, il gioco è piacevole e la squadra lascia sempre e comunque l’impressione di poter crescere col tempo. Parma e Monza, per fare un esempio, vengono fermate sul pareggio e i ferraresi veleggiano in acque tranquille per tutto l’inizio del campionato. Qualcosa si rompe però a inizio novembre dopo la sconfitta in casa contro il Perugia per 2-1: la squadra inizia a perdere le sue certezze e certe scelte tattiche del mister, col senno di poi, risultano piuttosto difficili da comprendere, anche se in parte dettate dalla firma sul contratto (il 19 novembre) di un giocatore “ingombrante” come Pepito Rossi.

Quoque tu, Brescia. Dopo qualche vittoria, giunta negli importanti scontri diretti contro Cosenza e Crotone, arriva a dicembre la gara contro il Brescia di Pippo Inzaghi. Nella conferenza stampa della vigilia, nonostante la fine non proprio serena del rapporto con Massimo Cellino (il Lider Maximo aveva infatti dichiarato di “essersi legato al dito” il rifiuto del tecnico catalano), Clotet riserva invece parole al miele per il suo ex datore di lavoro, che definisce “un amico” e “un bravissimo presidente”. In campo il Brescia vince 2-0, con gol di Tramoni e Dimitri Bisoli, incrinando sempre più la posizione del tecnico catalano. 

Tra Covid e divergenze varie. A segnare la fine dell’esperienza di Pep Clotet a Ferrara non sono stati solamente i risultati non eccellenti. Il casus belli di fine rapporto, come raccontato dallo stesso mister a Il Resto del Carlino il 18 febbraio di quest’anno, è stata la volontà del tecnico catalano di ridurre la rosa: come abbiamo infatti avuto modo di comprendere, piaccia o non piaccia, al catalano piace allenare una rosa corta, di giovani, essendo disposto ad accettare anche un anno di transizione. La società tuttavia non la pensava allo stesso modo, e a Roberto Venturato, il successore, regala giocatori di tutto rispetto come Pinato, Meccariello, Finotto e Vido; I risultati non sono però buoni: il tecnico ex Cittadella conquista solo due punti in più del predecessore, ventidue contro venti, salvando sì la squadra, ma con fatica. Difficilmente il calcio mente. Se il tuo obiettivo è la salvezza, non puoi pretendere di più. A buon intenditor…

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