LA PREGHIERA DEL TIFOSO BIANCOAZZURRO AL DIO DEL PALLONE

Brescia. Deve essere andata proprio così: quando il Dio del Pallone ha creato il tifoso bresciano, devi avergli detto: tu tiferai con dolore, ed è puntualmente successo.

Pensavamo di averle viste tutte, nel tempo, e pensavo che, dopo la retrocessione e successivo ripescaggio, con l’avvento di Cellino, che saremmo usciti da quella mediocrità a cui siamo tristemente abituati, e di cui qualcuno ci promise che ci avrebbe tolto, che poi saremmo finiti, magari come Udinese e Torino, a galleggiare nella massima serie, appena sopra la zona pericolosa.

Macché, eccoci qui, di nuovo, a fare le nozze coi fichi secchi, con la società che deve chiedere il permesso anche per gonfiare i palloni, col presidente che si dimette, dopo aver fatto e disfatto come è sua consuetudine. Non sono un esperto giurista, e nemmeno conosco le carte in mano del giudice e del PM, quindi mi astengo dall’entrare nel merito, però posso dire, da tifoso con mezzo secolo di Rigamonti sulla groppa, che sono veramente stufo di dover sempre guardare il bicchiere mezzo vuoto.

Poi leggo le pagine dei tifosi, e c’è chi si è assuefatto al grigiore, e vede che siamo fuori dalla zona pericolosa, che tanto basta salvarci al minuto 95 dell’ultima giornata (ma anche no!), e chi preferirebbe partire dalla serie L, ma senza Cellino, che sarebbe un po’ come tagliarsi i gioielli di famiglia per fare dispetto alla moglie: a finire nel baratro si fa alla svelta, è a risalire che non è così facile e così scontato, soprattutto se hai una delle province più ricche ed operose d’Italia, ma con gli imprenditori che, in quanto a brescianità, lasciano parecchio a desiderare, tutti aspettano che un altro faccia la piega, magari per criticarlo poi: ah, io avrei comprato quello e non quest’altro.

E così non sappiamo quello che ci aspetta, nel futuro: cessione, (a chi?) ridimensionamento (turna?), e nemmeno nell’immediato, che  continueremo a vedere 19 convocati, l’innovativo pullman davanti all’area di Clotet e il verticalizzatore di manovra omeopatico olandese, oppure faremo anche noi le sostituzioni nei numeri consentiti, riavremo Bertagnoli tra i disponibili, la gente nel ruolo dove rende meglio, e l’abbandono del modulo aziendale, col trequartista risucchiato indietro, e la torre d’attacco che fa il mediano?

Rivedremo quei giovani, tipo Galazzi, in rampa di lancio,  Labojko a fare filtro, un gioco almeno da squadra maschia, e non che aspetta sempre e solo gli avversari?

Tante domande, e nessuna certezza nelle risposte, tanto, ce l’abbiamo scritto nel DNA, che dobbiamo patire…

Ezio Frigerio